L'odissea di Oronzo Marangelli
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Premessa

  
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Nel 1988, con lauto finanziamento dell’Assessorato alla P.I. della Regione, retto da Gerolamo Pugliese del Pri, vide la luce il libro agiografico “Francesco L. Vernaleone”. In esso, il coordinatore dei lavori Guido Lorusso si compiace di rinverdire un articolo del 1932 a firma di F. Vernaleone che, inviperito, spara a zero contro Oronzo Marangelli reo, nella sua Storia di Conversano (1931), di aver «attaccato e vilipeso in ogni maniera» Vincenzo Roppo. Quel Vincenzo Roppo, cantore della liturgia e delle epiche gesta fasciste che, “Nel Risorgimento del Mezzogiorno” (1931), aveva elevato l’assassinio dell’on Giuseppe Di Vagno a «Santa violenza liberatrice» eseguita da «un manipolo di audaci studenti conversanesi». Una vera e propria istigazione all’omicidio. Lorusso, con ardita interpretazione dell’articolo, pomposamente assurto a “Pamphlet”, si affanna a dimostrare l’antifascismo di Vernaleone a scapito di Oronzo Marangelli. Il coordinatore, vicino al Psi, è tra coloro che usufruiscono della collaborazione alle pubblicazioni della Fondazione “G. Di Vagno” retta da Gianvito Mastroleo. In linea si schiera Matteo Fantasia, un cattolico osservante e praticante, che oltraggia Marangelli, morto 26 anni prima, anche se mai lo aveva nominato nei suoi precedenti scritti. Sono i tempi grami, per Dc e Psi afflitti da tempeste giudiziarie negli anni Ottanta. a suggerire una sempre efficace strategia: spargere cortine fumogene infangando gente onesta per distogliere l’attenzione da sé. Meglio se “opportunamente” provate su un morto. Peggio del metodo Boffo. La nuova del Marangelli opportunista fascista, a Conversano, destò non poca sorpresa, poiché era noto per l’antifascismo che lo animava e per le lotte condotte a favore degli “ultimi” nel solco tracciato da Giuseppe Di Vagno. Era il fulcro della sinistra in assenza dei novelli socialisti dell’ultima ora. Il dott. Guido Lorusso, invitato a dar conto delle sue ignobili affermazioni, con una lettera privata confessava “il mea culpa”, con lodi sperticate nei confronti di Oronzo Marangelli. Contrito per questa poco edificante iniziativa si impegnava per una completa ritrattazione pubblica, ma non l’ha fatto. Egli non è di Conversano. La frequenta dagli anni Settanta. Chi gli ha suggerito questa operazione? Forti dubbi hanno imposto di prendere visione diretta della famigerata “recensione” del 1932. Si è squarciato un velo: un articolo la cui brevità e ricchezza di... insulti mette a nudo una squallida manovra di linciaggio morale, culturale e politico sulle ceneri di un uomo morto da 26 anni. Quando i suoi figli erano assenti da altrettanto tempo da Conversano. E nessuno li ha messi al corrente. È angosciante leggere e trattarne, obtorto collo, per porre termine ad un massacro che si sviluppa sempre più virulento. Invece di onorare la memoria di un idealista che ha pagato caro per la sua coerenza si butta fango sulla sua tomba. Oronzo Marangelli rifuggiva dal dar seguito a bassezze. Diceva: «Certe cose si commentano da sole, la gente non è così stupida come alcuni credono». Ma si è superato ogni limite. Egli è l’unico personaggio di spicco al quale le Amministrazioni comunali succedutesi non hanno inteso intitolare una strada per ricordarlo. E, dando credito alle fandonie, ne permettono il ludibrio. Questa vicenda offende la verità e la giustizia ed è censurabile sotto il profilo etico e morale. La Fondazione Di Vagno e l’Istituto per l’antifascismo non hanno nulla da dire? Giuseppe Di Vagno e Oronzo Marangelli sono due idealisti della Conversano del Novecento.

Luigi P. Marangelli
Scheda bibliografica
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Autore Luigi P. Marangelli
Titolo L'odissea di Oronzo Marangelli
Editore Edizioni Parnaso - Foggia
Prezzo s.p.i.
data pub. febbraio 2012
In vendita presso:
www.editriceparnaso.it 
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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