La chiesa e il Convento dei Paolotti di Conversano
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Nella prima metà del XVII secolo sorsero la chiesa e il convento dei Paolotti in Conversano, sul luogo già occupato dalla cappella di Sant’Angelo, posta al di fuori del centro urbano.
La fondazione si deve all’abate Giulio Cesare Tarsia, mediante la donazione della cappella effettuata nel 1619. Il convento crebbe nel corso dei secoli, con il concorso della collettività conversanese e grazie alle attività dei frati.
In seguito alla soppressione dell’Ordine dei seguaci della regola di S. Francesco da Paola, il convento divenne agli inizi dell’Ottocento sede del Seminario vescovile. Per questo furono svolti impegnativi lavori, specialmente intono al 1860 per opera del vescovo mons. Mucedola e sotto la direzione dell’architetto Sante Simone, che diede alla facciata rivolta al Castello la bella veste neoclassica tuttora conservata.
Nella facciata della chiesa, semplice e lineare, si apre il portale centrale sormontato da un timpano triangolare e da un finestrone rettangolare al livello superiore. A coronamento del prospetto emerge un imponente timpano curvilineo.
L’interno, a navata unica, presenta sulle fiancate laterali grandi lesene sormontate da capitelli ionici, tra le quali si aprono le cappelle adornate da altari e tele di epoche diverse, alcune delle quali eseguite dal pittore Samuele Tatulli di Conversano. La statua in carparo di San Michele Arcangelo, posta in una nicchia della conca absidale, proviene dal nucleo originario della chiesa. Sempre nell’abside è collocata la tela del pittore napoletano Paolo Finoglio, raffigurante la Vergine con Bambino e i Santi Sebastiano e Rocco, ascrivibile al primo decennio del secolo XVII. Sebbene considerata una copia del dipinto eseguito da Palma il Giovane per la Cattedrale di Monopoli, la pala d’altare riflette l’abilità pittorica propria del Finoglio; in particolare è chiara l’affinità dei cherubini di questa opera con quelli del San Benedetto e San Biagio, ritenuto quest’ultimo il capolavoro dell’artista napoletano.
Il pulpito ligneo esagonale decorato con testine di cherubini e con l’emblema dell’ordine dei Minimi, ovvero il sole con la scritta CHARITAS, risale al pieno Seicento ed è opera di abili intagliatori locali. Entro i riquadri della cantoria sono collocati sei dipinti raffiguranti scene della vita di S. Francesco da Paola, realizzati dal pittore pugliese Domenico Antonio Carella, molto attivo a Conversano nel XVIII secolo.
La volta a botte, decorata a lacunari esagonali, completa quell’impressione di unità data dall’aula unica, propria delle chiese francescane.

 

Fonte: di Vincenzo Pugliese
 

 

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