Le vicende socialiste del secondo dopoguerra, i successi e le sconfitte del partito, le conflittualità interpersonali, le scissioni e le riunificazioni, il degrado ideologico e, a margine, le vicende penose dello sfascio, organizzativo e politico, sono recuperate nel microcosmo di un Comune del Sud, Conversano, città di solide tradizioni libertarie e sindacali. Richiamate dalla memoria e dalla cronache con la lucidità del militante, che conserva nel tempo i propri convincimenti ideologici e l'orgoglio della propria militanza, narrate con il rigore del co-protagonista difatti che hanno accompagnato e contribuito al suo farsi di cittadino e di politico. Io credo, comunque, che il connotato che meglio distingue questo saggio non è da desumere solo dal prestigio e dalle collocazioni dell'Autore, quanto dal tono che ne specifica la scrittura. Un tono da antico socialista riformista, da militante, anche semplicemente morale come è accaduto a molti di noi negli ultimi anni, che si muove entro le linee fondamentali del socialismo riformista italiano.- la ricerca di una solida libertà per tutti, la riflessione sugli strumenti e i tempi per assicurare una più equa distribuzione delle risorse fra coloro che lavorano. Un tono che ci consente come lettori di ritrovarci in una comunicazione di idee con l'Autore e in una identificazione di impegni e di obbiettivi. Un modo di essere socialista che investe ogni tipo di rapporto: col Partito, con Comune, con le Istituzioni. A mio giudizio il recupero di "memorie" come questa annotata nel "Garofano Rosso " se trovasse spazi, di analoga trasparenza e semplicità, in molte aree del Paese, consentirebbe la ricomposizione di un quadro storico del nostro socialismo postbellico di un pregio informativo e critico di altissimo valore. E di questa prima esemplificazione di un disegno non ancora tracciato, va dato merito e lode a Mastroleo.
|