Questo volume è il risultato di una ricerca promossa dalla Sezione di Conversano della Società di Storia Patria per la Puglia, nell'ambito di un programma triennale di lavoro che comprendeva varie iniziative sul tema de "La peste del 1690-92 in Terra di Bari".
In primo luogo si era programmata una ricerca archivistica di ampio raggio, che permettesse di individuare e trascrivere le fonti documentarie presenti presso gli archivi locali e quelli di Stato di Bari e di Napoli. Si prevedeva, quindi, il loro utilizzo in una duplice direzione.
Finalità principale, propria della Società di Storia Patria, era quella di rendere finalmente nota la documentazione di base, che sola poteva colmare quelle lacune fino ad oggi mantenutesi - come scrisse il Manzoni a proposito della più celebre delle epidemie seicentesche in Italia, quella che colpì Milano nel 1630 - su "un tratto di storia patria più famoso che conosciuto" (I promessi sposi, cap. XXXI). Per tale ragione si mise in cantiere uno studio sulla peste del 1690-92, che fosse punto di partenza per successivi e più approfonditi lavori, da affidare a specialisti di diverse discipline.
Il secondo obiettivo, ben presente nelle finalità della Sezione conversanese, mirava a non limitare questa iniziativa al solo campo degli studiosi, ma a creare una occasione di divulgazione delle testimonianze coeve e dei risultati delle ricerche effettuate su quella dolorosa esperienza: divulgazione che doveva essere rivolta, in particolare, alle popolazioni dell'area interessata da quell'episodio storico, mediante la organizzazione di una mostra.
La trascrizione dei documenti rese subito evidente che, con la documentazione storica acquisita, non solo si chiariva la trama complessiva della vicenda epidemica di fine Seicento, ma sarebbe stato possibile per la prima volta indagare le diverse questioni poste dallo scoppio dell'epidemia nel territorio: gli atteggiamenti del potere cittadino ed i rapporti di questa parte della provincia pugliese con la capitale del viceregno, le conseguenze prodotte dal morbo sul piano demografico, gli aspetti medico-sanitari e quelli economico-sociali, nonché le concezioni religiose e gli atteggiamenti devozionali della gente.
Su questi temi il presente studio ha cercato di dare alcune prime risposte, tracciando innanzi tutto il quadro complessivo dell'avvenimento, sulla base non della "curiosità erudita", propria di una vecchia storiografia locale - oggi per fortuna superata, o almeno confinata in ristrette sacche poco influenti né vistose nel panorama degli studi - ma dell'esigenza di individuare con puntualità il ventaglio delle questioni aperte e di scandagliare temi finora mai sondati.
La peste che colpì la Terra di Bari nel 1690-92 era stata oggetto di un ampio resoconto seicentesco, quasi contemporaneo all'avvenimento storico, pubblicato dal napoletano Filippo De Arrieta (Raguaglio historico del contaggio..., Napoli 1694); l'argomento non era stato in seguito ripreso, oppure era stato considerato soltanto sulla base di quello scritto seicentesco e senza utilizzare direttamente i documenti di archivio, sia da parte della storiografia locale di epoca ottocentesca (ad es. G. Petroni nella sua Storia di Bari, del 1858), sia da parte degli studiosi che se ne sono occupati più di recente per lavori di varia natura (Tridente 1940, Petraccone 1977, Mongelli 1978, Da Molin 1984). Le fonti archivistiche napoletane erano state invece esaminate da studiosi che si sono occupati di questioni di carattere più generale, di natura eminentemente politica ed economica, concentrando l'interesse soprattutto sulle ripercussioni avute dalla peste nel 1691 a Napoli (Galasso 1970, pp. 330-8), o legando quell'avvenimento alle vicende della casata conversanese degli Acquaviva d'Aragona (Sirago 1986).
Proprio per l'importanza che riveste quel "dissodamento archivistico" che - scriveva il Villani nel 1974, in Economia e classi sociali nella Puglia moderna, p. 1 - "ha rinnovato ed arricchito il patrimonio di conoscenze sulla storia del Mezzogiorno d'Italia", e pensando all'utilità che il presente lavoro potrebbe avere ove si affrontasse una ricerca più approfondita su un capitolo della peste in Puglia, o uno studio organico sulla storia generale della peste, si è voluto dare ampio spazio ai documenti, richiamandoli direttamente nel testo per illustrare singoli aspetti della vicenda e distribuendoli in appendice ai vari capitoli del volume.
Come si diceva, non un intento occasionale ha motivato questo studio, quanto piuttosto la consapevolezza e la volontà di concorrere in qualche modo a fornire nuovi elementi di conoscenza e di maggior chiarezza alla storia di una provincia del Mezzogiorno, lavorando non su temi generali o su scansioni temporali di lunga durata, ma su fatti "minori" e/o marginali, sulla storia di un singolo evento. In questo senso, forse, il volume offre qualche significativo contributo in rapporto alla conoscenza della società pugliese del secondo Seicento, ancora in piena crisi economico-sociale, assoggettata alla forza politica della corona spagnola, dominata dal sistema feudale ovunque imperante e da una Chiesa che con quel tipo di società aveva un rapporto di "stretta organicità". Eppure dalla "peste di Conversano" del 1691 e dal "governo" messo in atto per superare quella crisi sanitaria, emerge che questa vicenda, come è stato fatto rilevare per la storia di Bari in età moderna, "va collocata tutta dentro il processo di consolidamento nel regno di Napoli di un quadro politico-istituzionale di tipo moderno" (A. Massafra, in Storia di Bari nell’antico regime, 1, Bari 1991, p. 13).
Quanto alla organizzazione della mostra - il cui impegno è stato assunto dal Museo Civico di Conversano - si è subito resa evidente l'opportunità di articolarla in modo che, per un verso, presentasse i risultati raggiunti dalla ricerca storica, per altro verso fornisse elementi di informazione indispensabili alla conoscenza delle coordinate spaziali e temporali in cui quell'avvenimento di fine Seicento si svolse.
Si trattava, cioè, di articolare l'esposizione e l'illustrazione dei documenti presentati nella mostra in modo da consentire anche al "visitatore comune" di cogliere agevolmente le caratteristiche territoriali e storiche dell'area interessata, nonché i nessi tra i diversi aspetti ed i temi generali della peste (aspetti sanitari, religiosità e devozione popolare, committenza artistica, legami con la memoria storica).
Questo ha caricato di nuove responsabilità il presente lavoro, affidandogli anche il compito di fungere da catalogo della mostra. Perciò vengono in maniera piuttosto analitica presentate le singole località, in particolare tracciando una sintesi della loro formazione urbanistica, richiamando precedenti ricordi e citazioni di avvenimenti di peste, riprendendo soprattutto i legami con la più drammatica epidemia contagiosa del sec. XVII, la peste napoletana del 1656, sviluppando e chiarendo un episodio (quello del conflitto tra il vescovo ed il conte di Conversano, che ebbe come conclusione l'interdetto per l'intera città) indicato poi nella tradizione locale come causa dello scoppio della peste, inserendo infine le schede su alcune opere presentate nella mostra stessa.
Tali opere di natura storico-artistica, artigianale, documentaria hanno costituito, in un certo senso, delle piccole "scoperte" e, in occasione della mostra, sono state portate alla conoscenza e alla fruizione pubblica - in alcuni casi per la prima volta - quali testimonianze di indubbio interesse della nostra eredità storica.
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