“L’ultimo rifugio” (a cura di Luigi P. Marangelli, prefazione di Francesco Judice, introduzione di luigi p. marangelli., presentazione di Fabrizio Gifuni, Editrice Parnaso, Foggia 2006, pp. 188 con 20 ill. in b.n. e 2 a colori) raccoglie alcuni scritti - in parte già editi, più alcuni inediti - che permettono di cogliere uno degli aspetti della poliedrica personalità umana e storico-artistica del professor Oronzo Marangelli (Conversano 1902-Bari 1962). Queste composizioni, infatti, svelano un côté semi inedito del professor Marangelli, è la vena narrativa di un storico e paleografo già ben noto mentre era in vita. La produzione artistico-lettearia pubblicata in “L’ultimo rifugio” ci consegnano, infatti, uno scrittore che aveva, però, già avuto modo di estrinsecarsiin “Sogno di unasocietà di eguali” (vedi ora l’edizione a c.di Luigi Marangelli, Edizioni del Rosone, Foggia 2002, pp. 320), un romanzo iniziato negli anni ’30 e rielaborato sin quasi al 1962, che è, per l’appunto, un'opera narrativa d’impianto storico che precede solo, temporalmente, le composizione delle “Novelle di questi e di altri tempi” (Fallarino, Benevento 1941) che in “L’ultimo rifugio”sono, ora, riproposte con l’aggiunta di due soggetti cinematografici e della composizione intitolata “Preludio al dramma”. Quindi anche gl’inediti confluiti in “L’ultimo rifugio” confermano una vocazione - che si può definire di fatto quasi carsica - che nella produzione sostanzialmente storico-paloeografica di Marangelli che non ha avuto cedimenti di sorta qual pur fosse la stagione della sua vita: quella degli anni del “soggiorno coatto” a Benevento; o quella politicamente e intellettualmente ancor più impegnata degli anni a cavallo tra il ’40 e il ’50: nei quali fu, tra l’altro, impegnato quale segretario del PCI di Conversano. Si deve, infatti, tener presente che Oronzo Marangelli era sino ad oggi principalmente noto per la sua produzione di stampo prettamente storico-diplomatica (vedi: “Storia diConversano con 34 pergamene delle badesse”, a c. di Luigi Marangelli, presentazione di Pasquale Corsi Edizioni del Rosone, Foggia 1999 e quindi “Scritti scelti”, semprea c. di Luigi Marangelli, prefazione di Pasquale Corsi, Claudio Grenzi Editore, Foggia 2002), scritti cui di fatto era consegnata la notorietà del professor Marangelli presso un non ristretto gruppo di storici ed eruditi e ai quali saggi era, almeno sino a qualche anno fa, esclusivamente legata la rinomanza - non certo locale - di Oronzo Marangelli. Ora accanto a questa attività principe del professor Marangelli si deve collocare - a buona ragione - la riscoperta di una vena più prettamente narrativa che comunque non si discosta tematicamente da gran parte della produzione pur più specificamente storica, paleografica, critica e giornalistica del professor Marangelli. Non vi si distaccata nel senso che anche gran parte degli scritti narrativi di Orongo Marangelli prendono, spesso, lo spunto proprio da avvenimenti squisitamente storici. La ricostruzione storia e quindi la ricognizione e la interpretazione delle antiche carte ebbe, infatti, per Oronzo Marangelli non solo una duratura seduzione quanto sin anche un fascino a cui non poté quasi mai resistere e ne sono una riprova gli studi che ci ha lasciato. Queste predilezioni erano, infatti, specificamente legate alla preparazione scientifica del professor Marangelli che la aveva ulteriormente perfezionata - dopo la laurea in lettere conseguita a Firenze - con il conseguimento del diploma post-laurea di archivista paleografo che aveva fatto quindi divenire il professor Marangelli uno dei discepoli di Luigi Schiaparelli (1871-1934) che – come è noto - divenne accademico dei Lincei nel 1928. Ora che quindi si possono leggere, quasi per intero, oltre alla produzione scientifica di Oronzo Marangelli (restano ancora inedite, ma ci auguriamo per poco anmcora, le trascrizioni delle pergamene dell’Archivio della Chiesa capitolare di Foggia, Bocino, Troia e del Monastero di S. Sofia di Benevento) anche la sua produzione più prettamente narrativa (resta inedito ancora un altro soggetto cinematografico) lo storico di professione ha, finalmente, a disposizione tutta la documentazione che è indispensabile per tracciare un profilo umano ed intellettuale, documentalmente fondato, del professor Marangelli. Può stilare un biografia - intendiamo - che, ora, può anche cogliere -nella loro più specifica peculirità - una altra propensione intellettuale del professor Marangelli: quella più prettamente artistico-letteraria. E quindi - per questo - può sommarla, non meccanicamente, ai risultati che conseguirono le disposizioni specificamentepolitiche ch’ebbe di non modesto risalto Oronzo Marangelli. Queste ultime infatti furono propensioni naturali sostanziate, in modo eminente, da istanze etico-politiche che fecero conseguire ad Oronzo Marangelli risultati che ora paiono addirittura quasi epici perché il professor Marangelli spese, senza risparmio, parte della sua vita in favore degli “ultimi”. E questo il professor Marangellki riuscì a conseguire in un periodo della nostra storia nazionale non certo sempre felice. Questa ultima operazione proprio perché già delineata nei suoi snodi più significativi dal figlio Pietro Luigi (vedi: “Mio padre e Conversano nel suo tempo”in O. Marangelli, “Scritti scelti”, op. cit.) riteniamo possa portare, per l’appunto, all’ultima fase di un lavoro - oramai noto in quasi tutti i suoi raccordi più peculiari - che ci può offrire, finalmente, un ritratto a tutto tondo del professor Marangelli. Un ritratto, riteniamo, che non potrà non far risaltare - perché campeggierà su ogni cosa - un uomo d’altri tempi. Un uomo d’altri tempi per il rigore morale a cui si attenne in ogni sua azione e quindi poi pure un autore che non può che tutt’ora affascinare. Non solo per i diversi registri della sua attività (come uomo politico, quale scrittore, saggista e giornalista) ma anche perché è stato - lungo un periodo che va dagli anni del ventennio fascista sino all’inizio degli anni sessanta - un testimone eccentrico e al contempo un protagonista esemplare di tensioni morali e contraddizioni storico-umane che hanno coinvolto, con lui, intere comunità (quella foggiana quanto quella conversanese) che non sono mai state provinciali nei loro amori come nei loro viscerali odi politici ed umani.
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