Ignazio Sardella incontra gli studenti e i docenti del
Liceo Scientifico “Sante Simone”
Conversano 7 mag. 2014
 
 
 
"Storia della rottura di simmetria"
 

 

 

 
Ignazio Sardella incontra gli studenti e i docenti del
Liceo Scientifico “Sante Simone”
Conversano 7 mag. 2014
 
 
 
"Storia della rottura di simmetria"
 


 
Sardella Ignazio

Note biografiche dell'autore
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Sardella Ignazio

Ignazio Sardella
Nata a Foggia 
il 21/04/1964
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Profilo professionale

Laurea: Fisica
Università: Bari
dottorato di ricerca: Fisica Teorica e della Meccanica Statistica 
dottorato di ricerca: Storia e Filosofia della Scienza, con studi sulla storia della rottura spontanea di simmetria.

Docente di Matematica e Fisica presso il Liceo Scientifico “Sante Simone” di Conversano. 
E’ membro del comitato scientifico della Collana Discese della casa editrice 
Palomar di Bari. 
Per tre anni docente a contratto presso il Politecnico di Bari, è insegnante di ruolo nella scuola secondaria superiore, per la quale ha scritto il volume di divulgazione scientifico-filosofica Il gatto di Schrödinger. Attualmente i suoi interessi vertono anche nel campo della Filosofia della Scienza 

 
Gli scritti di maggior rilievo

  • Il gatto di Schrödinger. La rivoluzione quantistica e il senso della realtà - (Conversano 2003)
  • Storia della rottura di simmetria -Dalla colonna di Eulero al bosone di Higgs il lungo cammino di un'idea - (Conversano 07/05/2014)
Note biografiche dettate dall'interessato
 
Il gatto di Schrödinger
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Prefazione di Franco Selleri

  
Il gatto di Schrödinger
La rivoluzione quantistica e il senso della realtà

Questa formula esprime il principio di indeterminazione, ovvero l'impossibilità di misurare simultaneamente ed esattamente la posizione e la quantità di moto di una particella. 
Il principio fu enunciato da Werner Heisenberg nel 1926. Da quel momento la fisica è cambiata, e con essa ciò che la maggior parte dei fisici pensa del mondo e della conoscenza umana. In questo volume cercheremo di capire perché.
formula

 

In questo agile libro Ignazio Sardella delinea un percorso attraverso gli sviluppi storici della meccanica quantistica che consente di entrare in contatto con alcune fra le più importanti dispute scientifico-filosofiche della fisica del Novecento. Va sottolineata la gradevole novità di un autore, laureato in fisica, che ritiene di dover fare i conti con la storia della sua disciplina per comprendere (e far comprendere) gli argomenti scientifici più fondamentali.
Mi è capitato in alcune occasioni di parlare dell'importanza della storia della fisica e una volta un docente liceale mi disse: "Non riusciamo neppure a terminare i programmi ministeriali, figurati se possiamo metterci a insegnare anche la storia della fisica! ". Ovviamente questo non è il modo giusto di vedere la cosa, perché si tratta semmai di insegnare i programmi ministeriali in chiave storica. È probabile che questo richieda uno sforzo di riqualificazione, ma ne vale la pena, anche dal punto di vista delle soddisfazioni che il docente può trarre dalle sue stesse lezioni e dal loro impatto sui discenti. L'esperienza mostra che anche dal punto di vista strettamente pedagogico è molto utile un insegnamento della fisica, che mantenga un rapporto costante fra la storia della disciplina e i suoi contenuti più tecnici.
Si tratta naturalmente di un annoso problema. Già cinquant'anni fa Erwin Schrödinger sottolineava l'importanza della storia della fisica, affermando: "La storia è la scienza più fondamentale perché non c'è conoscen¬za umana che non possa perdere il suo carattere scientifico quando gli uomini dimenticano le condizioni in cui ebbe origine, le domande a cui rispose e le funzioni per servire le quali fu creata". Aggiungeva poi che la fisica stava correndo il rischio di separarsi dalla sua base storica, senza della quale una comprensione reale della sua natura e delle sue conquiste sarebbe diventata impossibile. Purtroppo questo pericolo si è nel frattempo trasformato in una dura realtà. La ricerca e l'insegnamento scientifico odierni spesso ignorano completamente le congetture, i contrasti e i meccanismi di scelta che hanno generato le idee prevalenti, con il risultato che proprio le faccende più fondamentali e più discutibili sono accettate acriticamente.
Nel suo noto libro Struttura delle rivoluzioni scientifiche Thomas Kuhn ricorda di avere egli stesso dovuto cambiare radicalmente le proprie idee sulla natura della scienza dopo avere seguito un corso di storia della fisica mentre stava preparando la tesi di dottorato. Più tardi, dopo essere diventato un esperto di fama mondiale e avere acquisito conoscenze più approfondite di storia e filosofia della fisica, Kuhn si è dovuto convincere che i fisici accettano dogmaticamente i postulati basilari della loro scienza, e che "colui che appartiene a una comunità scientifica matura è, come il tipico personaggio del romanzo di Orwell 1984, la vittima di una storia riscritta da coloro che detengono il potere".
Insistendo sull'importanza della storia non voglio affatto dire che il giusto atteggiamento sia quello storicistico secondo cui i contenuti della scienza sarebbero in ultima analisi tutti storicamente determinati dalle mode culturali, o dai rapporti di produzione! No, la scienza è anche conoscenza della realtà oggettiva e come tale ha contenuti irreversibilmente validi. Per esempio si pensi all'affermazione: "II sole è una stella in tutto simile a quelle che vediamo brillare nel cielo notturno, solo più vicina". Mille altri esempi potrebbero essere dati, naturalmente, anche estratti dalla microfisica. E tuttavia la scienza non è affatto riducibile alle sue pur grandiose conquiste conoscitive, perché le sue strutture teoriche contengono anche affermazioni di carattere astratto, non derivabili dalle conoscenze empiriche. Contengono, inoltre, affermazioni che hanno carattere congetturale, e quindi provvisorio, la cui natura incerta è stata però dimenticata da molti scienziati, proprio a causa della rimozione della dimensione storica del pensiero scientifico. Così alcune importanti congetture (come quella del big bang) sono diventate quasi dogmi indiscutibili.
É un fatto evidente che persino le discipline più fortemente formalizzate (la matematica e la fisica teorica) sono state in realtà sviluppate intrecciando due diversi modi di ragionare. Il primo modo è quello qualitativo e dialettico ed è basato sul buon senso e sulle categorie generali di pensiero che abbiamo sviluppato nei molti millenni che hanno portato la razza umana ad affermarsi. Questo tipo di ragionamento serve nei momenti più importanti: la scelta della ricerca da fare, gli scopi che si prefigge, l'adozione di una strategia, il modo specifico di superare o aggirare gli ostacoli che ci si trova ad affrontare. Il secondo tipo di ragionamento è invece quello strettamente matematico, dunque rigoroso, basato sulla logica non contraddittoria, ed è relativamente recente dato che è stato inventato appena tremila anni fa. Questi due diversi modi di ragionare si completano l'un l'altro e la scienza moderna non sarebbe stata possibile se uno di essi fosse venuto a mancare.
Il ragionamento qualitativo e quello quantitativo-formale sono paragonabili al guidatore e alla sua automobile. Quanto faticoso sarebbe fare a piedi un viaggio di mille chilometri! E invece lo si fa in un numero ragionevole di ore usando una moderna autovettura. Il grande guadagno in velocità è reso possibile dalla sofisticata tecnologia moderna. Tuttavia sarebbe stupido se la ben giustificata ammirazione per il progresso tecnico ci portasse a pensare di eliminare il guidatore. Chi potrebbe determinare le motivazioni del viaggio e la destinazione da raggiungere? Chi sceglierebbe il percorso da seguire fra le diverse alternative possibili? Chi potrebbe ovviare ai tanti piccoli inconvenienti inattesi che potrebbero manifestarsi? Allo stesso modo nella scienza il ragionamento qualitativo dirige quello formale e cerca di sfruttarne al massimo la potenza. Dunque ogni scienziato ha una strategia, e questa si manifesta naturalmente ben più nei suoi ragionamenti qualitativi e generali che nei passaggi tecnici e formali. Anzi, nella misura in cui un ragionamento matematico è rigoroso non c'è nulla di soggettivo che vi possa essere presente perché sarebbe fatto allo stesso modo da ogni altro ricercatore. Infatti oggi i calcoli matematici di una ricerca di fisica teorica o di matematica pura, anche i più astratti, vengono sempre più spesso effettuati, o almeno controllati, con un calcolatore usando particolari programmi (come Mathematica) con un forte guadagno di tempo e con una quasi completa eliminazione delle possibilità di errore.
Ma la soggettività è presente, e come, nella scienza moderna. Se si pensa al profondo e irrisolto dibattito fra Einstein e Bohr nella fisica dei quanti, o alle opposizioni di certi fisici al relativismo, o ancora al dibattito sull'origine dello spostamento verso il rosso degli spettri degli oggetti extragalattici, ci si rende conto dell'esistenza di grandi problemi irrisolti nella fisica contemporanea. Le scelte dei diversi scienziati di parteggiare con calore per questa o per quella soluzione non possono che derivare da motivazioni non riducibili a una indiscutibile evidenza empirica. E proprio qui che entrano in campo i condizionamenti culturali e le scelte filosofiche di ciascuno! Ed è per questo che un'insegnamento astorico basato su scelte rigide non mette lo studente liceale di fronte alle diverse importanti alternative ancora aperte e lo obbliga o a rifiutare nel suo intimo le discipline scientifiche, o a compiere un atto di fede proprio là dove sarebbe più facile interessarlo agli sviluppi della scienza: sulle questioni fondamentali. Naturalmente non vale in generale l'idea di seguire il parere della maggioranza. Sulla guida delle maggioranze è giustamente fondata ogni democrazia, ma la scienza ha natura diversa e se avessimo seguito il parere della maggioranza degli astronomi contemporanei a Galileo staremmo ancora a calcolare epicicli, invece di spedire sonde nell'intero sistema solare e di usare i grandi telescopi per conoscere le profondità dell'universo!
Occorre dunque un tipo di insegnamento storico e critico, ben diverso da quella forma di indottrinamento preventivo che viene talvolta praticata nelle scuole medie superiori (naturalmente l'indottrinamento finale ha luogo all'università). Per raggiungere questo livello i nostri docenti dovranno rieducarsi autonomamente. Esistono per fortuna in Italia, già tradotte, tutte le principali opere storiche utili ad affrontare l'insegnamento delle materie scientifiche in una chiave diversa (Koyré, Crombie, Clagett, R. Hall, Sambursky...). Esistono perché ha funzionato quello che Gramsci chiamava il cosmopolitismo dei nostri intellettuali, e questo ci pone in condizioni favorevoli rispetto ad altri paesi europei più chiusi alle influenze culturali esterne. D'altra parte c'è anche una specifica tradizione italiana da non sottovalutare, che risale a Federigo Enriques, Giorgio de Santillana, Guido Castelnuovo, e altri. E ci sono infine, in buon numero, gli storici della fisica che operano nei dipartimenti di fisica delle università italiane e i docenti liceali, come Sardella, che si muovono nella giusta direzione storico-critica.

 

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Quarta di copertina

 

È vivo o morto il gatto di Schrödinger? Possiamo conoscere la sua sorte senza guardare nella scatola in cui si trova? Per dare una risposta alle domande poste dal celebre paradosso ideato dal fisico Erwin Schrödinger siamo costretti a riflettere sulle categorie fondamentali su cui si basa il nostro modo di pensare e di vivere: i concetti di realtà oggettiva e di causalità, entrambi messi in crisi dalla cosiddetta interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica, la più sconcertante teoria fisica elaborata nel Novecento. È in questo secolo infatti che si rende evidente una contraddizione: la scienza, i cui trionfi hanno cambiato la vita degli uomini, ridimensiona le sue aspettative sulla possibilità di fornire un quadro unitario e convincente dei fenomeni naturali, approdando ad una concezione sempre più limitativa della conoscenza umana. In questo volume, attraverso l’analisi delle intuizioni dei fondatori della nuova fisica, si ripercorre il cammino che ha portato all’affermazione di queste idee. 
Nella prefazione, Franco Selleri, autorevole oppositore dell’interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica, svela i presupposti filosofici alla base di questa teoria chiarendo i termini di una battaglia ideale, combattuta tra gli altri da Albert Einstein, il cui esito appare tutt’altro che deciso.

Franco Selleri
Scheda bibliografica
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Autore Ignazio Sardella
Titolo Il gatto di Schrödinger
Editore Palomar di Alternative s.r.l. Bari
Collana "Discese" (piccola biblioteca di scienze sociali)
Prezzo € 10,00
data pub. maggio 2003
In vendita presso:
 
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Storia della rottura di simmetria 
Dalla colonna di Eulero al bosone di Higgs
il lungo cammino di un'idea
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Prefazione di Giorgio Parisi

  
Storia della rottura di simmetria  Dalla colonna di Eulero al bosone di Higgs il lungo cammino di un'idea
METAMORPHOSEON / 4
Collana di storia della scienza
e delle tecniche

Sono stato colpito molto piacevolmente dalla lettura della Storia della rottura di simmetria. È raro trovare un libro di storia della scienza come questo, il cui autore conosca a fondo le implicazioni scientifiche delle scoperte e sia nello stesso tempo in grado di raccontare gli eventi in maniera interessante e fruibile dal grande pubblico, senza però introdurre semplificazioni eccessive.
Tuttavia quello che mi ha impressionato di più è stato il rendermi conto della mia profonda ignoranza dell'argomento. Infatti io dovrei conoscere bene la storia della rottura di simmetria. Mi sono laureato nel 1970 (solo otto anni dopo il 1962, data in cui si chiude la vicenda raccontata nel libro) con una tesi di laurea proprio sul bosone di Higgs; il relatore era Nicola Cabibbo, ma l'argomento (la verifica dell'invarianza di gauge nelle teorie con rottura spontanea delle simmetrie di gauge) era stato suggerito proprio da Giovanni Jona Lasinio. La rottura di simmetria è forse il Leit-Motiv più importante dei miei studi e si ritrova nella maggior parte dei lavori di fisica che ho scritto. Nonostante questo mio profondo interesse professionale, ho scoperto di sapere molto poco della sua storia, che invece credevo di conoscere.
La storia della scienza è trascurata dagli stessi scienziati: certo sappiamo di Galileo, Newton, Einstein, Fermi, sappiamo più o meno le date delle scoperte più importanti, ma abbiamo una conoscenza molto scarsa della storia delle idee, delle difficoltà che hanno incontrato, dei cammini tortuosi che hanno dovuto percorrere. I libri di fisica, i manuali e gli stessi articoli di ricerca presentano i risultati ottenuti nella forma più compatta e più elegante, e non lasciano vedere la grande fatica intellettuale che è stata necessaria per raggiungerli. Normalmente gli stessi autori presentano le loro conclusioni in forma compiuta e non accennano nemmeno alle false partenze, alle peripezie che hanno attraversato prima di approdarvi.
La storia della rottura di simmetria è affascinante. Negli ultimi due secoli la storia della fisica è stata attraversata dalla tensione tra il desiderio di mantenere la massima simmetria nelle leggi della fisica e la necessità di rompere questa simmetria nella descrizione del mondo reale; per esempio le leggi della fisica non dipendono dal tempo, e ciò nonostante l'universo evolve: il futuro è differente dal passato. 1 libro effettua una ricostruzione precisa dei tanti problemi fisici (per esempio: magnetismo, cristalli, superconduttività) in cui la simmetria ha giocato un ruolo estremamente importante, e mostra come il ruolo della simmetria in fisica si sia progressivamente modificato fino ad arrivare alla formulazione attuale. L'esposizione è sempre storicamente accurata, ma si concentra intelligentemente sulle grandi idee, passando sopra, per quanto possibile, ai dettagli tecnici. Ne risulta un viaggio avvincente nella storia di una delle idee guida della nostra attuale comprensione dell'universo fisico: una lettura da non perdere per tutte le persone colte, interessante per gli specialisti ma accessibile ai non specialisti.

Giorgio Parisi
 

METAMORPHOSEON
COLLANA DI STORIA DELLA SCIENZA E DELLE TECNICHE

 

L’aver riconosciuto che il divenire del mondo rappresenta l’estrema minaccia in quanto in esso abitano le metamorfosi, le nascite e le morti, l’uscire dal Nulla e il rientrare nel Nulla, ha portato di necessità l’Occidente a percorrere la strada dell’episteme, della scienza che tende a costruire una conoscenza incontrovertibile, ossia un sapere che “sta fermo” (episteme) nella verità. L’iridescenza proteiforme del cosmo indifferenziato, i fenomeni cangianti, le apparizioni e le sparizioni, le metamorfosi degli oggetti provocano nell’uomo che li vive lo stupore ammirato: il thaumazein. Il farsi altro dall’apeiron è percorrere i sentieri della metamorfosi, le strade dell’apparire e dello scomparire, del nascere e del morire (l’origine da – l’annullarsi in). In definitiva è l’ingresso nella storia e il sottomettersi al destino.
In “Metamorphoseon” sono pubblicate opere di alto livello scientifico, anche in lingua straniera per facilitarne la diffusione internazionale. I direttori approvano le opere e le sottopongono a referaggio con il sistema del “doppio cieco” (double blind peer review process) nel rispetto dell’anonimato sia dell’autore, sia dei due revisori che scelgono: l’uno da un elenco deliberato dal comitato di direzione, l’altro dallo stesso comitato in funzione di revisore interno. I revisori rivestono o devono aver rivestito la qualifica di professore universitario di prima fascia nelle università italiane o una qualifica equivalente nelle università straniere. Ciascun revisore formulerà una delle seguenti valutazioni: a) pubblicabile senza modifiche; b) pubblicabile previo apporto di modifiche; c) da rivedere in maniera sostanziale; d) da rigettare; tenendo conto della: a) significatività del tema nell’ambito disciplinare prescelto e originalità dell’opera; b) rilevanza scientifica nel panorama nazionale e internazionale; c) attenzione adeguata alla dottrina e all’apparato critico; d) adeguato aggiornamento normativo e giurisprudenziale; e) rigore metodologico; f ) proprietà di linguaggio e fluidità del testo; g) uniformità dei criteri redazionali.
Nel caso di giudizio discordante fra i due revisori, la decisione finale sarà assunta da uno dei direttori, salvo casi particolari in cui i direttori provvederanno a nominare tempestivamente un terzo revisore a cui rimettere la valutazione dell’elaborato. Il termine per la valutazione non deve superare i venti giorni, decorsi i quali i direttori della collana, in assenza di osservazioni negative, ritengono approvata la proposta. Sono escluse dalla valutazione gli atti di convegno, le opere dei membri del comitato e le opere collettive di provenienza accademica. I direttori, su loro responsabilità, possono decidere di non assoggettare a revisione scritti pubblicati su invito o comunque di autori di particolare prestigio.


Qual è la genesi dell’idea di rottura di simmetria? Nonostante la straordinaria importanza, consacrata dalla recente rivelazione del bosone di Higgs ad opera della più grande impresa scientifico-tecnologica mai progettata (l’acceleratore di particelle LHC di Ginevra), questo concetto cardine della fisica teorica non ha ancora ricevuto adeguata attenzione dagli storici. L’opera indaga un lungo periodo (dalla fine del Settecento alla metà del Novecento), illustrando le idee innovative emerse in una varietà di settori di ricerca assai distanti (transizioni di fase, stato solido, teoria quantistica dei campi...), e seguendone la confluenza in un’unica, grande visione. L’autore analizza memorie di grande importanza a volte scarsamente citate o sottovalutate; sottolinea i contributi di personalità e scuole nazionali evidenziando le reciproche influenze; pone in rilievo le caratteristiche dei diversi approcci metodologici. Emerge così l’importanza della “fertilizzazione incrociata” fra campi diversi come motore per la generazione di nuove idee nella fisica successiva alle rivoluzioni scientifiche del Novecento.
Scheda bibliografica
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Autore Ignazio Sardella
Titolo Storia della rottura di simmetria 
Dalla colonna di Eulero al bosone di Higgs il lungo cammino di un'idea
Editore ERMES Servizi Editoriali Iintegrati S.r.L.
Prezzo € 30,00
data pub. giugno 2013
In vendita presso:
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