Conversano Araldica
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Prefazione
  
Collana Crescamus 11

Accadeva frequentemente che per la sopravvenuta morte del notaio i vari atti regolarmente stipulati rimanessero in imbreviatura prima che fossero redatti in forma pubblica. In tal caso si procedeva ad una "riassunzione" dello strumento mediante scrittura da parte di un nuovo notaio che procedeva alla formalizzazione dello stesso documento. E lo stesso avveniva quando a decedere prima era uno dei testi sottoscrittori presenti nella stipula imbreviata, pena in tutti i casi la decadenza dello strumento. È il caso riscontrato in parecchie pergamene inedite di Conversano, la cui regestazione è in corso. Casi di imbreviatura si possono consultare anche nel più antico protocollo notarile presente nell'Archivio Diocesano di Conversano (ADC), redatto dal notaio Antonello Salatino dal 1434.
Questa premessa mi sembra doverosa e necessaria per la pubblicazione del presente Crescamus 11. L'autore, Enzo Filomena, amico della nostra città e appassionato ricercatore, è venuto a mancare improvvisamente domenica 6 luglio 2008, lasciando incompleto il suo lavoro, di cui peraltro mi aveva parlato con molto entusiasmo appena qualche giorno prima. Aveva da poco finito di pubblicare nel dicembre 2007 il volume sulla città di Carovigno,
1 sua città natale, e attendeva a questa nuova fatica, per la quale aveva anche scelto il titolo: Conversano nobilissima, scrivendone anche la Prefazione che riportiamo per intero.
Il lavoro interrotto possiamo dire che è costituito in parte da un'imbreviatura e in parte da una raccolta di materiali ancora da elaborare secondo un'economia generale di cui Filomena aveva approntato un Indice generale, con un'Appendice dedicata al Blasonario delle famiglie nobili, notabili e feudatarie di Conversano.
Di quest'ultimo aveva selezionato e raccolto dal Blasonario di E. Noya di Bitetto 2 le descrizioni araldiche di cui evidentemente intendeva riprodurre a mano gli stemmi a colori, disciplina nella quale aveva particolare competenza e abilità, ma alle cui illustrazioni non era riuscito ancora a dare inizio. Era riuscito invece, per nostra fortuna, a completare i bellissimi disegni di tutti gli stemmi comitali, vescovili e badessali; e ancora, oltre a 6 targhe “orsiniane”, aveva disegnato le armi araldiche di 7 contesse e di 6 feudatari di Castellana (1530-1556), che riportiamo in questa pubblicazione.
Inoltre aveva concepito e redatto un corredo di Tavole: la prima sullo Sviluppo demografico di Conversano dal 1447 ad oggi e la seconda sull'Estensione territoriale di Conversano in rapporto ai Comuni della Provincia di Bari, che però qui non vengono pubblicate per un diverso taglio organizzativo che ho voluto dare alla sua ricerca.
Ho infatti inteso impostare il suo studio su una nuova economia di lavoro, proprio a causa di quei materiali storici che restavano ancora da elaborare e in cui erano confluiti un'episodica minore sui conti e contesse, una raccolta diplomatica e storica sulla famiglia Acquaviva, e annotazioni varie su personaggi comitali. Mi è parso perciò opportuno cogliere il nerbo di questo studio, dandogli innanzitutto un nuovo titolo, più consono e funzionale al prezioso valore illustrativo degli stemmi da lui accuratamente disegnati a colori, che peraltro costituiscono un lavoro unico e inedito nella precedente produzione delle pubblicazioni su Conversano. Infatti, oltre a quello disegnato nel -1900 da un tal Luigi Leonardi esistente nel Palazzo Vescovile di Conversano e riguardante solo i vescovi, mancava uno stemmario organico sui conti e le badesse del monastero di S. Benedetto della nostra città. Per questo ho dovuto con rammarico operare dei tagli minori che si configuravano pienamente solo nel progetto originario dell'autore.
Quanto al resto, per un affettuoso rispetto verso l'amico scomparso mi sono impegnato a conservare per quanto più possibile l'originaria struttura e stesura, intervenendo con integrazioni laddove si rendevano necessarie, specificatamente sulla cronotassi episcopale, abbaziale e badessale.
Con questa postuma pubblicazione non solo gli amici e chi l'ha personalmente conosciuto, ma anche tutta Conversano, città da lui amata, intendono esprimere ad Enzo Filomena la più viva gratitudine e tributargli il più riconoscente plauso per la sua inedita e organica ricerca, impreziosita dagli stemmari da lui disegnati e colorati che alleghiamo al presente Crescamus.
A. F.


1 E. Filomena, All'insegna del delfino. Carovigno tra '800 e '900, Latiano (Brindisi) 2007, pp. 392, ove a pp. 387-398 sono raccolte tutte le sue pubblicazioni.

2 E. Noya di Bitetto,Blasonario generale in Terra di Bari, Mola di Bari 1912 (Bologna 1969, rist. an.), pp. 216.

Angelo Fanelli
Scheda bibliografica
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Autore Angelo Fanelli
Titolo Conversano Araldica
Editore Arti Grafiche Scisci Conversano
Prezzo contributo € 10.00
data pub. dicembre 2008
In vendita presso:
Coop. Armida Conversano Telefono: +39 080 4959510
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Le carte del monastero di S. Benedetto 
nell' Archivio Diocesano di Conversano
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Recensito per "Scaffale" da Francesco Saverio Iatta
    
Collana Crescamus 10

     Rosaria Colaeo e Mariarosa Lippolis - che hanno curato la pubblicazione di “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano” (Scisci 2008, € 15) - nell’Introduzione (premessa alla regestazione e, cioè, al ‘riassunto’ delle parti essenziali delle stesse ‘carte’) sottolineano, felicemente, il rilievo che hanno i documenti da loro regestati e quindi, altrettanto correttamente, pongono in risalto il pregio che ha l’iniziativa editoriale che ha raccolto il frutto della loro certosina fatica. 
     Il valore delle ‘carte di S. Benedetto‘ - precisano la Colaleo e la Lippolis -  è dovuto, infatti, ad una serie di concomitanti e singolari fenomeni storico-sociali. 
     Le ‘carte di S. Benedetto’, per l’appunto, provano che il complesso monumen- tale di S. Benedetto è antichissimo; poi che vi fu accolto un gruppo di monache la cui badessa aveva - grazie ad antichissimi privilegi -  insegne vescovili, quindi mitra, pastorale e che, per ciò, le doveva obbedienza tutto il clero di Castellana; che i documenti custoditi dalle ‘badesse mitrate’ hanno, inoltre, un notevole valore anche perché attestano, in modo indiscutibile, la giurisdizione ‘nullius’ del cenobio benedettino e cioè che le badesse dipendevano direttamente dal Papa e non, quindi, dal vescovo di Conversano come le monache di altri ordini religiosi. 
     Le ‘carte’ dimostrano ancora che lo stesso monastero ebbe, come sue bades- se, numerose appartenenti a nobili casati: il che consentì al cenobio cistercense di accumulare pure un’enorme ricchezza patrimoniale che è anch’essa, per l’appunto, documentata dalle ‘carte’ custodite un tempo nell’archivio di S. Benedetto. 
     Il rilievo indiscutibile delle stesse ‘carte’ è, per di più, dovuto ad una serie di tragici eventi. Com’è noto gli altri archivi conversanesi sono andati distrutti a causa di alcuni incendi, per ciò, in mancanza di altre testimonianze le ‘carte di S. Benedetto’ permettono di ricostruire momenti della vita non solo della collettività religiosa ospitata in S. Benedetto quanto anche di alcune non modeste vicende della storia di Conversano e, quindi poi pure, non certo in sottordine, della stessa Castellana Grotte che fu, in sostanza, un feudo delle badesse. 
     Come rimarcano la Colaleo e la Lippolis i documenti regestati in ‘Le carte di S. Benedetto’ (decimo volume della collana ‘crescamus’ diretta da A. Fanelli e V. Castiglione Minischetti) hanno pregi indubitabili come, d’altro canto, ne ha lo stesso lavoro delle curatrici che ora ci è consegnato col volume di “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano”. Purtroppo, però, lo stesso è uno strumento di consultazione praticamente monco. E, quindi, in parte quasi inutile. Infatti il volume curato dalla Colaleo e dalla Lippolis non ha un indice dedicato a far reperire, rapidamente, i nomi citati nelle ‘carte’. Non ha, neppure, un indice dei toponimi (e cioè dei nomi delle località citate nei ‘trasunti’ e cioè negli essenziali compendi che riportano quanto è contenuto nelle carte regestate). Infine è privo (a voler essere pignoli!) poi pure di un indice analitico delle cose più notevoli contenute, per l’appunto, nelle preziose ‘carte’.
     Se, quindi, la Colaleo e la Lippolis non dedicheranno uno dei prossimi numeri dei ‘crescamus’ agli indici che danno precipua contezza del contenuto delle ‘carte’ che hanno regestate nel loro “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano”, il lettore comune quanto il ricercatore più esigente non avranno a disposizione una pubblicazione utilizzabile. 
     Questa risulterà inutilizzabile perché è, ora, priva di quegli strumenti di con- sultazione che - per l’appunto - permettono di compulsare, un voluminoso «catalogo-inventario», con rapidità e conseguendo, del pari, risultati concreti. 
     Senza indici, infatti, il volume delle ‘carte di S. Benedetto’ rischia di divenire uno strumento quasi inutile. Inutile, a meno che - per cercare un dato contenuto nel suo interno – non si debba leggere per intero il volume stesso. Mentre, invece, il volume che contiene la regestazione delle ‘carte di S. Benedetto’ è stato curato per dar conto, in modo quasi immediato, del suo contenuto. E, cioè, dovrebbe render conto di una mole oltremodo consistente e quindi inestimabile di pergamene; di platee; di documenti contabili; di bilanci; di benefici; di borderò di crediti ipotecari; di carteggi; di cautele di pagamenti; d’inventari; di convenzioni di affitti rustici ed urbani; di copie di documenti, di decreti delle sacre visite; di atti di donazioni concessioni e legati; di documenti riguardati la giurisdizione su Castellana; di atti delle liti; di relazioni delle viste ad limina, etc. 
     È per il motivo che abbiamo prima appena evidenziato che ‘le carte di S. Benedetto’ contengono, al loro interno, una vera e propria selva di nomi,  di toponimi e poi anche di cose notevoli (conversanesi e non) tra le quali  non è affatto possibile districarsise non si avrà, il più presto possibile, a disposizione una serie di indici affidati, per l’appunto, a un apposito prossimo volume dei “crescamus”, collana nella quale sono ospitate “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano”.
     Per quanto abbiamo più sopra fatto rilevare ci sia, quindi, permesso di far presente alla Colaleo e alla Lippolis quanto è stato fatto per volumi dello stesso genere. Ci riferiamo ai volumi che rendono conto di ‘Le fonti di Conversano, vol. I. L’archivio di Stato di Bari (Congedo 2001, pp. 232, € 21) e quindi di ‘Le fonti di Conversano, vol. II. L’archivio della Curia vescovile  (Congedo 2008, pp. 466, € 30).  
     Ci sia poi anche perdonato se rammentiamo alla Colaleo e alla Lippolis che, oggi, l’utilizzo di un Pc - provvisto di un word processor - facilita, notevolmente, la compilazione degli indici. Compilazione quest’ultima che invece, solo qualche decennio fa, era problematica e, quindi, per questa necessità si faceva ricorso, per l’appunto, alla proverbiale pazienza dei ricercatori. 
     Ora si ha, invece, a disposizione l’ausilio del Pc. Perché, quindi, non avvaler- sene? E rendere, per ciò, un ineludibile servizio a chi si avventura a compulsare il corposo volume che dà conto di “Le carte di S. Benedetto nell’Archivio Diocesano di Conversano”?
     Queste ultime constatazioni ci fanno poi inoltre chiedere alla Colaleo e alla Lippolis perché mai il sito web dell’Archivio Diocesano
(vedi: www.archiviodiocesano.info), che mette in rete pure la stessa regestazione delle medesime ‘carte’, è dotato di un motore di ricerca che permette all’utente di Internet di ‘navigare’ tra le carte dell’Archivio e ricercarvi, velocemente, quanto si desidera e, invece, al contrario la regestazione delle stesse ‘carte di S. Benedetto’, trasferita su supporto cartaceo, non è stata fornita di un analogo ‘motore’ che, nel caso specifico, non è altri che un indice dei nomi? Quest’ultimo è di certo un vecchio ‘ferro del mestiere’ ma, pur tuttavia, è ancor oggi insostituibile: tanto che contribuisce a rendere il libro che ne è provvisto una delle più efficienti macchine per apprendere.

Francesco Saverio Iatta
Presentazione
    
Collana Crescamus 10

Il grande, e non ancora del tutto conosciuto, Francesco Giuliani sr., non solo illustre notaio di Conversano ma anche il primo storico della città (antesignanus ... antiquitatis studiosissimus), di cui lo stesso Paolo Antonio Tarsia tesse l'ammirato elogio (P. A. Tarsia, Historiarium Cupersanensium libri tres, Mantuae Carpethanorum <Madrid> 1649, p. 22), poco prima del 1640 inviava all'abate Ferdinando Ughelli una succinta storia della città attinta dalle pergamene e dai documenti archivistici, perché redigesse quella famosa e fondamentale Italia sacra che permise finalmente di far conoscere a tutti la storia di tutte le Chiese italiane. La larga fortuna dell'opera ebbe il seguito nell'edizione del 1717-22 curata da Niccolò Coleti, che la integrò negli anni successivi a quelli in cui si fermava l'abate e ad essa si fa riferimento ancor oggi.
Delle historie del nostro Giuliani ci restano solo pochi frammenti conservati nei codici vaticani e di essi è già stato pubblicato il superstite Libro IV (cf A. Fanelli, Cronotassi episcopale della Chiesa di Conversano, Galatina 1987, pp. 159-196). Nel suo conciso e ancora inedito De abbatissa, peraltro mutilo, così lumeggiava il monastero di S. Benedetto: Positum est monasterium in civitate Cupersani, quae planiciem habet amplam, oleis et vitibus omniumque fructuum arboribus mirum in modum consitam prope mare Adriaticum ( ... ) splendent multa in monasterio preditto et templum habet satis antiquum, nec in illo parum structurae turrim habet conspicuam et domum quam inhabitat sacra et illustrisfamilia monialium; illud struxit primo lapide iacto Goffridus inclytus comes et dominator Cupersani et tantorum honorum atque opum cumulavit anno MLXDY11 ... (Biblioteca Apostolica Vaticana, Barberino Latino 3234, E 119r) (11 monastero si trova a Conversano, città la cui pianura vicina al mar Adriatico è feconda in modo straordinario di ulivi, viti e di ogni albero da frutto ... ; esso rifulge di molte splendide opere: la chiesa abbastanza antica <ma il nucleo originario è romanico>, una torre di pregevole fattura <si riferisce a quella normanna>, e vi dimorano monache di famiglie nobili; la prima costruzione fu fatta da Goffredo, illustre conte e dominatore di Conversano che dotò il cenobio di numerosi onori e ricchezze nel 1087 ... ).
E della sua grande competenza di studioso le badesse si avvalsero ripetutamente per conoscere e tutelare la propria storia affidandogli l'incarico di trascrivere le antiche scritture contenute nelle pergamene confluite in un codice manoscritto dallo stesso con il titolo: Registrum scripturarum sacri coenobii monialium Sancti Benedicti Cupersani S. Sedi Apostolicae imediate <sic> subiecti (Archivio Diocesano Conversano, S. Benedetto, busta 37.1). Ma ugualmente intensi furono i legami del Giuliani, e non solo come notaio, con l'episcopato e il clero cittadino: ne è prova l'affresco di recente venuto alla luce nel chiostro dei Paolotti in cui è testimoniata la sua committenza di una lunetta raffigurante la guarigione di uno c'haveva la mano stroppiata ad opera di s. Francesco da Paola; e fu proprio nella chiesa dei Paolotti che volle per testamento farsi seppellire (Archivio Diocesano Conversano, Protocolli notarili n. 135, a. 1646, ff. 31r-32r).
Proprio la plurisecolare e famosa storia benedettina ci ha indotti a pubblicare prioritariamente tutto il suo patrimonio archivistico, ultimamente revisionato, integrato e regestato nelle serie mancanti da Rosaria Colaleo e Mariarosaria Lippolis, alle quali va la nostra e la gratitudine di tutti, che si aggiunge a quella per le precedenti operatrici Antonella Caprio e Cristiana Guarnieri. Ma il nostro intento è quello di consegnare successivamente nelle mani di ogni studioso tutti i materiali regestati della città di Conversano e degli altri paesi che costituivano l'antica diocesi prima dell'unificazione del 30 settembre 1986.

Angelo Fanelli e Vito Castiglione Minischetti 
Scheda bibliografica
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Autore Rosaria Colaleo - M. Lippolis
Titolo Le carte del monastero di S. Benedetto
nell'Archivio Diocesano di Conversano
Editore Arti Grafiche Scisci Conversano
Prezzo contributo € 15,00
data pub. 2008
In vendita presso: Coop. Armida Conversano Telefono: +39 080 4959510
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Organi e organisti a Conversano tra XVI e XX sec.
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Recensione
    
Collana Crescamus 9

Recensione tratta dal Bollettino Ceciliano, rivista di musica sacra.
Anno 2008 mese di novembre (numero 11), pp. 286-287.

“La storia della musica sacra in questa Italia lunga e culturalmente sfaccettata è ancora tutta da conoscere; così il patrimonio organario, non meno diversificato, attende di essere meglio approfondito. Per questo ogni ricerca al riguardo va salutata come prezioso tassello da aggiungere al quadro che si spera di poter completare un giorno.
Il lavoro del giovane C. Del Medico è inserito nella Collana Crescamus dell’Archivio Diocesano di Conversano (Puglie) e come gli altri studi della raccolta si basa su documentazione inedita. Dice l’autore: Compatibilmente con le grosse lacune documentarie ho cercato di gettare le basi per una storia della musica sacra a Conversano preparando il terreno ad opere più specifiche e settoriali.
Nelle dense 72 pagine dell’operetta si va ben oltre gli argomenti prospettati dal titolo organi e organisti: si parla anche di compositori e delle loro musiche, si delinea la fisionomia di una cappella musicale, si descrivono codici musicali, si riferiscono notizie sull’attività liturgica di confraternite e di monasteri: un microcosmo svelato per cenni, ma interessantissimo.
Non manca un’Appendice di documenti relativi a progetti, lavori di restaro e a contratti.
Ci pare utile segnalare, nel Documento 2 a pagina 63, il contratto stilato il 14 ottobre 1871 tra il Capitolo della cattedrale e il maestro di cappella don Francesco Paolo La Volpe circa tutti i servizi che egli era in obbligo di sostenere per l’annuo compenso di ducati 30 pari a lire 127,50. Uno dei tanti che già si conoscono, rispondenti ad una prassi consolidata e abituale. Ci sembra utile l’ulteriore segnalazione in questi tempi nei quali si dibatte on line la questione: pagare o no i musicisti di chiesa, in particolare l’organista? Oggi si propende per il volontariato musicale, cosa ottima da un verso e pericolosa ed elusiva dall’altro. Nel passato erano più concreti ed onesti: contratti e calendari dettagliati!
La storia insegna.”

Recensione pubblicata su L'Informatore - giugno 2008 - pag 47

LA MUSICA SACRA rappresenta un aspetto importante dell'identità culturale di Conversano, per secoli centro politico e religioso di spicco nel Meridione. È un ambito di studio che riserva sempre straordinarie sorprese a chi si dedica con meticolosità alla lettura dei documenti consegnatici dal passato. Nasce così il libro "Organi ed Organisti a Conversano tra Sedicesimo e Ventesimo Secolo" di Claudio Ermogene Del Medico, 23 anni, studente universitario ed organista, che attraverso le sue ricerche ha portato alla luce una tradizione che sembrava destinata all'oblio, quella della musica sacra a Conversano. Il volume è stato presentato nella sala-forum dell'Archivio Diocesano, assieme ad un altro lavoro fondamentale, "Carte del monastero di San Benedetto nell'Archivio Diocesano di Conversano", inventario curato da Mariarosaria Lippolis e Rosaria Colaleo. Le due pubblicazioni rientrano nella collana "Crescamus", voce ufficiale dell'Archivio Diocesano di Conversano, diretta da don Angelo Fanelli e don Vito Castiglione Minischetti.
Claudio Del Medico, quali sono gli elementi più importanti emersi nel suo lavoro?
“Prima di tutto l'esistenza a Conversano di una consolidata tradizione musicale, testimoniata da quattro antifonari pergamenacei quattrocenteschi; una tradizione che prosegue nel '500, con la realizzazione in Cattedrale di ben due organi. Un altro dato importante è l'esistenza, nel 600 e nel '700, di compositori conversanesi di musica sacra fino ad oggi sconosciuti: tra le opere più pregevoli sopravvissute figurano un ‘Ufficio della Settimana Santa’ di fine '600 e le Antifone, composte nel 1785 dal canonico don Giovanni Antonio Palazzo”.
Quali erano i luoghi della musica a Conversano?
“Prima di tutto la Cattedrale, centro religioso di eccezionale prestigio. Un altra realtà importante era l'Arciconfratemita del Purgatorio, che verso la fine del '700 commissionò alcune cantate per il Veneri Santo al maestro di cappella Ignazio Candela”.
Sono esistite donne musiciste a Conversano? “Si, nel monastero di San Benedetto, regno delle Badesse Mitrate, donne potenti e amanti delle arti. Ad esempio, è attestata, alla fine del ‘700, la monaca musicista Porzia Van Westerhout Interessanti sono anche le vicende dell’attuale organo del monastero, realizzato nel 1856 da Giuseppe Toselli: si tratta di un raro esempio di strumenti con due tastiere, costruite in maniera tale da permettere ai musicisti uomini di suonare durante la messa senza venire a contatto con le monache di clausura.

Bianca Zupa

Recensione pubblicata su Fax - 14 giugno 2008 - pag 26

Che la mostra comunità potesse vantare una nota quanto popolare tradizionale in campo musicale è sotto gli occhi di tutti.
Conversano, infatti, è nota - anche fuori della nostra regione – perché vanta, decenni, una grande formazione musicale: la sua  celebre e celebrata landa.
Che la nostra comunità, invece, potesse vantare anche una tradizione, non modesta, quanto a presenza di organisti, di organari (cioè l'artigiano che ripara e/o fabbrica gli organi musicali), e quindi, di organi - sino a poco tempo fa - lo si poteva solo ragionevolmente ipotizzare. Ora la pubblicazione di Organi e organisti a Conversano tra il XVI e XX secolo (Scisci, Conversano 2008, pp. 72, euro 5) di Claudio Ermogene Del Medico ci offre la ricostruzione storica che ci permette di far divenire una ragionevole  supposizione una concreta realtà con cui, però, d'ora in poi dover fare i conti.
Quanto era forse solo una mera anche se suggestiva ipotesi di lavoro, ora, questa è divenuta una realtà che si può, forse, considerare come il precedente, più illustre, che ha poi permesso la nascita, in seno alla nostra comunità, delle formazioni bandistiche cittadine che si sono formate quindi, quasi naturalmente, in quanto Conversano aveva una  sua modesta tradizione anche in campo musicale.
Il Del Medico, infatti, dimostra (grazie alla documentazione che ha certosinamente scovato tra le 'carte' dell'Archivio Diocesano di Conversano e in quelle dell'Archivio Comunale di Conversano) che il primo organario che ha prestato la sua opera nella nostra città fu un certo Nicola De Spelli.
Questi, nel 1565, già operava in Conversano. Il che fa presupporre che gli organi di cui erano dotate le chiese e/o i monasteri di Conversano fossero di gran lunga preesistenti alla documentata presenza di Nicola De Spellis in Conversano Del Medico, poi inoltre, documenta che dopo il mastro dell'organo Nicola De Spellis, tra il XVI e il XX secolo, ben altri 14 organari offrirono le loro competenze professionale per far funzionare gli organi della Cattedrale, del cenobio di S. Benedetto, del monastero di S. Chiara e del Purgatorio.
Il Del Medico può, ulteriormente, documentare che il primo organo, di cui si può attestare l’esistenza in Conversano, risale al 1565. Che il primo organista della nostra Cattedrale, di cui si ha certa notizia documentale, è un ecclesiastico: don Antonio Cosmano che, operò, per l'appunto come organista nella nostra Cattedrale dal 1551 al 1562. Che a Conversano è documentabile una consolidata tradizione musicale: testimoniata dal ritrovamento di quattro antifonari pergamenacei quattrocenteschi: una tradizione che poi prosegue nel '500 con la realizzazione in Cattedrale di ben due organi. Che la prima composizione, per organo, composta per le funzioni religiose che si svolgevano nelle chiese della nostra comunità, scritte da compositori conversanesi, sino ad oggi sconosciuti, forse risalgono ai primi del '600. Che la prima ‘cappella musicale’ creata a Conversano è quella che funzionò, nella Cattedrale, a partire dagli anni 1552-1553. Ma il microcosmo - che sino a ieri ci era letteralmente ignoto - nel quale c'introduce il Del Medico non si limita a fornici le notizie che abbiamo poco più sopra riportato. Del Medico, infatti, documenta come alcuni conversanesi furono 'musici' castrati (cita: Paolo Castelli, Vitantonio Scattone e Tommaso Vignola). E che questi, pur nei loro piccolo, ebbero una certa notorietà. Infatti, Del Medico può riprenderne i loro nominativi da una recente pubblicazione scientifica. Del Medico poi può, per di più, assicurarci che uno degli evirati conversansi (il reverendo don Vitantonio Scattone) cantò, per il monastero di S. Chiara, insieme a don Como Tafaro, un mottetto: nel 1709. E che la preparazione musicale, che lo stesso don Vitantonio Scattone aveva conseguito dopo aver frequentato il Conservatorio musicale di Napoli, gli permise - per di più - di divenire l'organista titolare dello stesso monastero. Ma le singolari quanto piacevoli sorprese non sono finite.
Del Medico ci documenta, inoltre, che le monache cistercensi di S. Benedetto - anche in campo musicale - si son tenute all'altezza della loro celebrata fama.
Si sono, per l'appunto, fatto costruire un organo che aveva una doppia tastiera. La prima perchè venisse correntemente utilizzata dalla monaca organista, permettendole di farle rispettare la clausura. L'altra tastiera, invece, era stata fatta costruire perchè potesse essere utilizzata da un musicista, estraneo al convento, nel caso fosse venuta a mancare la monaca organista. Sicché le badesse mitrate di S. Benedetto riuscivano a non privarsi delle melodie del loro organo neanche quando la consorella musicista era ammalata.
Questa cavalcata tra '500 e '900 (che abbraccia i palcoscenici su cui si espresse quel microcosmo che Conversano ebbe il privilegio di far vivere) ci è ora rifatta vivere ad una accattivante narrazione. Una ricostruzione, quindi, che contribuisce a rendere, ancor più attraente, la rievocazione, documentata, dei più illustri precedenti musicali della nostra comunità.
Purtroppo - e non ci stancheremo mai di segnalarlo - anche in questa opuscolo, ospitato nella benemerita collana dei ‘Crescamus’ - mancano del tutto gli apparati paratestuali. Si salva (e non poteva non accadergli altrimenti) solo la splendida copertina. Sulla copertina vi è, infatti, riprodotto, a colori, un antifonario - di recente restaurato - che un tempo era custodito nell'Archivio Diocesano della nostra Città.
Per quanto più su sottolineato in ‘Organi e organisti a Conversano tra il XVI e XX secolo manca, inspiegabilmente, una paginetta dedicata a fornirci una sia pur essenziale indicazione della professione dell'autore. Non vi sono, malauguratamente, l'indice dei nomi e, quindi, poi pure l'indice analitico delle cose notevoli citate in Organi e organisti a Conversano tra il XVI e XX secolo’.
Insomma, gli apparati testuali (cioè tutto quello che sta intorno al testo) devono essere parsi all'autore - e forse precipuamente ai direttori dei 'crescamus' - degli accessori di poco o proprio nessun conto. Eppure sulla ineludibile necessità degli apparati testuali e la loro irrinunciabile presenza in un testo che voglia realmente assolvere alla sua più peculiare funzione (e, cioè, esser una perfetta macchina per far apprendere) si sono scritte centinaia di pubblicazioni!

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Recensione pubblicata su La Scala - rivista di spiritualità,
n. 3 mag.-giu. '09

Grazie all’impulso direttivo di don Angelo Fanelli e don Vito Castiglione Minischetti, la collana Crescamus (edita dall’Archivio Diocesano, dall’Archivio Capitolo Cattedrale e dalla Biblioteca Diocesana “Domenico Morea” di Conversano) si è arricchita di questa pubblicazione, con foto di Leonardo Brescia.
Curata dal musicologo Claudio Ermogene Del Medico, questa pubblicazione ha per oggetto gli organi e gli organisti a Conversano tra il XVI e il XX secolo: si tratta di un breve, ma preciso ed erudito, saggio storiografico che delinea la parabola liturgica e devozionale entro cui si collocano l’origine, lo sviluppo e il declino del grande fenomeno culturale legato al canto gregoriano e alla musica sacra moderna, ufficiale e popolare.
Lo studio, oltre che avvalersi di preziose e originali fonti documentarie, è sublimato da un’interessantissima incursione nella storia ecclesiastica del novecento conversanese, dove spicca la non comune sensibilità religiosa e musicale dei Vescovi diocesani e, soprattutto, di Mons. Luigi Gallo (Noci, 2 febbraio 1882 – 10 gennaio 1973), fine cultore della scienza dei suoni umani e divini.

Tommaso Turi

Recensione pubblicata su Librarte
rivista del festival del libro delle arti e delle musiche,
anno I, numero 1 2008, pagina 279

Tra le diocesi più singolarmente ricche di storia, di arte e di musica di una Puglia già molto fiorente, la diocesi di Conversano presenta un patrimonio archivistico rilevante soprattutto a partire dal XVI secolo, epoca di cui si ha la documentato presenza di un primo organo nella Cattedrale, per proseguire poi nei secoli XVII e XVIII con il barocco. (…)
A Conversano la ricchezza culturale delle epoche passate poteva vantare origine in tre forme di mecenatismo: accanto a quelle laiche dei Conti Acquaviva d’Aragona, erano di grande rilievo le commissioni di istituzioni religiose della diocesi e del monastero di San Benedetto, in cui la badessa conservava una grande quanto rara autorità anche temporale nell’universo della religiosità femminile, tanto da essere definita dalla chiesa (maschile) Monstrum Apuliae. Delle testimonianze manoscritte dell’epoca, Conversano custodisce quattro fascicoli, in cui spicca un Ufficio della Settimana Santa composto verso la fine del Seicento (trascritto da Claudio del Medico). Altre testimonianze arrivano dai repertori della cappella musicale. Nell’indagare sui repertori sopravvissuti negli Archivi locali, l’autore ha rinvenuto anche le presenze di maestre di organo e di canto nella rassegna di musicisti che si occupano di suonare le opere degli organari.

Mariapina Mascolo

Scheda bibliografica
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Autore Claudio E. Del Medico
Titolo Organi e organisti a Conversano tra XVI e XX sec.
Editore Arti Grafiche Scisci Conversano
Prezzo contributo € 6,00
data pub. 2008
In vendita presso: Emmaus - Conversano
Edicola p.za Castello - Conversano
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Feste e processioni a Conversano nel '700.
Agiografia illustrata
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Recensione
    
Collana Crescamus 8

In attesa

 

 

Scheda bibliografica
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Autore Angelo Fanelli 
Titolo Feste e processioni a Conversano nel '700. Agiografia illustrata
Editore Arti Grafiche Scisci Conversano
Prezzo contributo € 6,50
data pub. maggio 2007
In vendita presso: Emmaus - Conversano
Edicola p.za Castello - Conversano
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Il maestro del villaggio. Operetta semibuffa conversanese
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Recensione
    
Collana Crescamus 7

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Scheda bibliografica
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Autore Musica di Angelo Antonio Quaranta
Libretto di Domenico Morea. Giuseppe Vavalle, Sante Simone
A cura Angelo Fanelli 
Titolo Il maestro del villaggio. Operetta semibuffa conversanese
Editore Arti Grafiche Scisci Conversano
Prezzo contributo € 6,50
data pub. maggio 2007
In vendita presso: Emmaus - Conversano
Edicola p.za Castello - Conversano
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