La Sinistra del Terzo Millennio
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Prefazione di Mario Loizzo
  
Quaderno n. 3

Nello scritto di Dionigi Lorusso sono analizzate correttamente le ragioni delle difficoltà della sinistra dopo l'89; ma, al contempo, si ribadisce la necessità storica del ruolo politico della sinistra, che nasce dall'esigenza di regolare nuovi squilibri sociali prodotti dal capitalismo globale. Lorusso sottolinea giustamente che il crollo del socialismo reale ha rappresentato il momento culminante di una sfida tra diversi modelli sociali che già da tempo vedeva vincente l'organizzazione sociale basata sul binomio capitalismo-liberaldemocrazia. Perché questo successo? Certamente perché lo sviluppo economico della società aperta ha prodotto maggiore benessere diffuso, ed è quindi risultato più attraente rispetto al dirigismo vincolistico del collettivismo autoritario. Non dobbiamo però sottacere, nel valutare l'esito della sfida, l'importanza del carattere libero e democratico delle istituzioni dei paesi occidentali, nonché il fatto che in questi sistemi politici l'esistenza di un welfare più o meno esteso è il frutto della forte presenza della sinistra e del mondo del lavoro organizzato.
E' stata dunque sconfitta la sinistra antidemocratica che ha costruito regimi totalitari, non la sinistra che è riuscita a contrastare le disuguaglianze e a distribuire la ricchezza garantendo la libertà.
Piuttosto va detto che l'apertura sregolata dei mercati e il nuovo disordine mondiale, seguiti all'89, da un lato generano pericolosi e illegittimi conflitti, come la guerra irachena; dall'altro mettono in discussione i diritti fin qui conquistati: risulta infatti difficile limitare la forza di potenze economiche sopranazionali con gli strumenti politici sempre più deboli degli stati nazionali. Qui nascono le incertezze della sinistra: essa finora era riuscita, almeno in Occidente, a tutelare i più deboli costruendone il protagonismo sociale e politico; ma ora la difficoltà di comprendere il nuovo scenario la costringe spesso in un ruolo subalterno o puramente difensivo.
Come affrontare la nuova fase?
Innanzitutto occorre analizzare le nuove contraddizioni della globalizzazione. Come scrive Lorusso, è sempre più visibile il contrasto tra paesi poveri e paesi ricchi, così come si accrescono le sperequazioni all'interno delle cittadelle capitalistiche, e si sviluppa persino una nuova concorrenza tra territori: si arricchiscono alcune regioni dell'ex mondo sottosviluppato, che offrono minori costi del lavoro e minori tutele sociali, mentre declinano le zone che stentano ad attrezzarsi sui nuovi modelli efficientisti. Le nuove diseguaglianze sono il risultato di un capitalismo aggressivo e senza limiti, che non solo tende a comprimere la centralità del lavoro, ma produce enormi danni all'ambiente, cerca di controllare l'informazione e la ricerca, di omologare le identità e ricondurre a sé ogni ambito di vita. La missione della sinistra non può che essere rivolta a riaffermare i propri valori costitutivi, cioè a lavorare per l'uguaglianza, a difendere la dignità umana e del lavoro, a proteggere i diritti, le differenze, l'accesso ai beni pubblici primari.
Ma bisogna considerare che questi principi sempre validi, e perciò da conservare, vanno poi riformulati e concretizzati alla luce dei cambiamenti in atto. Ad esempio non potremo a lungo impedire la svalorizzazione del lavoro nel nostro mondo se non tuteleremo i diritti e non combatteremo lo sfruttamento di chi lavora nel Sud e nell'Est del pianeta; non riusciremo a difendere lo stato sociale se non affronteremo la questione fiscale a livello interstatale; non contrasteremo la marginalità del nostro Mezzogiorno, se non svilupperemo la cooperazione economica e culturale con i nostri vicini dei Balcani e del Mediterraneo. E' necessario, certo, modernizzare il welfare, il mercato del lavoro e la pubblica amministrazione ma il cambiamento non può essere finalizzato alla compressione dei costi, bensì all'accrescimento delle opportunità nella competizione globale. Occorre rovesciare il primato dell'economia e restituire alla politica democratica il suo compito essenziale: promuovere e proteggere le libertà soggettive, regolare i conflitti e limitare i poteri. Si profila allora l'urgente necessità di un soggetto politico sopranazionale, in grado di porre argine alla legge del più forte. Questo soggetto, lo sappiamo, è l'Europa: la sua architettura è ancora in fieri, i suoi fini appena delineati, ma è ad essa che affidiamo la speranza di un mondo non abbandonato al disordine e alla guerra permanente.

 

Mario Loizzo
(Consigliere Regione DS)
Scheda bibliografica
vuoto
Autore Dionigi Lorusso
Titolo La Sinistra del Terzo Millennio
Editore Povero Editore
Prezzo s.i.p.
data pub. maggio 2003
In vendita presso:
Dionigi Lorusso
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La Sinistra del Terzo Millennio
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Prefazione di Mario Loizzo
  
Quaderno n. 3

Nello scritto di Dionigi Lorusso sono analizzate correttamente le ragioni delle difficoltà della sinistra dopo l'89; ma, al contempo, si ribadisce la necessità storica del ruolo politico della sinistra, che nasce dall'esigenza di regolare nuovi squilibri sociali prodotti dal capitalismo globale. Lorusso sottolinea giustamente che il crollo del socialismo reale ha rappresentato il momento culminante di una sfida tra diversi modelli sociali che già da tempo vedeva vincente l'organizzazione sociale basata sul binomio capitalismo-liberaldemocrazia. Perché questo successo? Certamente perché lo sviluppo economico della società aperta ha prodotto maggiore benessere diffuso, ed è quindi risultato più attraente rispetto al dirigismo vincolistico del collettivismo autoritario. Non dobbiamo però sottacere, nel valutare l'esito della sfida, l'importanza del carattere libero e democratico delle istituzioni dei paesi occidentali, nonché il fatto che in questi sistemi politici l'esistenza di un welfare più o meno esteso è il frutto della forte presenza della sinistra e del mondo del lavoro organizzato.
E' stata dunque sconfitta la sinistra antidemocratica che ha costruito regimi totalitari, non la sinistra che è riuscita a contrastare le disuguaglianze e a distribuire la ricchezza garantendo la libertà.
Piuttosto va detto che l'apertura sregolata dei mercati e il nuovo disordine mondiale, seguiti all'89, da un lato generano pericolosi e illegittimi conflitti, come la guerra irachena; dall'altro mettono in discussione i diritti fin qui conquistati: risulta infatti difficile limitare la forza di potenze economiche sopranazionali con gli strumenti politici sempre più deboli degli stati nazionali. Qui nascono le incertezze della sinistra: essa finora era riuscita, almeno in Occidente, a tutelare i più deboli costruendone il protagonismo sociale e politico; ma ora la difficoltà di comprendere il nuovo scenario la costringe spesso in un ruolo subalterno o puramente difensivo.
Come affrontare la nuova fase?
Innanzitutto occorre analizzare le nuove contraddizioni della globalizzazione. Come scrive Lorusso, è sempre più visibile il contrasto tra paesi poveri e paesi ricchi, così come si accrescono le sperequazioni all'interno delle cittadelle capitalistiche, e si sviluppa persino una nuova concorrenza tra territori: si arricchiscono alcune regioni dell'ex mondo sottosviluppato, che offrono minori costi del lavoro e minori tutele sociali, mentre declinano le zone che stentano ad attrezzarsi sui nuovi modelli efficientisti. Le nuove diseguaglianze sono il risultato di un capitalismo aggressivo e senza limiti, che non solo tende a comprimere la centralità del lavoro, ma produce enormi danni all'ambiente, cerca di controllare l'informazione e la ricerca, di omologare le identità e ricondurre a sé ogni ambito di vita. La missione della sinistra non può che essere rivolta a riaffermare i propri valori costitutivi, cioè a lavorare per l'uguaglianza, a difendere la dignità umana e del lavoro, a proteggere i diritti, le differenze, l'accesso ai beni pubblici primari.
Ma bisogna considerare che questi principi sempre validi, e perciò da conservare, vanno poi riformulati e concretizzati alla luce dei cambiamenti in atto. Ad esempio non potremo a lungo impedire la svalorizzazione del lavoro nel nostro mondo se non tuteleremo i diritti e non combatteremo lo sfruttamento di chi lavora nel Sud e nell'Est del pianeta; non riusciremo a difendere lo stato sociale se non affronteremo la questione fiscale a livello interstatale; non contrasteremo la marginalità del nostro Mezzogiorno, se non svilupperemo la cooperazione economica e culturale con i nostri vicini dei Balcani e del Mediterraneo. E' necessario, certo, modernizzare il welfare, il mercato del lavoro e la pubblica amministrazione ma il cambiamento non può essere finalizzato alla compressione dei costi, bensì all'accrescimento delle opportunità nella competizione globale. Occorre rovesciare il primato dell'economia e restituire alla politica democratica il suo compito essenziale: promuovere e proteggere le libertà soggettive, regolare i conflitti e limitare i poteri. Si profila allora l'urgente necessità di un soggetto politico sopranazionale, in grado di porre argine alla legge del più forte. Questo soggetto, lo sappiamo, è l'Europa: la sua architettura è ancora in fieri, i suoi fini appena delineati, ma è ad essa che affidiamo la speranza di un mondo non abbandonato al disordine e alla guerra permanente.

 

Mario Loizzo
(Consigliere Regione DS)
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Autore Dionigi Lorusso
Titolo La Sinistra del Terzo Millennio
Editore Povero Editore
Prezzo s.i.p.
data pub. maggio 2003
In vendita presso:
Dionigi Lorusso
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