Il 14 maggio è stato presentato al pubblico il volume “Noci, un Comune del Mezzogiorno nella Grande Guerra” (Bari, Edizioni dal Sud, 349 p., € 20,00) del compianto professore Giulio Esposito (1959-2015). L’iniziativa, promossa dall’IPSAIC (Istituto pugliese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea) di Bari e dal Comune di Noci, è rientrata nel più vasto quadro delle qualificate attività per la commemorazione del centenario della Prima Guerra Mondiale coordinate dalla Prefettura di Bari. A illustrare l’ultimo segmento della ricca eredità culturale dello stimato studioso sono intervenuti Domenico Nisi (sindaco di Noci), Mario Volpe (Vice Prefetto di Bari) e Vito Antonio Leuzzi (direttore dell’IPSAIC), coordinati dal direttore della Biblioteca Giuseppe Basile. L’opera con progettualità e metodo scientifico innovativi indaga un àmbito della Grande Guerra poco trattato dalla storiografia: quello della vita amministrativa e civile a livello locale. Eppure, come sottolinea l’autore, l’attenzione agli anni della prima guerra mondiale è determinante per comprendere gli sviluppi futuri nella vita di piccoli e grandi centri del Nord e del Sud. Comunità che sia pur lontane dalle vicende belliche videro stravolte le loro già precarie condizioni, patendo disagi e pagando un caro prezzo di sangue (283 furono i caduti nocesi). Il volume, frutto di un lungo, difficile, appassionato, diligente e rigoroso lavoro di ricerca, offre una panoramica della comunità nocese, che assurge a paradigma di qualsiasi comunità meridionale, in un arco storico che dagli inizi del XX secolo arriva alle elezioni amministrative del 1920. Tale scelta è motivata dalla necessità di ripercorrere i “precedenti” e dalla presa d’atto che i cambiamenti indotti dalle scelte amministrative e politiche avvenute durante la guerra si protraggono sul piano economico e sociale almeno fino al 1920, quando a Noci, ad esempio, il partito socialista, guidato da Vincenzo Guerra, rivince le elezioni amministrative dopo la storica affermazione del 1914. La pubblicazione è destinata anche, o meglio soprattutto, ai giovani: l’autore aveva particolarmente a cuore le nuove generazioni per le quali spendeva competenze ed energie, fermamente convinto che soltanto attraverso la conoscenza e la ricerca della verità è possibile raggiungere la libertà di pensiero e la capacità di autodeterminazione. Esposito chiude la presentazione all’ opera - che va ad occupare un posto di rilievo nella storiografia regionale e che rappresenta un esempio anche a livello nazionale - scrivendo: “Che questo lavoro abbia comunque messo in salvo una parte di questa storia è motivo di nostra soddisfazione ed atto d’amore, mi sia consentito, verso Noci”. I nocesi sappiano apprezzare il prezioso dono dell’illustre concittadino d’adozione e ne facciano buon uso! Grazie Giulio!
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