La proposta di modellare itinerari turistici pugliesi e di attrezzarli perché possano essere goduti da coloro che per un motivo qualsiasi, occasionale o permanente, ne siano impediti, non è in sé originale, ma lo diventa se scaturisce come risultato di uno studio organico e approfondito delle condizioni dell'handicap, del suo porsi in relazione al tempo libero e delle cause che ne impediscano il godimento.
Perché il pur variegato e ricco turismo degli anziani e degli handicappati non si spinge fin nella nostra regione? perché, pur in presenza delle condizioni necessarie per lo sviluppo turistico delle nostre zone, il clima, le attrezzature, la bellezza del paesaggio, la ricchezza delle testimonianze storiche e artistiche, non sia stato provveduto a abbattere le barriere? quali gli ostacoli, le mentalità arretrate, gli approcci nuovi, le leggi esistenti, la bibliografia nazionale e internazionale? e inoltre, quale la definizione concettuale di handicap in rapporto al tempo libero?
Da queste e da altre curiosità intellettuali è nato il progetto che, concepito in collaborazione con tre istituti universitari baresi, è stato presentato all’Assessorato regionale ai Servizi Sociali, giudicato di «rilevante interesse regionale» e finanziato per il primo anno, grazie anche alla sensibile attenzione dell’on. Enzo Binetti, all’epoca Assessore del ramo.
Ovviamente, alla curiosità di conoscere le risposte ai «perché» tecnici eravamo mossi da ben altre curiosità più profonde, umane, psicologiche, etiche e solidaristiche, connaturate agli scopi e alle finalità della nostra Associazione, che nella promozione dei diritti di tutti gli emarginati, sanciti dalla Costituzione, e, prima ancora, in un atto di amore e di testimonianza di fede e di solidarietà cristiana ha incentrato tutta la sua attività.
Il lavoro che presentiamo in questo volume è il risultato degli studi e delle ricerche condotte nel primo anno, ma il progetto ha durata triennale e alla conclusione offrirà alla Regione una mappa di itinerari da attrezzare per il turismo di anziani e di handicappati, che, se realizzata dalla stessa Regione e dagli Enti territoriali e statali competenti, non solo valorizzerà la nostra Puglia e il meridione, non solo creerà occasioni di inserimento lavorativo di giovani e di handicappati (che, per esempio, potrebbero gestire gli itinerari stessi, oltre che attrezzarli, attraverso forme di cooperazione), ma soprattutto avrà dato a noi la soddisfazione di avere utilmente e lealmente collaborato con la Istituzione a rimuovere alcune delle cause del disagio, che esclude ancora tanti cittadini dal godimento pieno dei loro diritti.
Perché in ciò vuole qualificarsi il nostro agire, nel non essere più solo l’agire che esaurisca il suo dovere sociale nell’offrire maggiore assistenza e nel sollecitare l’impegno pubblico, magari per integrarlo, per personalizzarlo o per nobilitarlo, ma nell'essere capaci di conoscere le cause che generano esclusione e emarginazione e indicare i mezzi per superarle e per vincerle.
Azione di integrazione e di supplenza dello Stato, ma anche azione di studio, di sperimentazione, di anticipazione, anche di programma, senza le quali si è generosamente solidali, si, ma si corre il rischio di essere sterili (salvo, si intende, l’alto valore morale della umana solidarietà).
|