Storie nojane d’altri tempi 
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Premessa
  
Storie nojane d’altri tempi
tra pubblico e privato
daiprotocolli notarili (dal XVII al XIX)

I protocolli notarili sono una fonte inesauribile di notizie e servono per arricchire, integrare e rivedere le conoscenze storiche riportate nei testi di storia locale. Raccontano tanti avvenimenti che hanno per protagonisti personaggi reali, appartenenti a diversi ambienti e ceti sociali, da quelli più altolocati fino ai più umili. Il testo è costituito da una lunga serie di storie (quasi 200) ambientate quasi tutte a Noja nei secc. XVII-XVIII e XIX e spaziano dal pubblico al privato, presentando una realtà della vita paesana del tutto inedita ed inimmaginabile.

Quando non esistevano giornali e giornalisti, il compito di tramandare le cose meritevoli di essere ricordate della vita di un paese toccò principalmente agli storici, ma non meno importante fu l'opera dei cronisti, compilatori di raccolte di informazioni. Ma sono i protocolli notarili la fonte più ricca e preziosa di notizie, sulla cui attendibilità non si possono nutrire dubbi, in dipendenza dell'autorevolezza e del grado di cultura che li distinguevano1 .

Ogni protocollo inizia con l'invocazione alla divinità: In Dei nomine Amen e molti notai del '600 specialmente, nel frontespizio di ogni volume, per fare sfoggio della loro cultura, inserivano, oltre al nome del regnante in carica e alla formula di intitolazione col loro nome, anche qualche poesia in latino, anagrammi ed altri giochi poetici.

"Per gli storici locali [...]la documentazione notarile è la miniera per eccellenza, quella che custodisce nelle sue viscere tutta la vicenda umana"2 . Anche se questa è una visione riduttiva della realtà, perché bisogna sempre attingere informazioni da altre fonti, "restano tuttavia indiscutibili sia la sostanzialità probatoria che l'efficacia percettiva delle carte notarili: quella che esse rendono è effettività, ossia storia vista "dal basso" e con un pronunciato sentore di vissuto"3 . In effetti attraverso gli atti notarili si sente pulsare la vita in tutte le sue forme e manifestazioni. Sono un documento importantissimo e molto utile per chi ama raccontare e leggere la storia. Dalle tante piccole storie che si ricavano dai rogiti, si capisce che non bisogna studiare il passato in maniera astratta, ma considerando l'uomo come soggetto della storia e avendo un occhio di riguardo per l'uomo inserito nel suo ambiente, nel suo tempo e nella società. La storia ha bisogno quindi di scambi continui con altre scienze umane e sociali.

Per quanto riguarda i protocolli dei notai di Noja, ho iniziato ad esaminare dapprima quelli del '700, che sono i più numerosi nel testo perché più facilmente consultabili e leggibili, poi la curiosità mi ha spinto ad estendere l'indagine a quelli del '600, nonostante le difficiltà rappresentate soprattutto dalle condizioni molto degradate del cartaceo esaminato: fogli danneggiati da tarli, parole in molti casi incomplete ed abrase. In ultimo ho voluto completare lo studio anche dei protocolli dell'800, ma a dire la verità, pur disponendo di un numero elevato di volumi, e pur essendo questi facilmente leggibili, non mi hanno entusiasmato come quelli dei secoli precedenti, in quanto essi contengono atti privati, classificabili quasi tutti in rubriche come: compra, vendita, quietanza, divisione, procura, capitoli matrimoniali, testamento, ecc. Certo il lavoro fatto è incompleto: non ho esaminato molti rogiti, che senz'altro contengono altre notizie interessanti e costituiscono documenti che "giacciono polverosi ed aspettano un amoroso lettore"4 .

Dai protocolli notarili, in buona parte rogati a Noja e richiesti da cittadini nojani, viene fuori una realtà della vita paesana del tutto inedita ed inimmaginabile. Oltre ai numerosi atti di compravendita di immobili, testamenti, inventari e capitoli matrimoniali, ci sono atti pubblici, dichiarazioni, attestazioni molto interessanti, dai quali apprendiamo la mentalità dei nostri antenati. La descrizione degli aspetti più minuti della società nojana permette di conoscere ed analizzare le consuetudini locali, che rappresentavano le norme che regolavano la vita della comunità. Oltre agli atti che riguardano i fatti pubblici (funzionamento delle istituzioni, costruzione e riparazione di edifici sacri e civili, riferimenti ad avvenimenti storici di portata nazionale, ecc.), anche gli atti privati sono utili a farci conoscere i rapporti sociali, le relazioni interpersonali, la vita quotidiana che si svolgeva nei palazzi, nelle case povere, nelle strade, nei campi, nei negozi, nei luoghi di lavoro, ecc. Molto spazio occupano gli atti stipulati dai vari esponenti della famiglia Carafa, o che parlano di loro, che per oltre due secoli hanno retto le sorti del ducato nojano, ben integrandosi nella comunità locale. A tale scopo ho ritenuto opportuno allegare l'albero genealogico della casata Carafa di Noja.

Attraverso la lettura dei rogiti notarili, che hanno la prerogativa di essere documenti che più degli altri possono attestare fatti realmente accaduti, conosciamo storie che ci presentano problemi che non si discostano molto da quelli di oggi, ma che connotano pure la società del tempo: prepotenze ed abusi commessi da persone di un certo rango, una certa bonomia e spirito di rassegnazione degli appartenenti ai ceti popolari, il forte senso dell'onore e il sentimento religioso, i tabù sessuali, la condizione della donna, ecc. E' facile trovare atti che riguardano anche la sfera più intima 5 della vita personale. E' come un viaggio retrospettivo nella microstoria del nostro paese in tutti quegli aspetti politici, sociali, culturali, religiosi, economici e folkloristici che servono ad integrare, ad arricchire, ed anche a rivedere le tesi e le posizioni dei precedenti lavori degli storici locali. Ma potrebbero sicuramente interessare l'attuale società civile, che rileggendo il vivere quotidiano di un tempo, avvertirebbe maggiormente il senso di appartenenza e di radicamento al territorio, alla comunità locale. Sono storie che ci appartengono, i cui protagonisti sono i nostri avi, che portano i nostri stessi cognomi. Lo stesso Benedetto Croce, grande filosofo e storico, spesso amava mettere da parte i grandi fatti e problemi di ordine filosofico, politico e sociale per farci conoscere le storie "domestiche", cioè del suo paese e della sua famiglia, esaminando i documenti e sentendoli come "cose vive" 6 Sono piccole storie di paese che assumono i connotati ora del dramma ora della comicità, tutte nel contesto di una realtà che non c'è più. Nell'ingente mole di atti consultati, tra le polverose carte conservate nell'Archivio di Stato, quelli più interessanti e che suscitano la curiosità dello studioso ed anche del lettore, sono quelli che contengono attestazioni, proteste, delazioni, convenzioni, che denotano una mentalità individuale e collettiva, che suscita meraviglia e fa spesso sorridere, ma che fanno anche riflettere sulle ingiustizie e le miserie delle epoche passate. Sono comunque le piccole storie che fanno la grande storia. Questa "è la somma di tante piccole e meno piccole storie individuali, familiari, municipali, dinastiche, che rispecchiano fedelmente le reali condizioni sociali, morali e culturali dell'epoca. Nelle storie dei più piccoli paesi è dato di vedere come in miniatura, diceva il Croce, i tratti medesimi della storia generale" 7 .
E' stata comunque fatta una selezione degli atti e di molti è riportata solo la parte descrittiva. Sono state omesse le formule ripetitive d'introduzione e di chiusura che avrebbero potuto appesantire la lettura. Di alcuni atti sono riportati degli stralci, quelli più importanti, per permettere agli studiosi interessati, attraverso l'indicazione della collocazione archivistica, una lettura integrale dei documenti. Ognuno di questi poi è preceduto da brevi e necessarie note introduttive, con una sintesi e commento dell'atto stesso. E' stato aggiunto qualche atto di notai di altre piazze, che parlano di fatti e personaggi nojani, come pure qualcuno degli atti che riguardano fatti non accaduti nel nostro paese, ma rogati da notai della piazza di Noja.
Ringrazio vivamente tutto il personale dell'Archivio di Stato di Bari per la cortese disponibilità dimostrata durante il mio lungo lavoro di ricerca e un ringraziamento particolare al Dott. Pasquale Trizio e al Dott. Paolo Violante per i loro suggerimenti.


1 - V.A. MELCHIORRE, Momenti di vita barese V, in "Nicolaus Studi Storici", a. XVII, 2006, fase. 2, p. 70.

2 - P.L. ROVITO, Il Viceregno spagnolo di Napoli, Arte Tipogr. Napoli 2003, p. 486.

3 - V. FAENZA, La vita di un Comune dalla fondazione del Vicereame Spagnolo alla Rivoluzione francese del 1789, (a cura di R. Macina), Nuovi Orientamenti-Storia, Modugno 1981-82, p. 6.

4 - V. FAENZA, La vita di un Comune dalla fondazione del Vicereame Spagnolo alla Rivoluzione francese del 1789, (a cura di R. Macina), Nuovi Orientamenti-Storia, Modugno 1981-82, p. 6.

5 - Non sono stati però riportati i nomi di molti, specialmente i cognomi femminili, per rispetto della privacy, negli atti che raccontano situazioni e storie piuttosto scabrose.

6 - B.CROCE, Storia del Regno di Napoli, Laterza, Bari 1972, p. 330.

7 - R. SILVESTRI BAFFI, Tre secoli di storia minore pugliese, Schena ed., Fasano, 1978, p. 11.

Michele Sforza
Scheda bibliografica
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Autore Michele Sforza
Titolo Storie noiane d’altri tempi tra pubblico e privato
Editore Noia Edizioni2P s.n.c. Noicàttaro
Prezzo s.p.i
data pub. luglio 2017
In vendita presso: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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