'Un viaggio a Roma' - Nicola Pende
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"Un viaggio a Roma" Nicola Pende
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Il tempo scorre inesorabilmente, come lo scorrere di un fiume, portando con sé ricordi, immagini, situazioni, persone, “tutto il mondo reale vissuto”, che poi ritorna nella mente quando ci si concentra nel presente per ri-memorizzare il fatto vissuto con l’altro e capire quanto importante sia recuperare le situazioni passate per dare ad esse un valore antropologico, sociologico e storico.


Il viaggio a Roma, quando ricoprivo la carica assessorile alla Cultura e P.I., per prelevare il materiale documentale di Nicola Pende, offerto dal figlio Vito Pende, nel lontano 2001, è emerso nella sua chiarezza e forza evocativa. L’ospitalità generosa e cordiale di Vito Pende, il suo parlare continuo e emozionante su suo padre, sulle sue ricerche scientifiche, sul ruolo politico, sulle numerose onorificenze e sui molteplici riconoscimenti, e sulle sue importanti amicizie lasciarono incantata e piena di ammirazione l’intera delegazione nojana: Rita Tagarelli, Sebastiano Valerio, Lorenzo Ciavarella, Salvino Borracci e me, che volgevo gli occhi dappertutto per ammirare la grandezza dell’ambiente, ormai in uno stato di degrado, ma da cui emergevano i fasti del passato. Tante carte, tanti libri, tanti strumenti medico-scientifici e suppellettili varie furono caricati su un camion, messo a disposizione dal consigliere comunale Salvino Borracci. Su decisione unanime dell’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Giovanni Parisi, tutto il ricco e prezioso materiale, offerto e arrivato a Noicàttaro, fu sistemato nel Palazzo della Cultura e precisamente nella sala intitolata a “Nicola Pende” per ricordare la grande figura dello scienziato nojano, fondatore dell’Endocrinologia e Ortogenesi.

 

.Dal lontano 2001 sono passati 20 anni e in occasione del 50° Anniversario della morte di Nicola Pende (Noicàttaro 21-04-1880, Roma 8-6-1970) la L.U.T.E., nella fase programmatoria di ogni anno, ha suggerito ai docenti uno studio sul territorio, soffermandosi sui personaggi e, in particolare, su Nicola Pende, uomo e medico.


Il prof. Vito Didonna, appassionato storico, tenace ricercatore di documenti, grafici e iconici, sostenitore del pensiero scientifico di Pende e del rapporto tra filosofia e endocrinologia, ha proposto di inserire nella sua programmazione di filosofia il pensiero del grande medico nojano e possibilmente di raccogliere le ricerche e i nuovi documenti in una piccola pubblicazione.


Il Consiglio Direttivo, sempre attento ad accogliere proposte e idee tese a conoscere il territorio nojano, la sua storia e i suoi uomini illustri, ha pertanto invogliato Vito Didonna a presentare lo scienziato nelle sue lezioni con il pieno coinvolgimento dei corsisti e dei cittadini, mostrando e spiegando le nuove ricerche e i nuovi documenti e fotografie, e di provvederne alla pubblicazione.


Il lockdown, impedendo di fare lezione in presenza, ha sollecitato i docenti nell’uso di nuovi canali comunicativi per realizzare la programmazione dell’anno in corso. Ogni martedì Vito Didonna ha organizzato gli incontri settimanali sulla piattaforma Zoom con gli allievi affascinandoli con le sue argomentazioni.


Il risultato del suo impegno didattico è la pubblicazione “Un viaggio a Roma”, frutto anche di anni di ricerche in biblioteche, archivi ed incontri personali: il libro discorre agevolmente partendo dall’avventura nojana raccontata da una testimone del viaggio, Rita Tagarelli. Il testo poi procede in forma snella e avvincente puntualizzando alcuni episodi della vita di Pende: la nascita, la sua famiglia, la pagella scolastica con risultati ottimi, la frequenza degli studi universitari, la sua Laurea in Medicina, la fondazione dell’Università agli Studi di Bari, le sue ricerche e studi fino al suo impegno pubblico e ai suoi rapporti con gli Ebrei e con Noicàttaro, che egli amava tanto, memore sempre delle sue radici.


Il libro ha l’aspetto di un “quadernone” con due grandi fotografie di Pende, una in copertina e l’altra in retrocopertina, che connotano la grandezza gnoseologica del suo pensiero e la sua elegante imponenza fisica: nel testo Vito Didonna ha voluto scrivere appunti, annotazioni con le relative riflessioni storico-scientifiche e personali, arricchite da citazioni e da un valido corredo illustrativo.
Significative le numerose foto riprodotte e in particolare quelle che testimoniano l’accoglienza festosa dei nojani e la stima e l’ammirazione tributate a Pende, espressione del riconoscimento della sua grandezza di uomo, medico e scienziato.


Questa pubblicazione sulla storia locale, come anche le precedenti, caratterizza i nostri legami a Noja e il desiderio continuo della nostra mente di ricreare, recuperare e conoscere le nostre radici, la nostra identità e i nostri avi. Tutto per non dimenticare perché tutto possa rimanere nella memoria individuale e in quella collettiva e, nello specifico, in quella nojana. Tutto perché “Un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura è come un albero senza radici” (M. Garvey). 

Il Presidente L.U.T.E. Noicattaro Maria Zaccaro 

Scheda bibliografica
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Autore Vito Didonna
Titolo 'Un viaggio a Roma - Nicola Pende
Editore Grafica 2P s.n.c. - Noicàttaro
Prezzo s.p.i.
data pub. maggio  2021
In vendita presso:
tel. 080.4745480 cell. 392.5414875
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Noicattaro il Teatro Cittadino
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Presentazione
  
Noicattaro il Teatro Cittadino  

La decisione di ripubblicare il libro sul teatro cittadino di Noicattaro é nata sia per l’esaurimento delle copie della precedente edizione, sia per il dibattito socio-storico-culturale, sorto sul restauro, sia per l’interesse nojano e italiano sul «piccolo politeama», tanto che é stato scelto per girare la scena del teatrino del temibile Mangiafuoco per il film “Pinocchio” di Matteo Garrone e di Roberto Benigni.
Questa é stata un’occasione per il nostro paese di ospitare personaggi di grande calibro, di far conoscere e di rilanciare le nostre tradizioni, la nostra storia e la nostra cultura.
Questo interesse cinematografico ci ha riportato al periodo di splendore che visse il nostro teatro specialmente negli anni 1935-40 quando funzionava nel periodo del regime fascista col nome di ʺSala dell’Opera Nazionale Balillaʺ, utilizzato per discorsi celebrativi del regime, per varie conferenze, per numerose rappresentazioni teatrali senza dimenticare le iniziative delle filodrammatiche studentesche dei maestri Sabino Anelli e Natale Decaro, eredi della tradizione delle filodrammatiche nojane, fondate dal maestro Donato Tagarelli. Ebbe successo nel 1946 la rappresentazione della commedia ʺTorna in Carnevaleʺ, scritta dal dott. Sebastiano Tagarelli, per festeggiare la fine della guerra e il ritorno alla gioia di vivere e di «far carnevale», commedia riproposta alla comunità nojana il 5 luglio 2004 nel Parco Comunale, il 23 febbraio 2006 nell’Auditorium della S.M.S. ʺPendeʺ e il 22 giugno 2011 nel teatro Sant’Agostino con il coinvolgimento dei cantori della L.U.T.E. e dei docenti Damiano Verni, Olimpia Deleonardis e Vito Anelli (nel ruolo di Carnevale).
Sucessivamente il declassamento del teatro, l’utilizzo per altri usi, l’abbandono della struttura, la chiusura totale perché non rispondeva alle norme di pubblica sicurezza diventando così un deposito.
La L.U.T.E. non é mai rimasta fuori dalla conoscenza del ruolo sociale e culturale del teatro nel passato, dell’interesse delle varie amministrazioni dagli anni ’70 in poi, delle numerose peripezie amministrative e burocratiche, dei vari progetti per il restauro e della partecipazione al clima festoso e vivace durante le riprese cinematografiche di Mangiafuoco.
Il tema dell’a.a. 2019-2020 ʺComunità e territorioʺ, oggetto di studio e di approfondimento di tutti i corsi, ha offerto al prof. Vito Didonna, storico e docente di filosofia presso la L.U.T.E., l’occasione di programmare alcune lezioni sul teatro cittadino con un percorso storico-socio-culturale e progettuale-conoscitivo e di proporre una ripubblicazione del libro con opportune aggiunte e approfondimenti e nuove schede illustrative. Nella riunione programmatoria del mese di giugno 2019 la proposta di una ripubblicazione aggiornata é stata accettata dall’Assemblea dei docenti e dal Direttivo, motivata dall’importanza della ricerca storica e della diffusione della conoscenza del teatro «luogo di memoria», ricco di storia, di ricordi, di personaggi nojani, che si sono esibiti un tempo, e di vicissitudini politiche e burocratiche per arrivare all’attuale restauro che lo riporterà al suo «antico» splendore diventando un vero gioiello che ci invidiano l’Italia e l’Europa, allineato per le sue caratteristiche artistico-architettoniche al teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio e al teatro di Villa di Aldrovati Mazzacorati di Bologna, annoverati tra i più piccoli del mondo.
Il prof. Vito Didonna, storico appassionato e caparbio, convinto assertore della bellezza di tale gioiello architettonico, edificato per quanto minuscolo con tutte le caratteristiche di un teatro all’italiana, deciso sostenitore di un restauro conoscitivo con una larga funzionalità della struttura e di un immediato e veloce recupero con superamento dei veri vincoli, credendo pienamente che tali beni vanno recuperati a tutti i costi perché fanno parte della storia e dell’identità dei luoghi, ha dato nuovamente voce con la pubblicazione ʺTeatro cittadino - storia e documentiʺ.
Il libro si articola in due parti: nella prima relativa alla «storia» ripercorre le diverse tappe del teatro dal 1800 e precisamente dal 1863 (con delibera comunale del 10-11-1863 il trappeto diventa teatro cittadino) fino ad oggi, soffermandosi sulla gestione, sull’uso, sulle richieste di varie compagnie teatrali e sulle rappresentazioni teatrali, sull’utilizzo nel periodo fascista e su tutto il travagliato iter per il restauro architettonico-conservativo con riferimenti precisi a persone, a iniziative culturali e ai progetti di restauro messi in campo per sistemarlo; la seconda parte é ricca di documenti di grande pregio storico che testimoniano l’importanza e il ruolo del teatro nei vari momenti della storia, l’interesse di molti intellettuali, nostri cittadini, per attirare l’attenzione dei politici sul piccolo teatro e l’impegno delle varie amministrazioni per affrontare con serenità il risanamento conservativo al fine di restituire la dignità di un moderno teatrino al nostro Comune. Esplicative sono molte schede, alcune di carattere informativo-pubblicitario, altre di carattere tecnico, quest’ultime significative per comprendere gli ultimi interventi di restauro con le relative varianti, non sempre condivisi dalla cittadinanza per l’interpretazione del restauro e per la riduzione di parti diventando cosi un Museo-Teatro.
Ancora oggi il teatro é chiuso. Si riuscirà quanto prima ad aprirlo?
Il vecchio teatro cittadino, una volta privilegio di grande importanza politico-sociale, privilegio vantato su tutti i centri urbani limitrofi e dal quale trasse immenso beneficio per l’emancipazione di questo popolo sia nel campo istruttivo-educativo che in quello della distensione alla monotonia della vita paesana, ritornerà ad assolvere la funzione del passato?
Sono certa, oggi più che mai, che il teatro cittadino, come forma di cultura e come patrimonio storico di un popolo di cui ne caratterizza i legami e le relazioni, sarà una risposta sociale ai bisogni primari di condivisione, di collaborazione e cooperazione di tutto il paese ma soprattutto alle esigenze spirituali, intellettuali ed emozionali di ciascuno di noi.
L’apertura a breve del teatro e la relativa fruizione con l’attivazione di varie iniziative socio-culturali daranno ai cittadini nojani la possibilità di riappropriarsi delle relazioni sociali, dei rapporti umani, attualmente interrotti, sfilacciati, evitati e proibiti dal Decreto Ministeriale Anti-COVID-19 per arginare e contenere la diffusione veloce del contagio. 
A questo periodo drammatico per il numero elevato di contagi e decessi, che ci obbliga a «stare a casa», seguirà certamente uno felice e spensierato, di ripresa sociale in cui i valori dell’amicizia, dell’amore, del dialogo e della comunicazione, dello «stare insieme» per condividere reciprocamente gioie e dolori, esperienze positive e negative, trionferanno nella loro essenza più vera e autentica.

 

Il Presidente L.U.T.E. Maria Zaccaro 

Scheda bibliografica
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Autore Vito Didonna
Titolo Noicattaro il Teatro Cittadino
Editore Grafica 2P s.n.c. - Noicàttaro
Prezzo s.p.i.
data pub. aprile 2020
In vendita presso:
tel. 080.4745480 cell. 392.5414875
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 Presentazione del volume:
"Le storie di Romano" di Vito Didonna

Filmato

 

 
 
"La presenza della famiglia Carafa a Noicàttaro Dal 1600 al 1800"
Incontro con il Duca Don Riccardo Carafa
Noicattaro 10 dic. 2018
 

 



 
 Presentazione del volume:
"Le storie di Romano" di Vito Didonna

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"La presenza della famiglia Carafa a Noicàttaro Dal 1600 al 1800"
Incontro con il Duca Don Riccardo Carafa
Noicattaro 10 dic. 2018
 

 

 

Le storie di Romano
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L’intervista
  
Le storie di Romano  

Enormi ricchezze accumulate dalla chiesa in tre secoli: ingenti le donazioni di quei cittadini confidanti nell’eterna salvezza dell’anima

“Le Storie di Romano”, ultimo lavoro del professor Didonna

 

A distanza di un anno dalla donazione della documentazione raccolta e custodita dal vecchio comandante di Polizia Locale in favore della biblioteca degli agostiniani, il professor Vito Didonna riesce finalmente a ricostruire le finalità della raccolta di cui sopra, pubblicando l’apposito volume: “Le Storie di Romano”. “Ho raccolto, trascritto e commentato storicamente i documenti notarili di costituzione dei Monti di Pietà di Noicattaro, rinvenuti tra gli appunti del Comandante Romano Sorino”.

Sulla base di quanto preliminarmente riferito dall’ascoltato, in via Madre Chiesa, esattamente su Largo Pilorso, esiste tuttora un vecchio edificio costruito nel 1850 circa, il quale doveva avere una probabile funzione di ospedale. Tuttavia, dal momento che lo stesso non entrò in funzione, si preferì utilizzare il Convento dei Cappuccini per la medesima funzione di Ospedale Civile. Poiché nel periodo citato non esistevano fondi pubblici, per costruire i predetti ospedali si fece ricorso alle proprietà della Chiesa (beni mobili e immobili), dalla stessa accumulati nei secoli, sebbene i secondi non siano mai stati destinati ad un’agricoltura estensiva o intensiva. Dal 1500 al 1800, dunque, nelle mani delle due chiese importanti di Noja (Capitolo della Chiesa Madre e, in parte, anche il convento dei Carmelitani) si accumulò un’enorme proprietà fondiaria, formatasi in seguito alle donazioni di quei cittadini che confidavano nella salvezza eterna della propria anima.

Le succitate donazioni si realizzarono costituendo sia i Monti di Pietà che i Benefici Laicali. Nel presente volume, - informa il professor Didonna -, sono raccolti i documenti dei sei Monti di pietà gestiti dal Capitolo della Chiesa Madre. Fondati nel medioevo, i suddetti Monti di Pietà si diffusero nell’intero mezzogiorno per via dell’espulsione degli ebrei nel 1500 ad opera del governo spagnolo, i quali ebrei concedevano prestiti al 12%. Funzione dei Monti di Pietà divenne dunque quella di gestire quei capitali necessari a finanziare le imprese agricole sul territorio con un margine del 5%, bel al di sotto del margine conseguente ai prestiti erogati dagli ebrei. I Monti di Pietà venivano inoltre utilizzati per soccorrere i poveri in determinati periodi (a Natale e Pasqua), gli infermi, i carcerati, le famiglie dei bisognosi, ma parte dei descritti capitali veniva soprattutto utilizzata nel periodo di Pasqua per costituire quel patrimonio che le orfane povere non riuscivano a costituire in vista di un eventuale matrimonio. Il Monte più interessante si rivela quello fondato dall'arciprete Petroni nel 1775, il quale prevedeva la donazione di lettini alle famiglie povere che dormivano in un unico letto, al fine di evitare rapporti incestuosi all’interno del nucleo familiare.

Tuttavia, con il governo napoleonico di inizi ‘800, ma, soprattutto con l’unità d’Italia, i Savoia espropriarono i benefici ecclesiastici, buona parte dei quali fu destinata alla vendita. Il 5 maggio 1873 si assistette a una clamorosa vendita all’asta, con una parte cospicua dei beni della Chiesa Madre aggiudicata ad Antonio Macario per una somma corrispondente a circa 200.000 lire. Si trattava del noto lotto 17 costituito da 20 fondi urbani, botteghe, soprani e sottani, oltre che da 188 fondi rustici (oliveti, mandorleti, seminativi, giardini, vigneti), per un totale di 134 ettari, tra cui anche numerose masserie.

Il volume, - riportante in calce un provvidenziale glossario con relativa definizione di termini oggi desueti -, dedica uno specifico capitolo alla presenza degli ebrei a Noicattaro, testimoniata tanto da un’iscrizione sul portale di levante della Chiesa Madre indicante il sepolcro degli ebrei stessi, quanto da un documento attestante la presenza dei banchi ebrei. Questi ultimi, allestiti in occasione di feste o fiere, avevano la specifica funzione di concedere prestiti ad agricoltori e commercianti che qui si rivolgevano. Come riferito dal professor Didonna, è questo un capitolo dedicato appunto alla presenza degli ebrei a Noicattaro, a Rutigliano, a Conversano, a Mola, dove la famiglia che all’epoca gestiva la città era Vaaz, un ebreo portoghese che aveva avuto la concessione della gestione della città di Mola, fondatore tra l'altro anche della città di San Michele di Bari.

Come chiude il professor Didonna: “Romano Sorino ha avuto la funzione di evidenziare la natura, l'importanza delle ricchezze patrimoniali delle chiese di Noicattaro, dimostrando come in realtà le citate ricchezze abbiano poi preso altre strade”.

   

Giacomo Rizzello

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Autore Vito Didonna
Titolo Le storie di Romano
Editore Favia Editore
Prezzo s.p.i.
data pub. nov. 2018
In vendita presso:
tel. 080.4745480 cell. 392.5414875
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