Stanza d’anima è spazio tempo nuovo, che procede dalla vita sospesa, trattenuta, negata.
Come da un confine labile tra il dentro e il fuori, è luogo non luogo di un’azione poietica che emerge da una dimensione accidentata della storia collettiva, di tormento, disincanto, dissidio.
Ne possiamo rintracciare l’abbacinante miraggio, il limite, nell’ossimoro a cui si consegna vita e scrittura, come a un binario ineludibile di viaggio.
A partire da una percezione della condizione umana, non solo individuale ma collettiva, invita a guardare fuori dalle logiche di massificazione, a superare sbandamenti, cadute, a recuperare una bolla invisibile di energia vitale. Stanza d’anima è una postazione che pone un argine al dictat della comunicazione mediale e virtuale, è una lente d’ingrandimento per recuperare segni o suoni che possano riconnettere all’umano.
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