Chiesa di San Rocco Conversano
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Recensito per "Scaffale" da Francesco Saverio Iatta
    
storia arte tradizione liturgia 1510-2010

La chiesa di S. Rocco ha 500 anni di vita.

     “Ai piedi del declivio su cui sorgeva la cattedrale romanica (XI-XII) e il castello medievale (XIII sec.), trasformato poi in palazzo rinascimentale, sotto ‘il Palo’, e il ‘Belvedere’ scosceso e lungo la strada  che conduceva al cenobio francescano di S. Maria dell’Isola (1462), Giacomo Moro, nel 1510, fondava, fuori le mura della città [di Conversano], una chiesetta dedicandola a S. Rocco … Essa così s’incastonava nella raggiera delle chiesette extraurbane, generalmente monoaule, semplici e umili, a volte affrescate, ma che avevano la loro più nobile  e illustre cifra architettonica in s. Caterina, a pianta greca, o quadrilobata (XIV-XV sec.)”          
     Così esordisce (con i toni epico-lirici che spettano alla rievocazione della fondazione di un plurisecolare tempietto) non un dotto amanuense del XVI secolo teso (trepidante di gioia ed emozione) a tramandare l’oramai quasi leggendaria fondazione di una chiesetta cara alla comunità di Conversano, ma l’anonimo estensore della ‘preziosa’ (anche nella sua essenzialità) brochure che, per il quinto centenario della ricorrenza della fondazione della chiesetta di S. Rocco (1510-2010) ha approntato per l’occasione celebrativa.
     Chi poi ha il privilegio di compulsare (con golosa attenzione attenuata solo un po’ dal contenuto prettamente religioso) lo splendido opuscoletto ha, quindi, poi subito modo non solo di conoscere (sin quasi nei suoi minuti ma singolari particolari) la storia della chiesetta dedicata a s. Rocco e quindi i suoi momenti più significativi, ma anche (se non sopra tutto) di ammirare il dovizioso apparato iconografico che illustra, per l’appunto, ‘la storia della chiesetta’; i particolari più rilevanti della vista di s. Rocco; il minuto, ma particolarmente significativo, scrigno di arte che la chiesa amorosamente conserva. E, non certo per ultimo, le manifestazioni di culto e popolari che la comunità conversanese, con un entusiasmo una partecipazione e una dedizione che non ha affatto eguali nella cittadina, culminano con il ‘corteo storico’. Corteo storico che, come è noto, è uno dei più rilevanti momenti di aggregazione (religiosa e laica) della comunità conversanese cui concorre anche un nugolo, sempre maggiore, di forestieri che giungono, festanti, dai paesi viciniori attratti dalla fama del santo quanto dalla tradizionale cavalcata che ha davvero, oggidì, ben poco da invidiare alle ben più note e quindi celebrate sfilate in costume che si svolgono nelle città d’Italia che hanno un background storico-culturale di ben più consolidato e quindi noto che non quello conversanese.
     Insomma, storia arte tradizione e liturgia (sacra e profana) vengono proposte nella brochure con l’intento precipuo di celebrare una ricorrenza, oramai particolarmente cara alla comunità conversanese, che in questi giorni ha compiuto ben cinquecento anni di vita.
     La preziosa brochure è stata infatti predisposta, grazie a un raffinato cocktail composto di raffinata grafica e designer all’avanguardia, per celebrare (come meglio non si sarebbe potuto) il quinto centenario della fondazione di una chiesetta dedicata a s. Rocco per offrire, ad una comunità assetata di  tradizioni non convenzionali e neppure stereotipate, che sanno coniugare, con sapiente ben orchestrata maestria, il sacro con il profano, solo quelle tradizioni che son avvertire come realmente proprie perché reale parte del proprio dna civico-religioso. 
       Di fatto queste non affatto stereotipate consuetudini risultano un impagabile insieme che sa coniugare, con la frugalità che è il suo principale sapore, il passato con il presente; lo ieri, pregno di storia e memoria, con l’oggi che sa recuperare il meglio del passato.
      Sicché i festeggiamenti, che onorano la chiesetta e il santo a cui gli è dedicata da cinquecento anni, saldano un insieme di momenti in cui si fonde passato e presente, ma per poi proiettarle (questo ha quasi dell’eccezionale) con fiducia ben riposta, nel futuro me che prossimo.
     Anche perché il passato (suggerisce tra le righe l’anonimo estensore che ha redatto le note di commento agli apparati inconografici che rendono splendida questa brochure celebrativa) anche perché il passato non si deve avvertire, anacronisticamente, come un mondo a cui rivolgersi per rimirarne i trascorsi fastigi con sconsolata nostalgia mai del tutto consolabile, ma (u-ni-ca-me-nte) per realizzarne i sogni mai dimenticati. 
      Perché chi ha memoria del proprio passato si è assicurato quanto meno un futuro. Un futuro che potrà forgiare secondo le forze che vi saprà imprimere la propria creatività. Una creatività che dal passato può attingere quanto darà vitalità a ciò che è anche necessario per realizzare anche quei sogni che, solo in apparenza, possono pur anche parere erroneamente i più utopici. E quindi irrealizzabili.
Francesco Saverio Iatta
Recensito da Giusy Rizzo
 
storia arte tradizione liturgia 1510-2010

In occasione del cinquecentesimo anniversario della fondazione della chiesa dedicata a San Rocco è stato pubblicato l’opuscolo “Chiesa di San Rocco – Conversano. Storia, arte, tradizione, liturgia 1510 – 2010” a cura di Angelo Fanelli. 
Nella sezione dedicata alla storia viene descritta l’origine della devozione al Santo, la conseguente fondazione della chiesetta e cenni agiografici. 
Nella sezione sulla tradizione si accenna all’elemento scenografico caratterizzante i festeggiamenti in onore di San Rocco: la cavalcata. 
La sezione dedicata all’aspetto liturgico della festa contiene le orazioni e la liturgia delle ore tratte da antichi breviari. 
Notevole importanza all’interno della pubblicazione ricopre la sezione artistica in cui si descrivono attentamente le opere facenti parte del patrimonio della chiesetta. 

Di particolare interesse sono le due tele raffiguranti la Madonna con Bambino tra i Santi Sebastiano, Rocco e Biagio, attribuita a Paolo Finoglio e l’Immacolata Concezione di gusto finogliesco. Quest’ultima opera riprende totalmente le raffigurazioni virginee dell’Immacolata Concezione di Finoglio che si trovano a Napoli in San Lorenzo Maggiore, a Montesarchio (Benevento) nella Chiesa di San Francesco d’Assisi e presso il Palais des Beaux-Arts di Lille (Francia). L’Immacolata Concezione di Lille è visionabile presso la pinacoteca comunale di Conversano “Paolo Finoglio” fino al 5 Settembre.
Giusy Rizzo
Scheda bibliografica
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Autore Angelo Fanelli
Titolo Chiesa di San Rocco  Conversano
Editore Vincenzo Perillo
Prezzo s.p.i.
data pub. agosto 2010
In vendita presso:
Emmaus - Conversano
www.cooparmida
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Prassi musicale e rituale delle confraternite a Conversano
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Recensione
  
Collana Crescamus 20

In attesa

 

 

 

 
Scheda bibliografica
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Autore Claudio E. Del Medico e Francesco Dello Spirito Santo
Titolo Prassi musicale e rituale delle confraternite a Conversano
Progetto grafico Arti Grafiche - Alberobello
Prezzo s.p.i.
data pub. marzo 2014
In vendita presso:
Coop. Armida Conversano
Telefono: +39 080 4959510
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La musica nei conventi e monasteri di Conversano
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Recensione
  
Collana Crescamus 19

In attesa



 

 

 
Scheda bibliografica
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Autore Claudio E. Del Medico e Donato D'Attoma
Titolo La musica nei conventi e monasteri di Conversano
Progetto grafico Arti Grafiche - Alberobello
Prezzo s.p.i.
data pub. marzo 2014
In vendita presso:
Coop. Armida Conversano
Telefono: +39 080 4959510
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Le carte degli Acquaviva d'Aragona di Conversano 
e duchi di Nardò, negli archivi spagnoli
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Recensione di Francesco Saverio Iatta
    
Collana Crescamus 18

Un primo significativo tassello per scrivere la storia della città
Le ‘carte’ degli Acquaviva d’Aragona

     È stato appena stampato dalla Editrice Parnaso (Roma-Foggia 2010) il primo, prezioso ‘tassello’ (‘Le carte degli Acquaviva d’Aragona, conti di Conversano e duchi di Nardò, negli archivi spagnoli’, pp.120, € 15) di un grande mosaico che si propone di realizzare un ambizioso   progetto: regestare (cioè presentare i singoli documenti riportati in sunto, in alcuni casi limitato alle sole indicazioni essenziali: data, nome delle persone partecipanti all’atto, scopo o causale di esso) tutte le ‘carte’ che permettono di ricostruire la storia degli Acquaviva d’Aragona del ramo di Conversano. Questa ineludibile iniziativa intende realizzare la sistematica raccolta delle fonti e quindi di tutta la documentazione, edita e inedita, reperibile presso le maggiori biblioteche e i più noti archivi europei che, attualmente, conservano parte della documentazione che è indispensabile per ricostruire la pluricentaria e complessa storia degli Acquaviva d’Aragona. Il progetto, che è stato ideato dai componenti dell’Associazione culturale «Apuliae Manuscritpta» che ha vinto un bando di concorso teso a selezionare le idee più innovative, si vale del finanziamento della Regione Puglia e quindi della collaborazione dell’Archivio Diocesano di Conversano. L’ambizizoso programma (dato davvero rilevante) già pianificato e quindi curato, in tutti suoi dettagliati particolari, dalle componenti dell’associazione «Apulia Manuscripta» (il team è composto da tre brillanti laureate conversanesi che poi si sono specializzate in archivistica) è, ovviamente, solo nella sua fase iniziale. Infatti, questo primo volume (cui ci auguriamo seguano, a brevi scadenze gli uni dagli altri, i volumi che renderanno conto dei risultati che man mano verranno realizzati dalle ricerche effettuate dall’équipe dell’«Apulia Manuscripta») offre la regestazione delle ‘carte’ riguardati gli Acquaviva che attualmente sono conservate presso la ‘Real Cancilleria, Archivio Real, dell’«Archivio della corona de Aragòn» di Barcellona (vi sono stati reperiti e quindi regestati sette unità archivistiche); presso l’Archivio General de Simancas (vi sono stati reperiti e quindi regestati ben 136 unità archivistiche) e, infine, presso la  Biblioteca Nacional de España de Madrid (vi sono state reperite e quindi regestate  13 unità archivistiche).
      Il volume (curato dalle dr.sse Rosaria Colaleo, Mariarosa Lippolis e Aurora Martino) che regesta complessivamente ben centocinquatasei unità archivistiche è inoltre dotato di una descrizione della ‘Biblioteca Nacional de España’ di Madrid (p.29), quindi anche della descrizione dell’Archivio General de Simancas, Simancas-Valladolid (pp.34-35) infine della stessa Biblioteca Nacional de España de Madrid (pp.105). Poi di un “Indice onomastico e toponomastico” (pp.111-115 e che riguarda ben 207 tra nomi e toponimi), di una essenziale Bibliografia (p.116) e, infine, di un indice che facilita ogni ricerca in seno alla pubblicazione (p.117).
     Ben due poi sono le ‘postfazioni’ (che, per un probabile errore di stampa, devono essere state poste all’inizio, invece, che al termine del volume 1 ).
      La prima postfazione è dedicata a “Le fonti del regno di Napoli nell’Archivio generale di Simancas” ed è stata appositamente dettata da Julia Teresa Rodríguez de Diego, vicedirettrice dell’Archivo General de Simancas (Valladolid-Spagna) e membro dell’Instituto Universitario de Historia Simancas dell’Universidad de Valladolid.
     La seconda postfazione è dedicata a “La Puglia e la corona di Aragona: una rapporto da riscoprire” stilata, a sua volta, da Àngel Casals Martínez professore di Storia Moderna presso il Departament de Història Moderna dell’Universitat de Barcelona.
      All’inizio di “Le carte degli Acquaviva d’Aragona” il team dell’Associazione culturale «Apuliae Manuscritpta»  ha posto una illuminante “Prefazione” (pp.3-7) in cui dà ragionato conto delle finalità del suo operato informando, altresì, sulle iniziative che sono già in cantiere e quindi di quelle che stanno per esserlo dopo una attenta pianificazione che, concordata con il comitato scientifico (che garantisce la validità dei risultati acquisti e di cui fanno parte il prof. Biagio Salvemini, dell’Università di Bari, quindi il prof. Mario Spedicato, dell’Università di Lecce e Angelo Fanelli dell’Archivio Diocesano di Conversano che ospita la sede dei lavori e quindi custodisce i risultati delle ricerche dell’«Apuliae Manuscriptae») prevede quanto l’equipe si propone di realizzare sia a breve quanto a lungo termine.
      Alla fine di questa essenziale segnalazione ci sia permessa una postilla cui affidiamo una nostra riserva.
     Non dubitiamo affatto della competenza professionale dell’equipe che compone l’Associazione «Apuliae Manuscritpta», che ha per altro verso, brillantemente portato a termine il primo “step” dell’ambizioso progetto che intende portare a termine, ma ci permettiamo di segnalare che la riproduzione a colori (il cui montaggio è stato effettuato con la consueta proverbiale perizia da Leonardo Brescia, e quindi elaborata con mano davvero felice da Felice Di Chito) riportata sulla copertina di “Le carte degli Acquaviva” non rappresenta lo stemma degli Acquaviva d’Aragona quanto, invece lo stemma degli Acquaviva inquartato con quello degli Orsini del Balzo 2 .
      Non per nulla lo stemma in questione è riprodotto, e quindi riportato, sul notissimo “Cenotafio”, realizzato dallo scultore Nuzzo Barba 3 . Cenotafio che, com’è noto, è custodito nella chiesa di S. Maria dell’Isola.
     E accoglie, come si sa, le spoglie di Giulio Antonio Acquaviva e di sua moglie Caterina del Balzo.                               


1 Cfr. postfazione [post-fa-zió-ne] n.f. [pl. -i] commento a un libro, analogo alla prefazione ma posto dopo il testo. Foggiato su prefazione, con sostituzione del pref. post- a pre-. © 2005, De Agostini Scuola S.p.a. - Garzanti Linguistica.

2 Con coerenza il conte Andrea Matteo farà apporre, sul monumento funebre dedicato in S. Maria dell’Isola ai genitori, gli stemmi Acquaviva e Orsini del Balzo, ma non quello d’Aragona”, cfr. V. L’Abbate, Il ciclo pittorico di Paolo Finoglio sulla “Gerusalemme Liberata” nella Pinacoteca comunale, Sisci, Conversano 1999,pp.84-85 e cfr. riproduzione n.57, con relativa didascalia in Il ciclo pittorico di Paolo Finoglio, op. cit. p.85.

3 Cfr. Scultura nel Rinascimento in Puglia, a c. di C. Gelao, Costruzioni restauri V. Modugno srl Capua-Comune di Bitonto, Edipuglia, Bari-S. Spirito, 2004, p.21-24.
  

Francesco Saverio Iatta
Prefazione
    
Collana Crescamus 18

 II presente volume costituisce il tassello di un grande mosaico che rappresenta un progetto ambizioso e di lunga durata, appena cominciato. Tale progetto persegue l'obiettivo della valorizzazione di numerosi elementi storici, artistici e culturali disseminati sul territorio della Regione Puglia e che sono relazionati alla potente famiglia nobile degli Acquaviva d'Aragona. Valorizzare questi elementi significa riscoprire, tutelare, migliorare, utilizzare, fruire e potenziare ricchezze di vario tipo che il territorio accoglie, offre e che, pur costituendo tappe imprescindibili negli itinerari di quanti vogliano conoscere l'identità regionale, sono spesso dimenticate o banalizzate.
Il percorso comune degli autori del libro, quindi la nascita dell'associazione culturale Apuliae Manuscripta, inizia quando nel 2009-2010 la Regione Puglia (Assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva-Settore Politiche Giovanili e Sport) ha consentito ai giovani pugliesi la possibilità di elaborare delle idee progettuali e di concretizzarle indicendo un bando di concorso - Principi Attivi Giovani Idee per una Puglia Migliore - teso a selezionare i progetti più innovativi e interessanti. 11 progetto Le carte degli Acquaviva d'Aragona: storia, arte e cultura nel territorio pugliese, all'interno del quale si colloca la presente pubblicazione, è risultata essere una delle idee progettuali destinate a prendere corpo grazie ai finanziamenti della Regione Puglia.
La comprensione e promozione di un bene storico, artistico e culturale non può prescindere dalla ricerca delle fonti documentarie ad esso legate, tracce primigenie che rappresentano il primo passo per la ricostruzione di ogni storia. Apuliae Manuscripta ha proposto un progetto per il recupero e la fruizione del patrimonio storico documentale relativo alla Regione Puglia. Come primo oggetto di studio è stato scelto il ramo pugliese della famiglia nobile degli Acquaviva d'Aragona fra i secoli XVI-XVIII. Questa famiglia rappresenta solo uno dei percorsi possibili capaci di fungere da linea guida nella costruzione di itinerari per la scoperta del presente e del passato. La scelta è stata determinata da diversi fattori. Sicuramente la mancanza di un archivio della famiglia Acquaviva d'Aragona a cui storici e curiosi possano far riferimento ha rappresentato un valido incentivo alla costituzione di un fondo digitale (seppur ancora parziale) relativo alla famiglia nobile. Non si può non ricordare come buona parte delle fonti siano andate perse a causa di eventi nefasti come, ad esempio, lo sfortunato incendio che divampò nel deposito dell'Archivio di Stato di Napoli nel 1943, l'incendio della cattedrale di Conversano nel 1911 e l'assalto del popolo al municipio di Conversano nel 1886. Numerosi, tuttavia, sono gli istituti di conservazione europei, soprattutto spagnoli, che custodiscono le memorie del casato. È questa una situazione dovuta a diverse circostanze storiche, prima tra tutte la presenza di legami politici fra il regno di Napoli e la corona d'Aragona, l'impero di Carlo V e la monarchia ispanica, oltre che per l'estrema mobilità dei noti personaggi pugliesi: conti, duchi e marchesi, vescovi, cardinali e abati, ministri, governatori e capitani d'armi... gli Acquaviva d'Aragona, titolari di numerosi feudi e giurisdizioni, sparsi fra la provincia di Otranto e quella di Bari (e non solo) viaggiavano costantemente fuori e dentro il regno di Napoli, raggiungendo le corti suntuose di tutta Europa e partecipando attivamente alla vita politica, sociale e culturale di epoca moderna.
L'attuale frammentarietà delle fonti nello spazio rende difficile uno studio esaustivo delle stesse, sebbene ciò non sia impossibile. L'importanza del recupero e dello studio delle fonti è legata al fatto che la celebre famiglia nobile ha lasciato sul territorio pugliese numerose tracce del proprio passaggio. La costruzione di una parte significativa del paesaggio pugliese è legata al nobile e potente casato. Castelli, chiese e monasteri sono da sempre al centro dell'attrattiva turistica della Puglia. Molteplici sono i significati depositati nel castello di Conversano e in quello di Nardò, nel casino di caccia di Marchione in terra di Putignano o nelle celebri tele dipinte da Paolo Finoglio, ma anche in ogni capitello, in ogni ulivo, in ogni "parete", in ogni porto e in ogni bosco, in ogni spazio occupato o non, anch'esso dotato di una ragion d'essere. Ma la relazione fra la nota famiglia e il territorio è tutta da scoprire, infatti gli elementi più conosciuti sparsi sul territorio rappresentano solo alcuni pezzi di un puzzle disorganico e incompleto e sono fruiti dal pubblico come oggetti isolati, contemplati come una collezione spettacolare di monumenti, slacciati fra di loro e lontani dal tessuto sociale nel quale sono stati creati. I nomi delle strade e quelli dei casali, le fiere e i mercati, i santi venerati, i colori di arazzi e bandiere, i nomi della gente e i sapori in cucina, i modi di fare e i modi di dire... racchiudono i segreti silenziosi di una potente famiglia feudale che ha lasciato un'impronta decisiva sull'identità pugliese attraverso una presenza duratura e intensa. Curiose e famose leggende sui personaggi e luoghi si mescolano e sovrappongono in maniera confusa ai dati di più probabile veridicità, creando dubbi e confusioni che si riflettono tanto nei libri scientifici, quanto nei dépliant e guide turistiche, lasciando spazio a imprecisioni e banalizzazioni.
I componenti del gruppo Apuliae Manuscripta si sono cimentanti in una complessa ricerca bibliografica e archivistica per la localizzazione delle fonti negli archivi storici più importanti d'Europa, soprattutto fra Italia e Spagna, ma molti altri sarebbero da prendere in considerazione, per esempio quelli di Francia, Germania e Austria. Le ricerche in sita hanno reso possibile l'inizio della creazione di un archivio interamente digitale sul ramo pugliese degli Acquaviva d'Aragona che inette fine alle difficoltà legate alla dispersione delle fonti. Le copie in formato digitale di numerosi documenti manoscritti e a stampa, editi ed inediti, sul casato sono oggi depositati presso l'Archivio Diocesano di Conversano. Lungi dall'essere completo il recupero delle fonti sulla famiglia pugliese (la fase di ricerca archivistica continua ad essere l'attività di base del lavoro del gruppo), Apuliae Manuscripta ha avviato altre fasi di lavoro. Le fonti documentarie offrono una infinità di possibilità di utilizzo delle stesse, dallo studio prettamente scientifico alla redazione di testi divulgativi capaci di spiegare la complessità storica dei beni territoriali, dalla composizione di schede tecnico-informative su monumenti ed aree urbane ed extraurbane a guide turistiche che non siano banali e che rinnovino l'interesse del pubblico... ancora, da mostre e creazione di materiale audiovisivo a seminari per studenti di tutti i tipi, e la lista potrebbe continuare. Ma se il punto di partenza è quello di attività che eludano superficialità e approssimazioni e che siano dotate di certa scientificità significa che è necessario partire dall'organizzazione e inventariazione sistematica del materiale documentario e dalla creazione di strumenti di corredo utili per l'uso delle fonti documentarie.
Il libro qui presente è il risultato di parte della ricerca e dell'organizzazione del materiale documentario e librario relativo agli Acquaviva d'Aragona pugliesi. Sono stati visitati numerosi istituti di conservazione presenti in Italia e Spagna. La localizzazione delle fonti è avvenuta attraverso la ricerca toponomastica dei personaggi e luoghi più importanti, a partire dalle informazioni fornite dagli strumenti di corredo. quali inventari e cataloghi. cartacei e informatici, messi a disposizione degli utenti in ognuno degli istituti presi in con siderazione. Le fonti che qui si considerano sono quelle conservate nei seguenti centri: l'Archivio de la Corona de Argón di Barcellona, l'Archivio Generai de .Simancas in provincia di Valladolid e la Biblioteca Nacional de España, anch'essa a Madrid. I risultati raccolti in questo primo volume sono stati suddivisi in base agli istituti di conservazione, essi saranno implementati da altri che scaturiranno dalla ricerca e organizzazione di ulteriori fonti conservate in altri centri documentari dislocati sul territorio europeo. È ad esempio in programma la pubblicazione di una specifica monografia sul personaggio di Claudio Acquaviva d'Aragona, Generale della Compagnia di Gesù, vista la cospicua mole documentaria depositata presso l'Archivo Historico Nacionaldi Madrid e I'Archivo Generai de Indias di Siviglia *.
La stipula di una convenzione fra l'Archivio Diocesano di Conversano e il Ministerio de Cultura del governo di Spagna ha dato inizio ad una collaborazione grazie alla quale le fonti ritrovate nei centri menzionati sono state riprodotte in digitale, depositate presso I'ADC e messe a disposizione del pubblico interessato. Lo strumento di corredo proposto con questo volume permetterà agli utenti di orientarsi fra le innumerevoli fonti recuperate. All'intero sono presenti anche due saggi di approfondimento di Julia Rodríguez de Diego, vicedirettrice dell'Archivo Generai de Simancas, e Àngel Casals Martincz, professore di Storia Modernadell'Universitat de Barcelona che ringraziamo per questi importanti contributi.
La realizzazione del progetto Le Carie degli Acquaviva d'Aragona: storia, arie e cultura nel territorio pugliese è avvenuta grazie ai finanziamenti della Regione Puglia, a cui il gruppo rivolge un saluto di gratitudine. Un ringraziamento particolarmente sentito è quello rivolto all'ADC (sede dei lavori), rappresentato nella persona del direttore Angelo Fanelli, per l'accoglienza manifestata. Hanno inoltre collaborato diversi esperti, garanti della corretta realizzazione dell'idea progettuale, a cui esprimiamo la più viva gratitudine, ovvero Biagio Salvemini, professore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali dell'Università degli Studi di Bari e direttore del Centro di Ricerche Interuniversitario per l'Analisi del Territorio (CRIAT); Julia Rodríguez de Diego, vicedirettrice dell'Archivo Generai de Simancas e membro dell'Instituto Universitario de Historia Simancas de la Universidad de Valladolid; Angel Casals Martínez, professore di Storia Moderna presso il Departament de Història Moderna della Universitat de Barcelona e Mario Spedicato, professore di Storia Moderna del Dipartimento di Studi Storici dal Medioevo all'Età Contemporanea dell'Università del Salento e direttore della Società di Storia Patria Sezione di Lecce. Altri ringraziamenti vanno anche a José Luis Rodríguez de Diego, direttore dell'Archivio di Simancas fino al 2009, ed Eduardo Pedruelo Martin, direttore dello stesso archivio dal 2010; al Ministerio de Culturadel governo spagnolo e al personale dei centri di documentazione di Spagna; ancora a Mauro Gambini Vera de Aragona, dottore di ricerca in Storia Moderna.e all'archeologa e archivista Silvia Olivares Martínez.


* Sebbene nel presente volume siano stati considerati tutti i documenti relativi al ramo pugliese degli Acquaviva d'Aragona custoditi dalla BNL, sono state escluse quelle poche unità relative a Claudio Acquaviva d'Aragona che saranno inserite nel volume monografico appena menzionato.

 

Apuliae Manuscripta.
Aurora Martino, Mariarosaria Lippolis, Rosaria Colaleo

 

Scheda bibliografica
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Autore A. Martino - M. Lippolis - R. Colaleo
Titolo Le carte degli Acquaviva d'Aragona di Conversano e duchi di Nardò, negli archivi spagnoli
Editore Parnaso - Foggia
Prezzo s.p.i.
data pub. luglio 2010
In vendita presso: Coop. Armida Conversano
Telefono: +39 080 4959510
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Le carte conversanesi nell'Archivio Diocesano 
di Conversano
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Presentazione
  
Collana Crescamus 17

La platea scelta per la raffigurazione della coperta di questo volume non è solo reminiscenza di quel secolare e prestigioso capitale fondiario del monastero di S. Benedetto di Conversano, indice economico del potere badessale conclusosi nel 1810, ovvero una pura e semplice, magari accattivante, illustrazione tratta dall'altrettanto secolare patrimonio manoscritto dell'Archivio Diocesano di Conversano, ma vuol essere metafora con valenze e suggestioni diverse.
Metafora poetica di una nostalgica era bucolica in cui si rannodano l'anima della madre Terra e quella dell'homo laborans in un'armoniosa e pacifica simbiosi e sinergia; metafora in cui i due regni, la natura simboleggiata dagli alberi, e l'uomo, dalle case, dialogano reciprocamente, operano, s'integrano in una continua attività di creazione; e all'opposto metafora amara di sfruttamento contadino e di disuguaglianze sociali, foriere di aspirazioni, rivendicazioni, lotte sfociate anche nel sangue, repressioni e disinganni.
Metafora biblica di un regno annunciato già presente nel mondo (Le 17. 21), cui volgere gli occhi ("Perché state a guardare il ciclo?", At 1, 11), in cui il credente in Gesù trova la sua patria, pur sapendo che ogni patria gli è straniera, partecipe in tutto come cittadino eppure distaccato, testimone di un metodo di vita sociale mirabile eppure paradossale (Lettera a Diogneto. V, 1-5); metafora di quel regno in proiezione escatologica verso l'apocatastasi; metafora del campo in cui il seminatore esce a seminare per conseguire esiti diversi e perfino nulli, o del campo che letterariamente pone l'inquietante problema del male, della libertà umana e del suo conflittuale rapporto con l'altro e con il Trascendente.
Metafora archivistica nella cui platea si avvicendano e s'intrecciano uomini e cose, tempi ed eventi, leggi civili ed ecclesiastiche, liberalità e grettezze, fede e temporalismo, da cui è possibile trarre letture e conoscenze più diverse: storiche, sociologiche, giuridiche, sociali, religiose, onomastiche, toponomastiche, artistiche ecc. E per questo apparato vi hanno lavorato direttamente, agli inizi del '900 d. Angelo Coletta e d. Angelo Rotolo, dall'ultimo quarto dello stesso secolo Marco Lanera, Antonella Caprio e Cristiana Guarnieri, e oggi Rosaria Colaleo e Mariarosaria Lippolis, che hanno innanzitutto rifatto la regestazione di tutte le serie archivistiche integrandole anche alla luce degli ulteriori materiali documentari rinvenuti, poi hanno ex novo regestate le numerose serie ch'erano rimaste solo inventariate cronologicamente, e infine hanno effettuato la revisione di tutto il fondo Conversano. A tutti costoro vanno espressi il più vivo ringraziamento e la più sentita gratitudine.
Ovviamente il lavoro d'inventariazione e regestazione, al momento puntualizzato fino a tutto l'Ottocento, continuerà ad allargarsi e abbracciare tutta l'ex diocesi di Conversano, che tuttavia già dal 2005 è possibile consultare in rete seppure non in modo esaustivo, per protendersi nel futuro in attesa che, decantato nel tempo, anche il presente documentario che si va accumulando divenga storia.
Infine nella vignetta della coperta campeggia una rosa dei punti cardinali: anch'essa per ognuna delle metafore diviene plurimo simbolo d'indispensabile guida, siano esse le leggi umane e costituzionali, la divina Parola, le regole archivistiche, non finalizzate a se stesse in una specie di narcisistico compiacimento, ma funzionali ad una intelligente fruizione dei materiali documentari che rischierebbero altrimenti di rimanere magmatici e caotici.

Angelo Fanelli e Vito Castiglione
Scheda bibliografica
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Autore R. Colaleo - M. Lippolis
Titolo Le carte conversanesi nell'Archivio Diocesano  di Conversano
Realizzazione NEWDATA S.r.l. - Noci
Prezzo s.p.i.
data pub. 2010
In vendita presso:
Coop. Armida Conversano
Telefono: +39 080 4959510
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