Padre Tommaso, una vita dedicata al prossimo
vuoto
Presentazione
  

Noicàttaro, Istituto S. Agostino, Sala P. Nicola
13 febbraio 2011

Il Piacere di essere qui non esclude l’imbarazzo e la difficoltà di “eseguire correttamente” il compito assegnato perché è la prima volta e non ho dimestichezza con “compiti di questo genere”.
Sicuramente altri che hanno vissuto più a lungo con P. Tommaso avrebbero potuto fare un servizio migliore.
Questo perché sono cosciente di non possedere notizie maggiori di quelle che “sono sentite” e contenute nel libro stesso che oggi mi si incarica di presentare.
Ho conosciuto, infatti, P. Tommaso per la prima volta solo di nome nel 1951, quando entrando in seminario ad Aversa  mi setii fiero di sapere che nella Provincia, allora di Napoli, c’erano altri Religiosi nativi di San Giovanni a Teduccio, (quartiere periferico della città di Napoli): P. Tommaso, per l’appunto, un altro P. Autiero di nome Vittorio, grande musicista e P. Consiglio Gettafiori, fecondo oratore… Io mi sentii quarto fra cotanto senno.
Tanto meno ho avuto molte occasioni di incontrarlo se non in fugaci incontri quando da Cassano si facevano brevi visite o, in vacanze dalla missione, venivo a Noicàttaro per le Giornate Missionarie. Per ultimo, chiamato a Noicàttaro, vissi con lui in questa Comunità per poco meno di due anni. Solo allora potemmo “godere” scambievolmente dei “pregi e difetti” di ciascuno, animati però dall’unica ragione per cui ambedue eravamo agostiniani e sacerdoti: l’amore a Dio nel servizio ai fratelli, nelle varie forme organizzate e sostenute negli anni dai Confratelli che sono passati per la “LAMA” (il convento, non il coltello)
Mi sono fatto violenza e supero la difficoltà innanzi tutto pensando alla vostra cortesia e per non deludere quella della Redazione (P. Giuseppe, il prof. Sforza, e la Signora Tagarelli) che me ne ha fatto richiesta; in secondo luogo perché ritengo che non debba parlare di P. Tommaso, di cui parlano già le pagine del libro e parleranno “ex corde” gli interventi che si succederanno; infine e per unire anche la mia voce al coro di omaggi alla memoria del Confratello di cui mi onoro essere “compaesano”, “confratello” ed in qualche modo “erede” (non della cultura, - s’intende - e senz’altro neppure della poliedrica fecondità di opere che devono a lui per lo meno l’impulso), ma solo di una delle opere (che poi è quella i cui continuatori hanno concepito e generato il libro e questa serata)  per la quale “viveva” e “si moveva” fino agli ultimi istanti. Stava infatti lavorando per il Bollettino – nonostante la quasi completa cecità  - nel momento in cui fu colpito dal malore che poi lo portò alla morte. Ricordo che stava in camera e al rumore dei passi in corridoio, chiamò chiunque fosse che passava e chiese aiuto dicendo che non si sentiva tanto…pochi attimi… poi si accasciò su se stesso e non parlò più. Inutili i soccorsi, la corsa in ospedale…pochi giorni e poi il passaggio all’altra vita.
Ho detto “non parlò più”; ma mi devo correggere: “non parlò più con la bocca”.
Ogni buon cristiano sa che “con la morte la vita non è tolta, ma trasformata”, come ci insegna la Liturgia, e quindi se c’è la vita, questa continua a parlare
E…come parla!
Basta leggere le  94 pagine di cui si compone il libro per accorgersi di come P. Tommaso parla ancora ed è vivo nella mente, nel cuore, e nei ricordi (frasi, momenti di vita vissuti insieme, insegnamenti, lezioni, atteggiamenti, correzioni, chiavi lanciate in testa, cinturate) delle persone che hanno avuto la possibilità di entrare in queste pagine – e chissà di quante altre – tra i fedeli, gli amici del convento, della scuola e del paese, anonimi cittadini – che lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le qualità e che avrebbero potuto allungare la lista, da cui sono assenti solo per limiti di spazio, di tempo o perché, sconosciuti ai compilatori, non sono stati contattati e non hanno saputo dell’iniziativa.

Ora vengo alla ragione per cui sono qui: presentare il libro
Mi sono chiesto cosa si dice per adempiere questo compito? E ho pensato che sarebbe stato utile dire quanto segue:

La forma
Un volumetto agile e maneggevole di 94 pagine più copertine, ricco di foto a colori o in bianco e nero, (secondo la loro data d’origine) che esprimono ed illustrano i contenuti dei vari interventi su distinti aspetti della vita e della personalità del personaggio.

Autore
Il libro non ha un autore, ma molti, di cui potete leggere i nomi sfogliandone le pagine, anche solo per curiosità.
La Redazione del Bollettino, composta dai già nominati, ha avuto solo il merito di “pensare” e “proporre” l’iniziativa assumendosi poi l’onere della composizione, stampa, presentazione e diffusione.

Il contenuto: 
Già il titolo è sufficientemente significativo per intuirne il contenuto.
E’ come aver preso P. Tommaso “dalla culla  (la prima parte con le poche notizie anagrafiche) alla tomba”, (l’ultima) e presentare, nelle altre sette parti di cui si compone il libro), attraverso una serie di ricordi, l’uomo, il religioso e il sacerdote(nel Convento, in Chiesa, nel paese e fra gli amici, in mezzo ai giovani (alunni e non),    nel mondo della scuola e della cultura in genere (fra alunni e colleghi).
Dalla lettura dei diversi interventi e grazie alla specifica sensibilità di ciascuno degli intervistati viene fuori un mosaico perfettamente riuscito, su cui domina la figura di una persona che nella vita in convento o nella scuolasull’altare, sul pulpito o al confessionalefra i libri o sulla cattedranella strada o in casa di amici, nella piena efficienza o nella sua precarietà, in pubblico o in privato, nel serio o nel faceto, in ogni occasione, attività e problematica quindi, mai smette di essere: l’uomo innamorato di Dio e di Cristo e del prossimo; il religioso, e precisamente l’agostiniano innamorato di Agostino; il sacerdote, di Cristo, ministro della Chiesa, che ha imparato alla scuola di Agostino che “Roma locuta, causa finita e perciò è rispettoso ed “obbediente” al suo Magistero. Ad esso presta l’ «Obœdientia fidei» (che non mortifica né la dignità, né l’intelligenza dell’uomo, anzi le valorizza ed “eleva”), per umiltà e non per debolezza (come farebbe intendere l’interpretazione distorta, per quanto benevola, di un episodio riportato in uno degli interventi)ma“fermo nel richiamare i laici ad una concezione della fede  più evangelica e meno ritualistica e bigotta (come sottolinea un altro intervento), anche quando, gli tocca vivere sulla sua pelle il dramma del Padre della famosa Parabola evangelica il quale,senza chiudere la porta (come è stato anche sottolineato nell’intervento di cui sopra) anche, seppur con le lacrime negli occhi e il pianto nel cuore, lascia partire, con le “sue cose”, il figlio, che ha fatto una scelta diversa.
Alla luce anche degli ultimi interventi magisteriali non possiamo non cogliere in Lui, uomo di Chiesa, un presagio profetico di quanto il Papa, non più tardi di qualche giorno fa, esattamente il 6 febbraio scorso, consacrando cinque nuovi vescovi affermava testualmente:
“Il Pastore non deve essere una canna di palude che si piega secondo il soffio del vento, un servo dello spirito del tempo. L’essere intrepido, il coraggio di opporsi alle correnti del momento appartiene in modo essenziale al compito del Pastore. Non deve essere una canna di palude, bensì – secondo l’immagine del Salmo primo – deve essere come un albero che ha radici profonde nelle quali sta saldo e ben fondato. Ciò non ha niente a che fare con la rigidità o l’inflessibilità. Solo dove c’è stabilità c’è anche crescita”.
Chiudendo questo inciso che ho ritenuto “doveroso”, ritorniamo al mosaico di cui sopra che ci mostra ancora: l’amico, sempre pronto e attento al bisogno altrui e prodigo di consigli, ammaestramenti, suggerimenti e anche correzioni; lo studioso,sempre impegnato a rifornire la sua preparazione alle fonti del sapere e alle tradizioni sia religiose che profane; il professore, impegnato non a dare nozioni, ma ad educare e formare per la vita e infine, il “fedele e puntuale narratore”della storia di Noicàttaro e dei Noiani degli ultimi cinquant’anni, a beneficio (come era nella mente e nel cuore di P. Tommaso e lo è di quanti ne hanno continuato l’opera), di quelli di oggi e di quelli di domani, se è vero, come è vero, che “la storia e maestra di vita”.

Il valore 
Lo riscontro nel fatto che è un libro di sentimenti espressi, di esperienze vissute, di testimonianze vive. Non la storia di P. Tommaso (sarebbe stato, come tutti i libri di storia, un arido racconto di eventi) viene presentata, ma quella della vita propria di ciascuno degli intervenuti (o per lo meno di un suo spaccato) che si è andata man mano delineando e forgiando e in cui P. Tommaso è stato come una pietra miliare.

        Il libro però viene consegnato a noi dall’apprezzabile lavoro di coloro che lo hanno composto perché siamo noi a dargli valore.
E per spiegarmi mi è venuta questa idea e ve la dico: vedo l’azione di questo libro come quella del “raccattapalle” in uno stadio.
Qual è la sua funzione? 
“Raccogliere ai bordi del campo i palloni che escono e «rimetterli» in campo”. 
Dieci anni non sono né pochi né molti, ma il rischio di mettere ”fuori campo” tutta quella ricchezza di cui abbiamo parlato c’è, specie in quest’epoca del “poco maledetto e subito” e “senza sforzo”, in cui non si ha tempo (e spesso nemmeno voglia) di pensare e in cui il passato “puzza di stantio” e il futuro “di utopia”.
Nel delineare quella che possiamo definire come la finalità del libro, non suoni  offensivo o addirittura sacrilego se mi permetto di costare, “mutatis mutandis” questa opera al discorso che S. Agostino tenne nella festa di Venti Santi Martiri, in cui, parlando del culto con cui li veneriamo, dice testualmente:
Nel giorno solenne dei santi martiri è un dovere il discorso di rito. Parleremo della gloria dei martiri e diremo in breve della giustizia della loro causa: ci aiutino le loro preghiere. In occasione di tali solennità va ricordato per prima cosa alla Santità vostra che non riteniamo di voler conferire qualcosa ai martiri da parte nostra, per il fatto che ne celebriamo le solennissime ricorrenze. Quanto a loro, non hanno bisogno delle nostre feste, poiché godono in cielo insieme agli angeli: non perché li onoriamo si compiacciono di noi, ma se li imitiamo. Quantunque, anche quando li onoriamo, è a noi che giova, non a loro. Onorarli e non seguirne l'esempio è, però, nient'altro che adulazione menzognera”.(Discorso 325)
E poi conclude che se non possiamo imitare Dio, perché troppo alto, né Cristo, perché Uomo-Dio, possiamo sicuramente imitare gli uomini. Da qui la domanda pressante a sé e agli amici: “si isti et illi, cur non ego (“Se questi e quelli, perché non io”?).
A buon intenditor, poche parole e…

Concludo
Molto opportunamente l’ultima pagina del libro riproduce la foto della tomba di P. Tommaso: una maniera molto espressiva di “congiungere” la sua morte con la nostra vita e rilanciando sul campo della nostra vita,… in questo tempo,…in questa società,…in questa storia (personale e comunitaria) l’immagine di P. Tommaso che “non è morto del tutto”, ma dalla più eloquente delle cattedre continua la sua lezione “con la sua vita virtuosa e la sua fede autentica” e la sua tenace volontà.
Facciamo ancora tesoro della sua lezione: accogliamo, curiamo e -  all’occorrenza – difendiamo, come eredità preziosa, le opere che comunque parlano di lui, del suo ingegno, della sua tenacia e del suo amore a questa terra che l’ha fatto “cittadino onorario” e lo ha onorato con la titolazione di una strada: il Bollettino, la Biblioteca e, ultimo, non per importanza, l’Istituto, il più recente baluardo dell’impegno sul sociale della Comunità della Lama.
Saranno queste le
“…egregie cose (a cui) il forte animo accendono
l'urne de' forti” 

di foscoliana memoria – e così 
“bella e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta”.

Questo ci conceda il Signore, anche per la intercessione di P. Tommaso, come ha chiesto don Oronzo, e non sarà stato vano lo sforzo fatto, e sarà pienamente realizzato lo scopo.
Grazie

 

P. Mario Sannino o.s.a.
Scheda bibliografica
vuoto
Autori Autori Vari
Titolo Padre Tommaso, una vita dedicata al prossimo
Editore Grafica 2P s.n.c. Noicàttaro
Prezzo s.p.i.
data pub. gennaio 2011
In vendita presso:  
vuoto

Mostra posizione