L'imprenditorialità
delle Badesse
di San Benedetto di Conversano

Conversano, 18 luglio 2024 - Mastronardi - Pascale

 
 
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L'imprenditorialità
delle Badesse
di San Benedetto di Conversano

Conversano, 18 luglio 2024 - Mastronardi - Pascale

 
 
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L'imprenditorialità
delle Badesse
di San Benedetto di Conversano
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Introduzione

  
L'imprenditorialità delle Badesse di San Benedetto di Conversano C.S. F. e M. Marangelli

Fino a un decennio fa a Conversano ascoltare la storia del Monastero di San Benedetto era simile alla lettura di un romanzo o di un libro giallo dalla trama ricca di intrighi, misteri, lotte e tesori nascosti.

 

Protagoniste principali erano le Badesse e i loro rapporti con i Conti e i Vescovi di Conversano e il Clero di Castellana per le secolari contese che hanno reso famoso il Monastero conosciuto anche con l’appellativo di “Mostrum Apuliae”.

 

La sensazione era che molti “esperti” parlavano per sentito dire e non per conoscenza diretta dei documenti arricchendo le poche notizie vere con fantasiosi e misteriosi racconti e mettendo in risalto l’operato delle monache con critiche poco positive.

 

Alla fine del primo decennio del secondo millennio un gruppo di studiosi del Centro Studi “M. e F. Marangelli” e della Sezione Sud-Est Barese delle società di Storia Patria per la Puglia elaborano Un progetto finalizzato allo studio e alla conoscenza del “Tesoro” del Monastero.

 

L’idea, per una serie di disponibilità ed eventi favorevoli, è stata vincente e ha dato la possibilità “di entrare” nei segreti del Monastero e davanti a tanto splendore si è potuto studiare e conoscere la complessa millenaria storia della comunità monastica di clausura.

 

Il risultato di tanto studio e lavoro ha dato l’opportunità di realizzare un importante mostra un prezioso catalogo sul “Il Tesoro di San Benedetto”, inaugurata nel dicembre 2016 presso le sale espositive del Castello di Conversano (il tesoro di San Benedetto in Conversano, storia, arte, devozione e vita quotidiana nel Moustrum Apuliae, a cura di V. L ’Abbate, Foggia 2017, pp. 361).

 

La scoperta di tanta ricchezza ha suscitato la curiosità di capire le fonti finanziarie che hanno garantito, per circa un millennio, il consistente tenore di vita della comunità, considerando la grande mole architettonica del monastero che ospitava un numeroso gruppo di monache, novizie, inservienti, operai e collaboratori esterni, gestiti dalle Badesse alla diretta dipendenza della Santa Sede.

 

Bisogna considerare la provenienza delle monache, per la gran parte entrate in convento non per vocazione ma per imposizione, da nobili famiglie del luogo che per motivi a tutti noti affidavano le loro proprietà per successione ai primogeniti e obbligavano i restanti figli se maschi alla vita militare (cavalieri) o religiosa, se donne a matrimoni d’interesse o alla vita religiosa. A ognuno comunque veniva riconosciuta una dote.

 

Questo ci ha portato a capire l’importanza del numero delle monache perché da tale presenza si può risalire alla consistenza di un cospicuo e costante flusso di denaro, di donazioni immobiliari, provenienti dalle “doti”.

 

Dai documenti risulta che per ognuna di esse che entrava nel monastero la famiglia versava 600 ducati più la dote personale.

 

Dalla lettura dei verbali della elezione delle badesse abbiamo ricavato il numero delle monache votanti che riportiamo in maniera sintetica (Atti per l’elezione delle badesse, aa. 1504-1903, busta 1, fasc. 1.28):

 

1638

votanti n.

56

monache

1642

61

1661

80

1665

90

1750

47

 

Dal 1811 al 1885 il n. delle monache oscilla tra 25 e le 18 unità

 

Dal 1891 al 1903 il n. delle monache è in declino da 13 a 6 unità.

 

Altri documenti consultati sono gli annuali bilanci delle entrate e delle spese redatti dai curatori dei beni del monastero e presentati all’approvazione delle badesse.

 

La scoperta di 16 “Planche” o tavole grafiche realizzate tra il 1844 e il 1846 dall’architetto Leonardo Maurantonio, su incarico della badessa donna Luigia Netti, del rilievo delle proprietà terriere del Monastero. Un lavoro eseguito in scala grafica in palmi napoletani, riproducendo le caratteristiche di ogni singola particella, dalla forma alla coltivazione e alla superficie, di cui risulta l’estensione totale di 4.143 tomoli di Conversano.

 

E’ sempre emozionante osservare, confrontare e valutare graficamente il ricco patrimonio agrario del Monastero nella prima metà del 1800, nel periodo di lento declino e poco prima della confisca da parte dello Stato, che poco è modificato rispetto ai secoli precedenti.

 

Perché spendere tante risorse, 1035 ducati, per questo lavoro? A cosa sarebbe servito?

 

Non conosciamo nessuna motivazione. Possiamo solo ipotizzare l’esigenza di conoscere e meglio governare quanto posseduto, la loro effettiva consistenza e la loro ubicazione nel territorio da Mola di Bari - Cozze a Castellaneta e Martina Franca. (Vedi cartografia a pag. 64).

 

Le Badesse e le monache, donne di nobili origini e di buona cultura, hanno saputo affidarsi a buoni amministratori, curatori dei beni, a valenti avvocati locali, napoletani e romani per le continue e onerose controversie con i vescovi di Conversano e il clero di Castellana.

 

Se oggi possiamo ancora ammirare quanto è rimasto del Monastero di San Benedetto, dalla grandiosità e complessità del fabbricato alla bellezza architettonica del campanile d’ingresso, alla originalità e ricchezza decorativa della chiesa, ai chiostri, ai quadri e arredi sacri, al “tesoro” di gioielli devozionali e così via, è perché tanta ricchezza non è stata depauperata ma saggiamente e oculatamente amministrata e custodita.

 

Giuseppe Lenoci e Antonio Fanizzi

Scheda bibliografica
Autore Giuseppe Lenoci e Antonio Fanizzi
Titolo L'imprenditorialità delle Badesse di San Benedetto di Conversano
Editore Tipografia Pineta - Conversano
Prezzo s.p.i.
data pub. Aprile 2024
In vendita presso:
a richiesta in tutte le librerie
Lenoci Giuseppe

Note biografiche dell'autore
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 Lenoci Giuseppe

Lenoci Giuseppe
Nato a Noci
il 1949
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Profilo professionale


Giuseppe Lenoci, docente di Disegno e Storia dell’Arte al Liceo Scientifico Statale “Sante Simone” di Conversano, in pensione dal 2011.

Nell’impegno didattico ha favorito la conoscenza del patrimonio architettonico locale agli studenti con la realizzazione di rilievi grafici e fotografici, ricerche storiche e idee progettuali per il recupero e riutilizzo.

Significativi gli interventi per: IL Boschetto, la chiesetta di S. Caterina, il Castello, il Calvario, la Cappella del Cimitero e il convento del Carmine nel territorio di Conversano; La peschiera dell’Abbazia di San Vito a Polignano a Mare.

Promotore, coordinatore e organizzatore di attività comunicative per un ventennio, quali: il giornale scolastico “Il Brufolo – Sfoghi giovanili”, la trasmissione radiofonica “Il brufolo radioattivo”, La Giornata dell’Arte e della Creatività Studentesca “ARTESCUOLA”.




Gli scritti di maggior rilievo di Giuseppe Lenoci

 

  • “Angelo Custode: Dono e Bellezza” – Conversano – Ottobre 2020
  • “La Bruna” Il nobile culto carmelitano e donna Isabella – Conversano – Luglio 2000.
  • "Basilica Cattedrale di Conversano" – Maggio 2000;
  • “Santi e devozione” L’iconografia pittorica della Chiesa del Carmine di Conversano – Luglio 1996;
Note biografiche dettate dall'interessato
Angelo Custode: Dono e Bellezza
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Presentazione on line
    
Angelo Custode: Dono e Bellezza
Collana Crescamus 30

Introdotto da mons. Giovanni Intini, vescovo di Tricarico, che ne sottolinea gli aspetti religiosi, lo studio si dispiega su tre coordinate artistiche: storia italiana, cinema, musica e letteratura, e storia locale.

Partendo dalle raffigurazioni parangeliche presenti nelle epoche pagane assire, greche e romane, Giuseppe Lenoci evidenzia ed esalta la specifica figura dell’angelo nell’Alto e Basso Medioevo attraverso mosaici, affreschi e pitture con gli autori Duccio, Cimabue, Giotto, Martini, Piero della Francesca e Beato Angelico; poi dal Rinascimento con Leonardo da Vinci, Botticelli, Perugino, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio passa all’età moderna con Caravaggio, Tiziano Vecellio, Correggio, Pietro da Cortona, il Veronese e a noi più vicini Finoglio e Fracanzano, per concludere molto brevemente con Canova, Rossetti e Previati nell’età contemporanea (pp. 7-28).

Non meno rappresentata è la figura dell’angelo nel cinema, nella musica e nella letteratura: così nella settima arte Maria Teresa Lenoci la coglie perfino con derive esoteriche “nei paranormale romance o storie dai risvolti cruenti o epici come nel fantasy italiano e non”, citando City of Angel, remake de Il cielo sopra Berlino; nella musica segnala Ron, U2 e Vasco Rossi; e nella vasta letteratura Emily Dickinson e la poetessa Mathilde Wesendonck (pp. 29-32).

Infine Antonio Fanizzi non poteva non tratteggiare la figura angelica nella nostra Conversano attraverso le copiose sculture e pitture con una puntuale collocazione topica e annotazioni storiche e devozionali (pp. 33-37).

La conclusione nell’Appendice è presentata dallo stesso Giuseppe Lenoci, per il quale l’immagine angelica “trasmette e trasmetterà la bellezza divina, allo stato puro e vero, esaltando in noi sentimenti e sensazioni di umana felicità” (pp. 38-39).                  

 
 
Don Angelo Fanelli

 

Presentazione
    
Angelo Custode: Dono e Bellezza
Collana Crescamus 30

“Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari. Il mio angelo camminerà alla tua testa...”

(Esodo 23, 20-23a).

Queste parole del Libro dell’Esodo presentano in modo efficace il ministero affidato da Dio agli angeli a favore degli uomini.

Custodire, proteggere, accompagnare, guidare, prendersi cura sono i verbi che caratterizzano l’agire stesso di Dio verso gli uomini; verbi che noi abbiamo visto pienamente coniugati da Gesù: il Dio con noi.

L’angelo custode è la garanzia che Dio personalizza per ciascun uomo questa sua premura, che non è “premura di massa” ma attenzione a tutti e a ciascuno nella propria diversità.

Soprattutto nei passaggi più problematici della vita, l’angelo custode è testimone della vicinanza di Dio: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato...” (Isaia 49, 15-16).

Da un po’ di mesi il professor Lenoci, l’amico Pinuccio, mi aveva chiesto di scrivere una presentazione a questo bel libretto scritto da lui in collaborazione con Maria Teresa Lenoci e Antonio Fanizzi.

Purtroppo preso dagli impegni e poi travolto dall’epidemia di Covid-19 ho trascurato un po’ questo impegno.

Sentendomi in colpa per aver ritardato la pubblicazione di questo lavoro a cui il professor Lenoci teneva particolarmente, mi sono impegnato a scrivere questi pensieri in questo momento in cui sembra che lentamente stiamo venendo fuori dalla tempesta che ha travolto il mondo.

Riflettendo, ho pensato che non è stato forse un caso aver trovato in questo momento il tempo per scrivere, ma una vera provvidenza, ^esperienza di angoscia, paura e disorientamento che tutti abbiamo vissuto, ci rende più disponibili a pensare che, se ce qualcuno a nostro fianco, riusciamo meglio a non perdere la rotta della navigazione della vita. Certo, nel caso degli angeli custodi è necessaria la fede, quella dei semplici, dei piccoli, dei nostri nonni e genitori che, senza saper fare grandi discorsi, sapevano fidarsi e affidarsi a quella Provvidenza divina che tutto dispone con sapienza e amore.

L’angelo custode può diventare occasione di riflessione anche per coloro che pensano di non avere una fede ma amano la bellezza della vita e sono attenti a prendersene cura in tutte le sue forme; per loro e per tutti possono risuonare le parole di Don Tonino Bello che riscaldano il cuore e invitano a cercare sempre da qualche parte l’ala di riserva per affrontare il volo della vita.

 

S.E. Mons. Giovanni Intini - Vescovo di Tricarico
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Autore Giuseppe Lenoci - Maria Teresa Lenoci - Antonio Fanizzi
Titolo Angelo Custode: Dono e Bellezza
Editore Tipografia Pineta - Conversano
Prezzo s.p.i.
data pub. ottobre  2020
In vendita presso:
Per chi desidera ricevere una copia del volume, basta farne richiesta direttamente all’Archivio Diocesano di Conversano, o a Giuseppe Lenoci
tramite Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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