Il Clima del Territorio di Conversano
vuoto
Presentazione di Gian Maria Zito
    
Precipitazioni, temperature e nuvolosità tra l'800 e il '900 a Conversano

La società moderna manifesta sempre maggiori preoccupazioni sui sempre più frequenti cambiamenti del clima. Eppure la Terra nel passato ha effettivamente subito notevoli cambiamenti climatici. Tralasciando le grandi glaciazioni avvenute in un lontano passato e facendo riferimento alle ricostruzioni del clima dal tempo che vide la comparsa dell'uomo sulla Terra, ci si trova di fronte a un quadro del tutto attendibile: periodi "freddi" e periodi "caldi" si sono succeduti nel corso del tempo sulla Terra. Ne sono state contate almeno 10 grandi glaciazioni.
In tempi a noi vicini, l'ultimo periodo "caldo", caratterizzato da un clima più mite di quello attuale, si è avuto nel medioevo; l'ultimo periodo "freddo" va dal 1500 al 1850: una delle cause della Rivoluzione Francese è da ricercare proprio nella carestia conseguente a inverni particolarmente freddi in tutta Europa. E' nota in letteratura come "piccola era glaciale o napoleonica".
Sono state individuate fluttuazioni climatiche molto meno marcate e su scala temporale ancora più piccola come per esempio quella verificatasi nella prima metà di questo secolo.
Sulla base della consapevolezza che tali variazioni climatiche si sono effettivamente verificate nel passato per cause naturali anche se ancora per larga parte sconosciute, l'uomo moderno si rende perfettamente conto che gli effetti che tali cambiamenti provocherebbero sulla società di oggi e su quella futura sarebbero di gran lunga più drammatici. Basta pensare a quelle popolazioni che hanno spinto la produzione di grano e di altri vegetali su terreni che sono ai limiti estremi della disponibilità di acqua. A ciò si deve aggiungere il sospetto (o forse la consapevolezza) che responsabile dei cambiamenti di oggi è l'accumulo di anidride carbonica e di altri gas serra nell'atmosfera per effetto dell'attività dell'uomo che ha bruciato in pochi decenni le scorte di carbonio immagazzinate per milioni di anni nei giacimenti di petrolio, carbone e metano.
In tale contesto è cresciuto l'interesse e l'attenzione per il clima, specie in quest'ultimo decennio particolarmente caratterizzato da stagioni "pazze": inverni caldi, estati torride, aumento spropositato dei fenomeni alluvionali, aventi spesso carattere devastante, fenomeni verificatisi anche in zone con un passato regime termopluviometrico moderato, l'estensione dei deserti in vaste aree, spesso messe a coltura dall'uomo, e così via. La frequenza con cui tali situazioni si presentano hanno modificato tutte le nostre convinzioni sul clima e sulla sua caratterizzazione temporale.
Lo studio condotto da Peppino Cacciapaglia risulta perciò di notevole interesse perché non solo tende a recuperare osservazioni strumentali che arricchiscono il nostro patrimonio di conoscenze ma anche per l'analisi comparativa che fa con altre osservazioni in tempi a noi più vicine. Le considerazioni finali dell'autore benché abbiano valenza prettamente locale aiutano a comprendere il clima e le sue vicende in un territorio la cui economia è strettamente legata alla agricoltura e a produzioni "pregiate" molto sensibili al clima e alle sue variazioni.

 

Prof. Gian Maria Zito
Docente di "Oceanografia e Meteorologia"
Corso di Studi in Scienze Ambientali Università di Bari - Sezione di Taranto
Recensione di Francesco Saverio Iatta
    
Precipitazioni, temperature e nuvolosità tra l'800 e il '900 a Conversano

      [MOREA, L’OSSERVATORIO METEREOLOGICO DEL LICEO E UNO STUDIO DI CACCIAPAGLIA]
A proposito della particolare apertura mentale del sacerdote Domenico Morea, nelle giornate di studio di recente a lui dedicate, è stato ricordata (vedi P. Mezzapesa, D. Morea. Una vita operosa al servizio della gioventù nel segno di Dio e della Patria, Monopoli 2002) come emblematica una sua iniziativa: l’aver accolto con entusiasmo la creazione di una stazione meteorologica. E che questa espletasse le sue funzioni avvalendosi delle competenze scientifiche dei docenti che operavano nel Convitto vescovile di cui era rettore. Innovazione che, confluita tra le altre, ha fatto sì che il Ginnasio Liceo di Conversano divenisse una delle realtà educativa tra le più singolari di tutto il Mezzogiorno. Il senatore Mezzapesa teneva a sottolineava, infatti, come Morea avesse accolto, con fattivo entusiasmo, l’invito del prof. Cosimo De Giorgi, che aveva già creato in Lecce un Osservatorio meteorico con una rete di trenta stazioni pluviometriche sparse per la provincia salentina. L’appello di De Giorgi era volto a far sì che s’installasse un’analoga rete di osservatori anche in Puglia. Morea fu tra i primi a rispondere all’invito. E un Osservatorio meteorico fu collocato su una terrazza del gabinetto di fisica del seminario. Così l’Osservatorio meteorologico di Conversano fu il terzo ad essere installato nella provincia di Bari, dopo quello di Locorotondo (1829) e quello della città di Bari (1884). A realizzare, materialmente, l’Osservatorio fu il geografo torinese Cosimo Bertacchi, docente presso il Convitto di Scienze naturali. Questi ne tenne la direzione dal giugno del 1885 al 1889. Gli successe, dopo il 1889, il professor Giambattista Sansonetti, docente di matematica e fisica, nello stesso Liceo Ginnasio. I due professori, quindi, curarono la trascrizione e l’invio delle relazioni scientifiche all’Ufficio centrale di Meteorologia di Roma, dal quale avevano avuto in uso il pluviometro e i termometri che permettevano loro di misurare le temperature massime e minime. L’anemometro, lo psicrometro (un dispositivo per la misura dell’umidità) e il barometro di Fortin (il solo strumento ancor oggi rinvenibile nel nostro Liceo) furono. invece, acquistati a spese del Liceo-Ginnasio. E, quindi, per volere e interessamento di Domenico Morea.

Se però Mezzapesa si è limitato a segnalare la meritoria iniziativa di Morea chi ha, invece, ricostruito, sin dalle sue origini, e con l’apporto di singolari novità non solo di natura storica, le vicende della nascita e, quindi, del funzionamento dell’Osservatorio meteorologico del nostro Liceo Ginnasio, e ne ha poi elaborato i dati scientifici che interessano il clima di Conversano, è stato - proprio di recente - un nostro concittadino (vedi Beppe Cacciapaglia, Il clima del territorio di Conversano. Precipitazioni, temperature e nuvolosità tra l’800 e il ‘900 a Conversano, Tipolito Pineta, Conversano 1999), ricercatore presso il Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università di Bari.

Naturalmente i preminenti interessi scientifici di Cacciapaglia lo hanno spinto a privilegiare nel suo contributo a studiare le caratteristiche peculiari del clima di Conversano e del suo territorio. E questo gli è stato possibile grazie “al rinvenimento, nella biblioteca del Convitto vescovile, di una serie di registri in cui ogni giorno sono state registrate le variabili climatiche nell’arco di tempo compreso fra il 1885 e il 1897”. Sulla scorta di queste dettagliate trascrizioni Cacciapaglia ne ha dedotto il clima. Anche se poi per un’analisi completa delle caratteristiche climatiche del territorio di Conversano questi primi dati sono poi stati integrati dalle osservazioni effettuate negli anni posteriori al 1921. Per questo successivo periodo Cacciapaglia ha, infatti, potuto utilizzare le osservazioni che sono state eseguite per le precipitazioni in seguito e da altri osservatori posti nel medesimo territorio. Insieme di dati che poi sono stati integrati da altri elementi climatici dedotti mediante modelli di simulazione spaziale.

La monografia di Cacciapaglia è introdotta da una presentazione del professor Gian Maria Zito, docente di Oceanografia e metereologia dell’Università di Bari, anch’esso nostro concittadino. Quindi delinea quali erano le caratteristiche della stazione meteorologica di Conversano. E, quindi, riporta i dati della sua analisi del clima del territorio di Conversano. Il contributo di Caccipaglia ha, per ciò, permesso di stabilire, avvalendosi di modelli di simulazione, quali sono le caratteristiche del clima del territorio di Conversano. E quest’ultimo è risultato avere le seguenti caratteristiche. Che si possono così grosso modo compendiare: Conversano ha goduto e tutt’ora gode di un clima mite. E che per quanto riguarda la sua idrologia il clima di Conversano, e del suo territorio, “oscilla fra quello di una regione «subumida» e quello di una regione «arida»”.Il saggio di Cacciapaglia dedica. infine, un paragrafo alle “previsioni” meteorologiche dei nostri nonni. Questo è stato redatto in collaborazione con il defunto Gennaro Manosperta. E ricostruisce, nei loro singolari particolari, come alcuni nostri nonni si avventurassero nel determinare le loro previsioni meteorologiche. Così grazie alla memoria di Beppe Cacciapaglia abbiamo finalmente a disposizione non solo un contributo storico sulla nascita dell’osservatorio metereologico del nostro Liceo Ginnasio quanto, anche, una serie di dati preziosi che ci “aiutano a comprendere il clima [di Conversano]e sue vicende in un territorio la cui economia è strettamente legata all’agricoltura e a produzioni «pregiate» molto sensibili al clima e alle sue variazioni”

 

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Scheda bibliografica
vuoto
Autore Beppe Cacciapaglia
Titolo Il Clima del Territorio di Conversano
Editore Tipografia Pineta - Conversano
Prezzo s.i.p.
data pub. marzo 1999
In vendita presso: Comune di Conversano Assessorato all'Ambiente
vuoto