É ben noto che il nesso che il nostro Risorgimento stabilisce tra indipendenza nazionale e liberi ordinamenti politici, ha fatto dell'unificazione italiana il capitolo di una storia particolare e al tempo stesso un momento decisivo dello sviluppo della civiltà europeo-occidentale. Una riflessione sul significato di quel nesso e un sia pur sommario esame delle promesse che esso conteneva per verificare in che misura, da allora a oggi, quelle siano state mantenute, è sembrato al nostro Liceo una attività quanto mai opportuna da svilupparsi in occasione del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia. Per queste ragioni, e per partecipare alle celebrazioni di quell'avvenimento cruciale della nostra storia nazionale, il Consiglio d'Istituto, il Collegio dei Docenti e la Dirigenza del Liceo Scientifico di Stato "Sante Simone" hanno deciso di organizzare, in collaborazione con due autorevoli organismi culturali operanti sul nostro territorio (il Centro Studi "Maria Marangelli" e la Società di Storia Patria per la Puglia - Sezione di Conversano-Noicattaro), un seminario di studio tenuto da studiosi di chiara fama nonché da qualificati docenti delle scuole superiori cittadine, i cui materiali vedono oggi la luce nella presente pubblicazione. Seminario a cui si è voluto dare, coerentemente con la missione istituzionale che ci è affidata, un taglio didattico-formativo, di edificazione delle giovani coscienze degli studenti del Liceo, e di quelli delle altre due scuole superiori di Conversano, il Liceo Classico "Domenico Morea" e l'Istituto Statale d'Istruzione Superiore "San Benedetto", che hanno aderito alla iniziativa con la partecipazione di un paio di loro classi alle conferenze in cui è stata articolata l'attività seminariale. Tutto questo per far rivivere nella memoria e nella coscienza di questi giovani nostri concittadini le ragioni che spinsero tanti loro quasi coetanei, con moti di entusiasmo e abnegazione tipici dell'età, a lottare e a ribellarsi centocinquanta anni fa per riconquistare l'identità storica della nostra comunità nazionale. Non spetta a me, in questo breve scritto, indicare come il seminario è stato articolato. Altri lo faranno, avendo avuto il compito specifico di pensarlo e organizzarlo nei dettagli. Da uomo di scuola e da cultore delle nostre lettere ed arti voglio piuttosto sottolineare come una schiera di pensatori, scrittori, poeti e musicisti (per fare pochi nomi, Giuseppe Mazzini, Vincenzo Gioberti, Silvio Pellico, Carlo Porta, Luigi Settembrini, Giuseppe Giusti, Alessandro Manzoni, Giacomo Leopardi, Giuseppe Verdi) concorsero con la loro arte e con la loro riflessione a creare quel clima di fermento e riscatto generali: sfidarono l'opinione pubblica e i governi stranieri diffondendo i messaggi della libertà, dell'eguaglianza, dell'indipendenza e della coesione sociale. Ecco come la cultura, la vera cultura, può risvegliare ed ammaestrare le coscienze; e come la civiltà, la vera civiltà, può creare le condizioni del genuino progresso. E voglio ricordare come tanti maestri di scuola (uno per tutti, Francesco De Sanctis) concorsero con il loro lavoro quotidiano a diffondere e a radicare nelle intelligenze quelle conquiste ideali. Ecco come la scuola, la vera scuola, può concorrere a costruire una comunità di intenti e di valori. Inoltre voglio fare un cenno ad un fatto ben conosciuto da tutti gli studiosi e da tutti gli storici, ovvero come il processo di unificazione fu favorito anche dalla diffusione di un'unica lingua, l'italiano, che concorse a cementare l'identità di un popolo ancora in fieri. La lingua di Dante, infatti, era nota solo alla borghesia e al ceto superiore, che comunque se ne servivano come lingua "franca". Coloro che erano collocati alla base della piramide sociale parlavano il loro dialetto, incomprensibile al di fuori del circondario d'appartenenza. Fu, ancora una volta, la scuola ad assumersi l'ingrato ma essenziale compito di `fare gli Italiani' diffondendo e facendo diventare patrimonio vivo del nostro popolo la lingua nazionale, giocando così un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità nazionale, come è testimoniato tra l'altro da quella negletta ma notevole narrazione che è Cuore di Edmondo De Amicis, in cui figura da tutti i punti di vista centrale è il maestro di scuola. La scuola, quella istituzione che ha diffuso ed insegnato quei valori che hanno ispirato gli uomini e le donne del Risorgimento prima, della Resistenza poi, fino alla Costituzione repubblicana. L'unico argine contro la barbarie.
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