Presentazione del volume:

 
 
‘C’era una volta’
di Locaputo Pasquale
 


 
 
Presentazione del volume:

 
 
‘C’era una volta’
di Locaputo Pasquale
 

 

 

Locaputo Pasquale

Note biografiche dell'autore
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Pasquale Locaputo
nato a Conversano 
1933 - 2023

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ha seguito il normale corso di studi presso il Liceo Classico "Domenico Morea" di Conversano, conseguendo la Maturità nel giugno 1953 e iscrivendosi alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Bari prima e, dal 1955 presso l'Università degli Studi di Cagliari, dove si era trasferito per motivi di lavoro, conseguendo nel 1961 la Laurea in Lettere. Ha insegnato presso l'istituto Magistrale "San Benedetto" di Conversano come ordinario di Latino e Storia ininterrottamente dal 1962 al 1987, curando, tra l'altro, la redazione dell'Annuario dell'istituto Magistrale per un decennio (dall'a.s. 1963-64 all'a.s. 1972-73).

Collocato a riposo, si è dedicato all'attività culturale preferita, la narrativa e la ricerca linguistica sul dialetto. Nel 1987 ha pubblicato Le Masciare, una raccolta di racconti ispirati ai verbali inediti di un processo alle streghe, tenutosi a Conversano nel 1582. Nel 2010, dopo oltre un decennio di ricerche e di studi, ha pubblicato il Dizionario della parlata conversanese, dedicato al dialetto di Conversano con un'ampia introduzione di carattere morfologico, sintattico, linguistico e fonetico.

Nel 2015 ha pubblicato Cera una volta, 45 racconti, seguito, nel 2020, da C'era una volta a Conversano, 30 nuovi racconti, tutti ambientati sullo sfondo del centro conversanese.

Pubblicazioni

  • Le Masciare, Arti Grafiche Scisci Conversano, 1997,
  • Dizionario della parlata Conversanese, Levante Editore - Bari, 2010,
  • C’era una volta, BookSprint Edizioni - Romagnano al Monte (SA), 2015
  • Cera una volta a Conversano, A.G.A. Alberobello, 2020
  • Dizionario della parlata di Conversano, A.G.A. Alberobello,  2021
  • Percorsi, A.G.A. Alberobello,  2023
  • Panta rei, A.G.A. Alberobello,  2023
Note biografiche desunte dalla quarta di copertina del
‘Dizionario della parlata di Conversano’
 
Le Masciare
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Premessa
  
Storia di streghe dai Verbali inediti di un processo del 1582

Per caso ebbi tra le mani i verbali di un processo contro le streghe, celebrato a Conversano tra l'aprile e l'agosto del 1582.
Lessi avidamente quelle pagine che mi raccontavano di una Conversano di quattro secoli fa, nelle sue vicende minute, con i suoi personaggi minori e usuali, uomini e donne, poveri e nobili, preti e monsignori, di cui la storia, anche quella cittadina, non si occupò mai né potrà mai occuparsi. Essi passano attraverso la cronaca, ma la loro traccia, pur quando dura a lungo, non oltrepassa la memoria di un paio di generazioni e poi si disperde, come si disperdono i volti, la fisionomia e spesso anche il ricordo delle vicende dei nostri genitori, di cui già i nostri figli serbano solo labili segni, un'opaca memoria.
Quei resoconti, rimasti in effetti dimenticati in polverosi archivi e giunti fino a noi molto lacunosi e privi della parte conclusiva del processo, mi impressionarono vivamente. Non tanto per le vicende di cinque o sei donne ritenute fattucchiere (o masciare, come si diceva allora) e, probabilmente, condannate come streghe, quanto per i riferimenti alla vita quotidiana di quei nostri lontani antenati, per la sorpresa di scoprire la Conversano d'oggi nello sfondo degli avvenimenti d'allora.
Nelle deposizioni, che lo scriba riportava con pignola precisione e fedeltà, italianizzando alla meglio le espressioni, ma rispettando lessico, cadenze e sintassi della lingua d'allora, trovavo luoghi della mia città, famiglie tuttora esistenti, cenni di usanze, abitudini e tutta una serie di parole ed espressioni dialettali rimaste immutate fino ai giorni nostri.
Tanto più interessanti mi apparivano le tracce di una cultura secolare, proprio ora che il mondo dei valori, delle tradizioni, compreso il ricco tessuto linguistico dei nostri progenitori sembra sul punto di cadere in disuso e di disperdersi per il tumultuoso sovrapporsi e affermarsi di culture diverse, di modelli e di valori estranei alla tradizione locale, provenienti da altre parti d'Italia o da oltreoceano.
Di qui il desiderio e il tentativo di legare qualcosa di quel passato a una serie di racconti, in cui far rivivere la Conversano d'allora, sviluppando alcune delle vicende riferite negli atti del processo alle streghe. Ho voluto infatti utilizzare i materiali narrativi e spesso anche espressivi' delle testimonianze riportate nei verbali, ricostruendo e riorganizzando fatti e protagonisti, di cui le carte offrono solo cenni sommari e saltuari.
Il mio intento può dirsi riuscito? Il lettore potrà giudicare. Per me questi racconti, al di là del piacere di vedermi tra le mani rivivere e palpitare personaggi di un'età così lontana, vogliono essere un gesto d'amore verso la mia città, la sua storia, il suo patrimonio culturale.
Conversano, 21 marzo 1997.
Pasquale Locaputo

 

Scheda bibliografica
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Autore Pasquale Locaputo
Titolo Le Masciare
Editore Arti Grafiche Scisci Conversano
Prezzo s.p.i.
data pub. marzo 1997
In vendita presso:
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Dizionario della parlata Conversanese
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Recensito da Francesco Saverio Iatta
  
promozione 

È un monumento eretto al dialetto conversanese degli anni 40-50 del 900
"Il dizionario della parlata conversanse" di Locaputo

525 pagine di grande formato; 5.000 lemmi completi di indicazioni morfologiche e sintattiche; tutti i paradigmi verbali regolari e irregolari della parlata conversaanese; 3.800 ipotesi etimologiche; 4.300 frasi idiomatiche; nell’«Appendice»: filastrocche, canti, giochi, toponimi e rimembranze paesane in versi; poi due acqueforti in b/n di Tony Prayer, una copertina in quadricromia che riproduce un quadro dello stesso noto pittore veneziano residente a Conversano; quindi ben 79 preziose perché oramai  introvabili riproduzioni di oggetti (che un tempo erano di uso comune)  disseminate strategicamente nel corpo del testo, queste le cifre che balzano agli occhi appena si accenna a squadernare «Il dizionario della parlata conversanese» (Levante, Bari 2010, pp.525, €40) ultima fatica filologica, in ordine di tempo, del professor Pasquale Locaputo cui si deve una ben nota e apprezzata rievocazione narrativa di alcuni episodi di ‘magaria’ avvenuti in Conversano, negli anni a cavallo del 600, intitolata «Le Masciare» (Arti Grafiche Scisci, Conversano marzo 1997).


L’assunto che ha fatto concepire e quindi quasi costringere a realizzare questo monumentale «Dizionario» è stato l’amore per una ‘lingua’ che sta per cadere in disuso. E, per ciò stesso, l’intento cui è esplicitamente sotteso alla sua realizzazione è, per l’appunto, quello di salvare un patrimonio che è non solo il più singolare documento di un recente passato quanto perché di quest’ultimo è sostanziata (principalmente) una parte della sua storia e, per ciò, stesso della sua cultura meno effimera. E cioè di quel complesso di conoscenze e convenzioni che incidono sulla formazione di una coscienza collettiva e quindi poi generano quelle pratiche collettive (di una società organizzata e/o civiltà) che, come gran parte dei suoi membri più anziani, è già destinata, per lo meno in tempi brevi, ad avviarsi al suo declino. Un’eclissi, insomma, che se pur deve fare i conti con la volubilità degli dei (sulle cui ginocchia -come è noto- è posto il futuro degli uomini come delle loro opere) questa volta deve pur fare i conti con quella sorta di frangiflutti contro il destino baro che è di fatto, anche per la sua monumentalità non affatto effimera, il «Dizionario della parlata conversane» di Pasquale Locaputo.

La speranza e quindi l’aspirazione che Locaputo accarezza è, pur contro l’ineludibile eclissi del dialetto conversanese, quello di sognare che un giorno, un giovane, compulsando il suo «Il dizionario», sia portato a sussurrare, tra sé e sé con un briciolo di rattenuta malinconia, “così erano i nostri padri” e, quindi, grazie proprio a questa constatazione, essere  portato a sentirsi ‘figlio’ del nostro professore. Infatti, intento precipuo di Locaputo non è stato quello di sostituirsi a un glottologo di professione, quanto di rivolgersi al lettore profano. Lettore che è, per l’appunto, l’interlocutore privilegiato cui affabilmente si rivolge il Nostro. In quanto il professor Locaputo si propone (molto modestamente, a dir la verità) di aver voluto soltanto segnalare alcune caratteristiche singolarmente precipue della parlata conversanese, presentandole come ‘curiosità’ e quindi evidenziarne le peculiarità che considera, a tutti gli effetti, tipiche della‘ nostra lingua’. E, per ciò, rendere consapevoli i lettori del «Dizionario» della ‘singolare originalità’ e quindi ‘dignità’ della parlata conversanese. Non per nulla, sembra soggiungere non proprio affatto tra righe il professor Locaputo, un dialetto ha una sua valenza identitaria così marcata che, come le opere architettoniche più care alla memoria della comunità conversanese, anche la parlata, che fu sua tra gli anni ‘40-e ’50, doveva avere il suo monumento. E questo, oggi, gli è stato edificato per merito precipuo, appunto, della certosina, fruttuosa ricerca che ha animato e quindi forse anche caratterizzato, in questi ultimi anni, in maniera peculiare almeno parte dell’intensa vita intellettuale del professor Locaputo.    

 
Al dialetto conversanese è stato quindi eretto un monumento con  questo non certo affatto modesto «Dizionario della parlata conversanese». «Dizionario» che è poi, fra l’altro, anche una straordinaria impresa di recupero filologico del dialetto conversanese così come questo si è andato stratificando e quindi precipuamente imposto negli anni ’40 -’50 del ‘secolo breve’ appena trascorso. Parlata conversanese alla quale, di tanto in tanto, si deve anche saper riandare con sagace avvedutezza per ri-catturare, per l’appunto, echi, umori, tempi e tremori d’antan perché “mòu šchette i recurde / e na làcreme e u desedèrie / de ternè  ndrèite”,molto probabilmente, ci rimane. E, quindi, abbiamo come uno dei rari porti in cui trovare un riparo non solo nostalgico.

 

Francesco Saverio Iatta

 

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Recensito da Vittorio Polito
  
promozione 

Il dizionario del dialetto di Conversano

Dalla ridente città di Conversano, di origine pre-romana, Pasquale Locaputo offre alla delizia dei suoi concittadini, degli studiosi e dei cultori del dialetto e, soprattutto, delle generazioni future, il “Dizionario della parlata conversanese”, un elegante e ponderoso glossario della Levante Editori (pagine 521, € 40).

Pasquale Locaputo ha alle spalle una lunga carriera di docente di materie letterarie, in particolare di latino e storia ed è stato tra i fondatori dell’Istituto Magistrale Statale “San Benedetto” di Conversano, redattore dell’Annuario dell’Istituto Magistrale ed autore del volume “Le masciare”. Per un decennio è stato presidente dell’Associazione Culturale “Luigi Sturzo” nella stessa città, continuando così l’opera del fondatore Matteo Fantasia. Ha diretto anche la pubblicazione del “Panorama culturale” per la serie “I quaderni della Sturzo”.


L’autore, attraverso la sua voluminosa opera, intende fornire uno specchio fedele dalla Conversano della metà del XX secolo, non solo nel modo di  comunicare e di esprimersi della sua gente, ma anche del suo modo di vivere, delle sue abitudini, delle sue usanze e dei suoi mestieri, molte dei quali oggi scomparsi. 


Il dizionario è un’ampia e variegata documentazione di un mondo colto in un preciso momento storico di Conversano, illustrato nelle voci e nei suoni del dialetto, nei modi di dire, nelle espressioni della saggezza popolare e della cultura contadina. Locaputo, infatti, oltre alla descrizione degli oggetti fornisce ai lettori una serie di immagini relative ad oggetti ed attrezzi di lavoro ormai non più in uso. 


Il vocabolario, che annovera cinquemila lemmi con indicazioni morfologiche e sintattiche, coniugazione di verbi, paradigmi verbali regolari e irregolari, tremilaottocento ipotesi etimologiche e quattromilatrecento frasi e curiosità idiomatiche, è completato con un appendice dedicato a filastrocche, canti e cantilene, giochi e passatempi, toponimi urbani e rurali, rimembranze paesane in versi. Un lavoro certosino fatto da un conversanese per i suoi concittadini. 


Dalla presentazione del sindaco di Conversano, Giuseppe Lovascio, e dell’assessore alle politiche culturali Pasquale Sibilia, si legge che «La storia di un popolo passa attraverso le sue tradizioni culturali, religiose e linguistiche, preservare tali tradizioni nel tempo è dovere di ogni cittadino e di ogni amministratore pubblico, poiché, nel governare un paese, non si può prescindere dalla conoscenza e dal rispetto della sua storia». 
Va pertanto dato atto a Locaputo del suo prezioso lavoro di ricerca e di recupero di tanto materiale che sarà di sicuro ausilio non solo ai suoi concittadini, ma anche agli studiosi ed ai cultori della parlata conversanese.


La copertina è del maestro Tony Prayer che rappresenta la “Cinta ottocentesca della città di Conversano” (olio su tela cm 70x100 - 2009).

Vittorio Polito

 

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Scheda bibliografica
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Autore Pasquale Locaputo
Titolo Dizionario della parlata Conversanese
Editore Levante Editore - Bari
Prezzo € 40,00
data pub. luglio 2010
In vendita presso:
Tabaccheria Galloti - Piazza C. Battisti Conversano
Libreria SKRIBI via C. Conte , 4 Conversano
Tabaccheria Fanelli Piazza Castello
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