Le carte del monastero di S. Benedetto 
nell' Archivio Diocesano di Conversano
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Recensito per "Scaffale" da Francesco Saverio Iatta
    
Collana Crescamus 10

     Rosaria Colaeo e Mariarosa Lippolis - che hanno curato la pubblicazione di “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano” (Scisci 2008, € 15) - nell’Introduzione (premessa alla regestazione e, cioè, al ‘riassunto’ delle parti essenziali delle stesse ‘carte’) sottolineano, felicemente, il rilievo che hanno i documenti da loro regestati e quindi, altrettanto correttamente, pongono in risalto il pregio che ha l’iniziativa editoriale che ha raccolto il frutto della loro certosina fatica. 
     Il valore delle ‘carte di S. Benedetto‘ - precisano la Colaleo e la Lippolis -  è dovuto, infatti, ad una serie di concomitanti e singolari fenomeni storico-sociali. 
     Le ‘carte di S. Benedetto’, per l’appunto, provano che il complesso monumen- tale di S. Benedetto è antichissimo; poi che vi fu accolto un gruppo di monache la cui badessa aveva - grazie ad antichissimi privilegi -  insegne vescovili, quindi mitra, pastorale e che, per ciò, le doveva obbedienza tutto il clero di Castellana; che i documenti custoditi dalle ‘badesse mitrate’ hanno, inoltre, un notevole valore anche perché attestano, in modo indiscutibile, la giurisdizione ‘nullius’ del cenobio benedettino e cioè che le badesse dipendevano direttamente dal Papa e non, quindi, dal vescovo di Conversano come le monache di altri ordini religiosi. 
     Le ‘carte’ dimostrano ancora che lo stesso monastero ebbe, come sue bades- se, numerose appartenenti a nobili casati: il che consentì al cenobio cistercense di accumulare pure un’enorme ricchezza patrimoniale che è anch’essa, per l’appunto, documentata dalle ‘carte’ custodite un tempo nell’archivio di S. Benedetto. 
     Il rilievo indiscutibile delle stesse ‘carte’ è, per di più, dovuto ad una serie di tragici eventi. Com’è noto gli altri archivi conversanesi sono andati distrutti a causa di alcuni incendi, per ciò, in mancanza di altre testimonianze le ‘carte di S. Benedetto’ permettono di ricostruire momenti della vita non solo della collettività religiosa ospitata in S. Benedetto quanto anche di alcune non modeste vicende della storia di Conversano e, quindi poi pure, non certo in sottordine, della stessa Castellana Grotte che fu, in sostanza, un feudo delle badesse. 
     Come rimarcano la Colaleo e la Lippolis i documenti regestati in ‘Le carte di S. Benedetto’ (decimo volume della collana ‘crescamus’ diretta da A. Fanelli e V. Castiglione Minischetti) hanno pregi indubitabili come, d’altro canto, ne ha lo stesso lavoro delle curatrici che ora ci è consegnato col volume di “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano”. Purtroppo, però, lo stesso è uno strumento di consultazione praticamente monco. E, quindi, in parte quasi inutile. Infatti il volume curato dalla Colaleo e dalla Lippolis non ha un indice dedicato a far reperire, rapidamente, i nomi citati nelle ‘carte’. Non ha, neppure, un indice dei toponimi (e cioè dei nomi delle località citate nei ‘trasunti’ e cioè negli essenziali compendi che riportano quanto è contenuto nelle carte regestate). Infine è privo (a voler essere pignoli!) poi pure di un indice analitico delle cose più notevoli contenute, per l’appunto, nelle preziose ‘carte’.
     Se, quindi, la Colaleo e la Lippolis non dedicheranno uno dei prossimi numeri dei ‘crescamus’ agli indici che danno precipua contezza del contenuto delle ‘carte’ che hanno regestate nel loro “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano”, il lettore comune quanto il ricercatore più esigente non avranno a disposizione una pubblicazione utilizzabile. 
     Questa risulterà inutilizzabile perché è, ora, priva di quegli strumenti di con- sultazione che - per l’appunto - permettono di compulsare, un voluminoso «catalogo-inventario», con rapidità e conseguendo, del pari, risultati concreti. 
     Senza indici, infatti, il volume delle ‘carte di S. Benedetto’ rischia di divenire uno strumento quasi inutile. Inutile, a meno che - per cercare un dato contenuto nel suo interno – non si debba leggere per intero il volume stesso. Mentre, invece, il volume che contiene la regestazione delle ‘carte di S. Benedetto’ è stato curato per dar conto, in modo quasi immediato, del suo contenuto. E, cioè, dovrebbe render conto di una mole oltremodo consistente e quindi inestimabile di pergamene; di platee; di documenti contabili; di bilanci; di benefici; di borderò di crediti ipotecari; di carteggi; di cautele di pagamenti; d’inventari; di convenzioni di affitti rustici ed urbani; di copie di documenti, di decreti delle sacre visite; di atti di donazioni concessioni e legati; di documenti riguardati la giurisdizione su Castellana; di atti delle liti; di relazioni delle viste ad limina, etc. 
     È per il motivo che abbiamo prima appena evidenziato che ‘le carte di S. Benedetto’ contengono, al loro interno, una vera e propria selva di nomi,  di toponimi e poi anche di cose notevoli (conversanesi e non) tra le quali  non è affatto possibile districarsise non si avrà, il più presto possibile, a disposizione una serie di indici affidati, per l’appunto, a un apposito prossimo volume dei “crescamus”, collana nella quale sono ospitate “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano”.
     Per quanto abbiamo più sopra fatto rilevare ci sia, quindi, permesso di far presente alla Colaleo e alla Lippolis quanto è stato fatto per volumi dello stesso genere. Ci riferiamo ai volumi che rendono conto di ‘Le fonti di Conversano, vol. I. L’archivio di Stato di Bari (Congedo 2001, pp. 232, € 21) e quindi di ‘Le fonti di Conversano, vol. II. L’archivio della Curia vescovile  (Congedo 2008, pp. 466, € 30).  
     Ci sia poi anche perdonato se rammentiamo alla Colaleo e alla Lippolis che, oggi, l’utilizzo di un Pc - provvisto di un word processor - facilita, notevolmente, la compilazione degli indici. Compilazione quest’ultima che invece, solo qualche decennio fa, era problematica e, quindi, per questa necessità si faceva ricorso, per l’appunto, alla proverbiale pazienza dei ricercatori. 
     Ora si ha, invece, a disposizione l’ausilio del Pc. Perché, quindi, non avvaler- sene? E rendere, per ciò, un ineludibile servizio a chi si avventura a compulsare il corposo volume che dà conto di “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano”?
     Queste ultime constatazioni ci fanno poi inoltre chiedere alla Colaleo e alla Lippolis perché mai il sito web dell’Archivio Diocesano
(vedi: www.archiviodiocesano.info), che mette in rete pure la stessa regestazione delle medesime ‘carte’, è dotato di un motore di ricerca che permette all’utente di Internet di ‘navigare’ tra le carte dell’Archivio e ricercarvi, velocemente, quanto si desidera e, invece, al contrario la regestazione delle stesse ‘carte di S. Benedetto’, trasferita su supporto cartaceo, non è stata fornita di un analogo ‘motore’ che, nel caso specifico, non è altri che un indice dei nomi? Quest’ultimo è di certo un vecchio ‘ferro del mestiere’ ma, pur tuttavia, è ancor oggi insostituibile: tanto che contribuisce a rendere il libro che ne è provvisto una delle più efficienti macchine per apprendere.

Francesco Saverio Iatta

 

Presentazione
    
Collana Crescamus 10

Il grande, e non ancora del tutto conosciuto, Francesco Giuliani sr., non solo illustre notaio di Conversano ma anche il primo storico della città (antesignanus ... antiquitatis studiosissimus), di cui lo stesso Paolo Antonio Tarsia tesse l'ammirato elogio (P. A. Tarsia, Historiarium Cupersanensium libri tres, Mantuae Carpethanorum <Madrid> 1649, p. 22), poco prima del 1640 inviava all'abate Ferdinando Ughelli una succinta storia della città attinta dalle pergamene e dai documenti archivistici, perché redigesse quella famosa e fondamentale Italia sacra che permise finalmente di far conoscere a tutti la storia di tutte le Chiese italiane. La larga fortuna dell'opera ebbe il seguito nell'edizione del 1717-22 curata da Niccolò Coleti, che la integrò negli anni successivi a quelli in cui si fermava l'abate e ad essa si fa riferimento ancor oggi.
Delle historie del nostro Giuliani ci restano solo pochi frammenti conservati nei codici vaticani e di essi è già stato pubblicato il superstite Libro IV (cf A. Fanelli, Cronotassi episcopale della Chiesa di Conversano, Galatina 1987, pp. 159-196). Nel suo conciso e ancora inedito De abbatissa, peraltro mutilo, così lumeggiava il monastero di S. Benedetto: Positum est monasterium in civitate Cupersani, quae planiciem habet amplam, oleis et vitibus omniumque fructuum arboribus mirum in modum consitam prope mare Adriaticum ( ... ) splendent multa in monasterio preditto et templum habet satis antiquum, nec in illo parum structurae turrim habet conspicuam et domum quam inhabitat sacra et illustrisfamilia monialium; illud struxit primo lapide iacto Goffridus inclytus comes et dominator Cupersani et tantorum honorum atque opum cumulavit anno MLXDY11 ... (Biblioteca Apostolica Vaticana, Barberino Latino 3234, E 119r) (11 monastero si trova a Conversano, città la cui pianura vicina al mar Adriatico è feconda in modo straordinario di ulivi, viti e di ogni albero da frutto ... ; esso rifulge di molte splendide opere: la chiesa abbastanza antica <ma il nucleo originario è romanico>, una torre di pregevole fattura <si riferisce a quella normanna>, e vi dimorano monache di famiglie nobili; la prima costruzione fu fatta da Goffredo, illustre conte e dominatore di Conversano che dotò il cenobio di numerosi onori e ricchezze nel 1087 ... ).
E della sua grande competenza di studioso le badesse si avvalsero ripetutamente per conoscere e tutelare la propria storia affidandogli l'incarico di trascrivere le antiche scritture contenute nelle pergamene confluite in un codice manoscritto dallo stesso con il titolo: Registrum scripturarum sacri coenobii monialium Sancti Benedicti Cupersani S. Sedi Apostolicae imediate <sic> subiecti (Archivio Diocesano Conversano, S. Benedetto, busta 37.1). Ma ugualmente intensi furono i legami del Giuliani, e non solo come notaio, con l'episcopato e il clero cittadino: ne è prova l'affresco di recente venuto alla luce nel chiostro dei Paolotti in cui è testimoniata la sua committenza di una lunetta raffigurante la guarigione di uno c'haveva la mano stroppiata ad opera di s. Francesco da Paola; e fu proprio nella chiesa dei Paolotti che volle per testamento farsi seppellire (Archivio Diocesano Conversano, Protocolli notarili n. 135, a. 1646, ff. 31r-32r).
Proprio la plurisecolare e famosa storia benedettina ci ha indotti a pubblicare prioritariamente tutto il suo patrimonio archivistico, ultimamente revisionato, integrato e regestato nelle serie mancanti da Rosaria Colaleo e Mariarosaria Lippolis, alle quali va la nostra e la gratitudine di tutti, che si aggiunge a quella per le precedenti operatrici Antonella Caprio e Cristiana Guarnieri. Ma il nostro intento è quello di consegnare successivamente nelle mani di ogni studioso tutti i materiali regestati della città di Conversano e degli altri paesi che costituivano l'antica diocesi prima dell'unificazione del 30 settembre 1986.

Angelo Fanelli e Vito Castiglione Minischetti 
Scheda bibliografica
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Autore Rosaria Colaleo - M. Lippolis
Titolo Le carte del monastero di S. Benedetto
nell'Archivio Diocesano di Conversano
Editore Arti Grafiche Scisci Conversano
Prezzo contributo € 15,00
data pub. 2008
In vendita presso: Coop. Armida Conversano Telefono: +39 080 4959510
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