Dissidi fra i Caracciolo di martina e gli
Acquaviva d'Aragona di Conversano
vuoto
Recensito per "Scaffale" da Francesco Saverio Iatta
  
Quaderni
Umanesimo della Pietra
Martina Franca - 2008

      Quanto ha caratterizzato il modo di vivere e quindi di apparire (quando si sono esibiti senza alcun pudore e/o ritegno sul palcoscenico del mondo) i feudatari del vice regno spagnolo sono proprio i loro modi di comportarsi che son poi addirittura passati in proverbio. Tanto erano divenuti così universalmente noti e deprecati tanto da apparire quasi unicamente inconsueti quanto negativi.
      Ciò che, infatti, ne ha caratterizzato le maniere di farsi valere, la stessa visione del mondo che indirizzava i loro intenti meno nobili si è rivelata, infatti, quasi unicamente una litigiosità endemica, un esasperato senso dell’onore conditi da un ostinato familismo amorale che, per questi motivi, non potette non essere che sinistramente allietato da efferate bestialità ed ammazzamenti. Fatti poi passare, il più delle volte, quasi unicamente come cavalleresche contese tra pari: perché giustificavano un unico imperativo categorico: dirimere macabre rese dei conti con ‘cavallereschi’ duelli.
      È nella ricostruzione di quel ginepraio di dissidi, contese, controversie e quindi poi ancora dissapori, rivalse e poi pure (ironia della sorte!) frequenti alleanze matrimoniali (che contraddistinsero gli altalenanti ‘rapporti’ che caratterizzarono, in maniera davvero singolare quanto caratteristica, i rapporti che stabilirono, nel corso dei secoli, gli Acquaviva d’Aragona del ramo di Conversano  e i Caracciolo di Martina Franca) che si è misurato Antonio Fanizzi nel suo ultimo “I dissidi tra i Caracciolo di Martina e gli Acquaviva di Conversano” Gruppo Umanesimo della Piera, Edizioni pugliesi, Martina 2008. 
      Nella sua erudita, doverosamente pignola quanto ragionieristica ricostruzione (letta in occasione della 5ª Giornata dei Caracciolo, ma poi oggi pubblicata negli “Atti del Convegno di studi 5ª Giornata dei Caracciolo memorial Maruska Monticelli Obizzi”, tenutisi a Martina Franca il 15 Dicembre del 2007) Antonio Fanizzi ricostruisce quel ginepraio d’interessi, quel groviglio inestricabile di privilegi e benefici e, poi ancora, conflitti, zuffe e risse che ripetutamente contrapposero gli Acquaviva e i Caracciolo: a seconda di come menava il vento.
      È da questo intricato garbuglio di risse (da cui derivava una vera e propria serie di nodi di vipere) ed alleanze matrimoniali che si dipana, nei suoi ambigui rapporti, uno spaccato storico in cui prevalgono (con una pervicacia tanto cinica quanto disperante) un distorto senso dell’onore, un disprezzo, programmaticamente perseguito delle regole (cui tutti si devono attenere: tutti, meno che i più prepotenti tra i potenti) e del buon senso civico. 
      È, quindi, grazie alla sua ricostruzione de “I dissidi tra i Caracciolo e gli Acquaviva” che Antonio Fanizzi ci fa tuffare in un universo di moralità e costumi (temporalmente lontani dai nostri giorni), ma che è, forse, all’origine delle nostre stesse attuali piccine miserie.
      Perché è da quel mondo (intriso di miserabili rivalse, di risentite ripicche) che noi, almeno in parte, sembriamo aver ereditato la stessa futile litigiosità, il medesimo familismo amorale, lo stesso malaugurato disprezzo per i beni che appartengono alla collettività.  Che, proprio perché cosa di tutti, i beni appartengono alla collettività divengono, solo ed unicamente, la prateria, senza leggi, in cui affondare, a man salva, gli artigli: per strapparne i bocconcini più desiderati.
      E, tutto questo guazzabuglio di interessi inconciliabili e di beghe miserabilmente contrastanti, ci fa quindi parere che il tempo sia trascorso inutilmente. 
      Che il tempo sia quindi trascorso davvero in maniera del tutto inutile: proprio perché sembra che le lezioni che ci dovrebbero venire dal passato pare che non ci abbiano insegnato che davvero un ben nulla. 
      Infatti, ancor oggi, pur a distanza di secoli dai nostri più o meno illustri predecessori, siamo tuttora impelagati nella difesa, in verità piuttosto miope, del nostro spregevole quanto meschino ‘particulare’.
Impelagatiquindi nella difesa, in verità piuttosto miope del nostro ‘particulare’, a spese, ovviamente, del bene della nostra collettività di cui, pur tuttavia, ci dichiariamo orgogliosamente i più fedeli interpreti e difensori. A parole.

Francesco Saverio Iatta

 

Scheda bibliografica
vuoto
Autore Antonio Fanizzi
Titolo dissidi fra i caracciolo di martina  e gli acquaviva d'aragona di conversano
Editore Gruppo Umanesimo della Pietra - Martina
Prezzo s.p.i.
data pub. dicembre 2008
In vendita presso:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
vuoto

Mostra posizione