Le mammelle, sineddoche della donna e della donna del latte, metafora della madre terra e di ogni madre: l'immaginario di ogni tempo e cultura, entrata prepotentemente anche nelle religioni antiche. Non può esservi alcun turbamento nell’esibizione del seno, è l’innocenza primordiale del paradiso terrestre, la bellezza che realizza la trasfigurazione del corpo.
La mamma di Gesù, Madonna del latte, che con pudica surrogazione moraleggiante viene convertita in diversi luoghi, come a Conversano, in Madonna delle grazie, porge il seno al suo piccolo per allattarlo, e il credente ne contempla devoto le linee artistiche ora bizantine, ora rinascimentali, barocche e contemporanee, mentre il laico si accende solo nella contemplazione della pura arte.
E il bereshit di una nuova creazione. E il secondo cordone ombelicale quello mammellare, che prosegue a dar vita con un profluvio e imprinting di dolcezza e di cultura.
Quando il piccolo “Salvato dalle acque” viene affidato dalla figlia del faraone in allattamento alla nutrice, die poi è proprio la sua mamma, è essa che lo nutre non solo del suo latte, ma della storia del suo popolo schiavo dall’ultimo “romanzesco” Giuseppe fino al capostipite Abramo, al punto che il piccolo, divenuto adulto, non esita a uccidere l’egiziano che angariava un suo connazionale.
E il latte anche con le sue silenziose parole, mentre entra nel cuore del lattante e ne modella la futura persona, è il canto della mamma che nel contempo si nutre del futuro della sua creatura, sognante, trepida e gioiosa, ma forse alquanto titubante dinanzi alle eventuali ingratitudini e flagellazioni che potrà subire da vecchia, come oggi purtroppo sempre più ricorrenti.
Il latte, metafora della conoscenza (gnosi): così l’antico gnostico è nutrito come un bimbo dal Signore stesso, beve il latte, ossia il Figlio, che è stato spremuto dalle mammelle del Padre per opera dello Spirito Santo.
Ma il latte irrancidito avvelena e uccide, al pari del latte dell’io prepotente, altero, arrogante, sprezzante, nimbato del dio denaro; al pari del latte dei social menzogneri e dell’intelligenza artificiale votata al male che anestetizza la mente e brutalizza la verità e la dignità della persona.
E il seno che contempliamo con spirito laico o religioso nelle icone ci modelli come bambini, con il pianto che si spegne in fretta per divenire sorriso ludico dell’essere nell’universale sororità e fratellanza.
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