La formazione scolastica di Donati jaia
e il suo carteggio napoletano (1863 - 1884)
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Recensione
    
Collana Crescamus 6

        Nel sesto volume dei quaderni della collana “crescamus” Angelo Fanelli ripropone - dopo averlo rivisto e ampliato  con non modeste integrazioni (le integrazioni si riferiscono, in modo particolare, alle note a piè di pagina che rimandano ad altrettanti documenti inediti che sono custoditi presso la Biblioteca Archivio del Seminario Vescovile di Conversano) il contributo che aveva letto in occasione della giornata di studi dedicata al filosofo Donato Jaia e ch’era poi stato pubblicato negli atti delle suddette giornate con il titolo La “ratio studiorum” a Conversano negli anni ’60, in Donato Jaja (1838- 1914) . E gli dà, per l’occasione, un nuovo ma più pertinente titolo che ora è divenuto La formazione scolastica di Donato Jaja a Conversano (Arti Grafiche Scisci, Conversano 2007, pp.126 con ill. in b/n).
     Sottolineata la presenza particolarmente significativa dei nuovi contributi confluiti nel saggio, va quanto meno, in questa sede, rimarcato come La formazione scolastica di Donato Jaja costituisca un momento davvero tangibile degli studi dedicati a ricostruire i momenti più significativi della biografia del noto filosofo conversanese assurto alla cattedra di filosofia alla Normale di Pisa dove ebbe come suo allievo Giovanni Gentile. 
     Questo dato va rimarcato perché il contributo dettato da Angelo Fanelli scandaglia a fondo, e per la prima volta e per ciò offrendo in questo significati apporti alla ricostruzione di alcuni momenti della formazione umana e cultura di Donato Jaja, quando quest’ultimo, superato il tredicesimo anno di vita, prese a frequentare, come interno, l’allora prestigioso Seminario Collegio Vescovile di Conversano.
     Con questa sua illuminante, esaustiva ricerca Angelo Fanelli ricostruisce quella che si può ben definire la preistoria umana e culturale di Donato Jaja. Ricompone di fatto quelle prime fruttuose conquiste culturali che poi condurranno alla ben più articolata e matura formazione che nel prosieguo dei suoi studi farà suoi in modo particolarmente opeculaire il filosofo conversanese. 
     La formazione scolastica di Donato Jaja quindi, per la sua felice riuscita - e inoltre per la serie di inedite stimolanti informazioni che fornisce sulla prima formazione del filosofo conversanese - colma una lacuna non modesta che riguarda, poi inoltre pure , un delicato momento della realizzazione non solo culturale quanto anche umana di Donato Jaja. 
     Un nodo squisitamente esistenziale, quest’ultimo, sol che si tenga bene a mente quale sarà la successiva, radicale evoluzione che subirà la vita e quindi la stessa weltangshaung del filosofo conversanese che, com’è noto, getterà la tonaca alle ortiche dopo una sofferta quanto meditata decisione ch’è forse da rinvenirsi, quale suo motivo scatenante, in un evento luttuoso (è la prematura morte di una fanciulla di cui si era innamorato) che lo colpirà dolorosamente nell’animo e profondamente anche nel fisico. 
     Angelo Fanelli - sulla scorta di documenti inediti in gran parte conservati presso l’Archivio Biblioteca del Seminario di Conversano – ha ricostruito, quindi, la moderna temperie culturale ch’era stata tenacemente e anticonformisticamente perseguita dal responsabile degli indirizzi che avevano gli studi nel Seminario Vescovile di Conversano, il sacerdote alberobellese Domenico Morea, che aveva fortunatamente trovato il suo mentore e quindi il suo difesore più strenuo nel vescovo Giuseppe Maria Mucedola cui è riconosciuto un notevole antiborbonismo nutrito di genuino spirito liberale ed evangelico.
     La formazione scolastica di Donato Jaja ricostruisce per di più puntualmente, sulla corta di inediti documenti di archivio, i programmi scolastici del mattino e del pomeriggio che Donato Jaja seguì nel Collegio Seminario di Conversano. Individua la qualità dell’offerta formativa voluta dal presule Giuseppe Maria Mucedola. Specifica gli insegnamenti e gli insegnanti che ha avuto lo Jaja durante la sua permanenza nel Seminario di Conversano. Ricostruisce lo scenario scolastico complessivo dello stesso Convitto quindi la notevole, moderna valenza educativo-scientifica che avevano anche i testi che venivano adottati nello stesso Seminario. Individua quindi poi pure alcuni dei testi filosofici che influenzarono la prima formazione dello Jaja. E tra questi ultimi cita il volume, ancor oggi conservati nella Biblioteca Diocesana di Conversano, delle “Sette piaghe della santa Chiesa” del Rosmini di cui dopo l’edizione di Lugano del ’48 il Seminario aveva acquistato anche l’edizione napoletana del ’49: nel cui frontespizio non figura, addirittura, il nome dell’autore. 
     Al contributo ch’era già stato pubblicato nei “quaderni” della fondazione G. Di Vagno Angelo Fanelli, ora, unisce la trascrizione - dotata di apparati filologicamente accurati - della corrispondenza, in gran parte inedita, che intercorse tra Donato Jaja, la marchesa Marianna Florenzi Waddington e il filosofo Francesco Fiorentino negli anni compresi tra il 1863 e il 1884. Sono ben 39 lettere, offerte per la prima volta in una organica raccolta, che gettano nuova quanto significativa luce sui delicati quanto travagliati anni della vita di Donato Jaja che vanno dal 1863 al 1884.
     È questo, - com’è noto - un periodo nel quale il filosofo conversanese ottiene i suoi primi incarichi come professore di filosofia; redige le sue prime pubblicazioni prima di ottenere un cattedra universitaria e quindi poi la consegue ma dopo travagliate vicende.  E, per ciò, sono anni nei quali si affanna - come può e deve per necessità di cose - a trovare una sua degna collocazione professionale nel mondo universitario di fine Ottocento. Le lettere inviate da Donato Jaja, ai suoi corrispondenti - residenti in Napoli – segnano inoltre uno spartiacque che poi non potrà non avere che significativi rilievi, sin forse a giungere a condizionare del tutto o in gran parte - il prosieguo stesso della sua successiva evoluzione culturale e umana.
     La lettura di questo epistolario quindi permette anche al lettore colto ma non specialista, di penetrare nei più intimi recessi dell’animo e quindi delle stesse passioni culturali ed umane del filosofo conversanese. Dal che ne deriva una lettura oltremodo affascinante delle lettere che lo Jaja, in questo periodo della sua esistenza, invia  ai corrispondenti “napoletani” che  ha, inoltre, il pregio di restituirci il senso delle perplessità, delle preoccupazioni e delle apprensioni di una vita che poi sarà dedicata interamente allo studio e all’insegnamento.
     Le ragionevoli apprensioni, la passione quasi mai rattenuta e la sincera disposizione ad aprirsi con i propri corrispondenti, questa volta residenti a Napoli, ci fanno comprendere come e quanto - Donato Jaja, una volta nominato professore della Normale di Pisa e diventato quindi corrispondente di quello che poi sarà il suo più noto degli allievi - partecipi delle ansie e delle stesse apprensioni di cui il giovane Giovanni Gentile lo mette a parte e al quale risponde con paterna, sentita partecipazione.

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Scheda bibliografica
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Autore Angelo Fanelli
Titolo La formazione scolastica di Donati jaia e il suo carteggio napoletano (1863 - 1884)
Editore Arti Grafiche Scisci Conversano
Prezzo contributo € 6,50
data pub. maggio 2007
In vendita presso: Emmaus - Conversano
Edicola p.za Castello - Conversano
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