4ª edizione “Il Conte e l’Imperatore...
le dame, i cavalier, l'arme e gli amori”

 
 
Per il Principe Fabio Tomacelli Filomarino
per l’Avv. Giovanni Ramunni
Conversano 7 lug. 2019 - Filmato
 
 

 

 

 
 
di Santa Fizzarotti Selvaggi. - Una fiaba. “C'era una volta un castello fra i boschi e c'era un conte che quando non era in guerra e dimorava nella sua Conversano diveniva un gran sognatore. Osservava il mare  all'orizzonte e immaginava nuove terre. Sognava di essere il più grande e il più coraggioso fra i condottieri del re. Era poco più che adolescente, ma era già un valente condottiero. Dopo la morte del padre, agli albori del XVII secolo, si ritrovò solo, con la voglia sfrenata di essere il migliore. Cominciò a sentirsi onnipotente e divenne un tiranno, un essere crudele, un intemerato guerriero. Meditava sulle antiche eroiche gesta dei suoi avi, dei grandi re, dei Principi, degli Imperatori. Si perdeva nei sogni di grandezza quando osservava le sconfinate terre che circondavano la sua dimora di caccia, il castello Marchione. Andava nei boschi con il suo falco. Il falco dell' Imperatore lui lo chiamava. E lo chiamava  Federico come il grande, immenso sovrano, re dei Romani, re di Sicilia, dei Tedeschi, di Costantinopoli, re delle arti, della letteratura...dei boschi, degli uccelli, dei castelli del sole: Federico II.
 
Trascorrono quattro secoli fra le due storie, ma il sogno del conte di Conversano Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona, che porta nel sangue l'eroismo del grande Giulio Antonio, eroe ad Otranto, e l'amore per le arti e la letteratura degli avi Andrea Matteo e Belisario, si fa sempre più vivo e pressante. Giangirolamo vuole emulare Federico II e, quando lo incontra nel suo sogno, lo prega di non lasciarlo, e di rimanere sulla torre del suo castello a narrargli le guerre del suo tempo, i suoi amori, la sua corte.”
 
Il dialogo fra i due personaggi è l'anima narrante dello spettacolo  che si è svolto la sera del 7 luglio al Castello Marchione di Conversano, con grande successo e apprezzamento di pubblico, nel corso della 4° edizione dell’evento “Invito a Corte”.  Il fatto  che trae origini dai tanti incontri culturali svoltisi sin dagli anni 90 al Castello Marchione curati da Giovanni Ramunni e Santa Fizzarotti Selvaggi, è stato organizzato dall’Associazione Incontri. Ideata da Santa Fizzarotti Selvaggi che ha scritto i testi, adattati teatralmente dalla attenta e raffinata  regista  Angela Campanella, la serata  ha visto nelle vesti di presentatori il noto giornalista-saggista  Michele Cristallo e il disinvolto esperto di comunicazione  Giancarlo Liuzzi; come è stato precisato, nella commozione generale, il tutto è stato dedicato al Principe Fabio Tomacelli Filomarino e all’Avvocato Giovanni Ramunni, entrambi transitati in Cielo. 

urante lo spettacolo, tra musica antica, danze e scene teatrali in costume si è potuta rivivere la storia in comune della potente casata Acquaviva d’Aragona (che per secoli ha dominato la contea di Conversano) e la casata sveva dell’ Imperatore Federico II. Questa storia insieme a tanti altri racconti sui personaggi  della storia di Conversano, degli Acquaviva d'Aragona  e della Puglia sono stati raccolti in  “Frammenti di un mosaico”, edito dagli organizzatori in occasione dell’evento. Durante lo spettacolo, organizzato con il contributo del Comune di Conversano e con il patrocinio del MiBAC, della Regione Puglia e di tanti enti e associazioni locali, tra le quali l’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus sez di Bari e la Fondazione Mimì Andidero, dopo gli autorevoli interventi dell’onorevole Nuccio Altieri, presidente dell’INVIMIT, e del dottor  Cristallo, sono stati consegnati dei premi a illustri personalità del mondo della cultura e delle istituzioni: il Premio Antica Contea di Conversano è stato consegnato al Sindaco di Conversano, Pasquale Loiacono per la sua opera culturale svolta a favore della città, “da secoli faro di storia e di cultura” come ha voluto ricordare lo stesso sindaco Loiacono. 
 
Il Premio Mediterraneo Federico II, istituito nel 2009 dal commendator Silvio Panaro, all’epoca Presidente della Camera di Commercio Italo Orientale, è stato consegnato dall’ avvocato Felice Panaro, figlio del comm. Panaro al Sindaco della città di Bari, Antonio Decaro. Il premio è dedicato alla sua attività e impegno costante speso a favore della città di Bari, incarnando gli ideali euro-mediterranei di cultura e promozione del territorio. Lo stesso Sindaco ha ricordato i grandi passi in avanti fatti dalla città metropolitana di Bari per quello che riguarda la cultura e il turismo. Il premio Acquaviva d’Aragona è stato consegnato al Senatore Mario Greco, per aver diffuso in ambito nazionale e internazionale il patrimonio storico - culturale della Terra di Puglia. Nel corso dell’evento è stato più volte ricordato l’importante valore della cultura, della storia e della tradizione pugliese come fonte inesauribile di insegnamento su cui poter costruire un futuro solido per le nuove generazioni. Nel parco verde antistante le mura del castello è stata anche allestita una "Fiera del borgo" dove espositori ed artigiani locali hanno mostrato al pubblico oggetti e lavorazioni tipiche della tradizione pugliese, affiancati da degustazioni di prodotti agroalimentari locali. Così come hanno sempre fatto il principe Fabio Tomacelli Filomarino e l'avvocato Giovanni Ramunni si è rinnovata fra le severe mura del Castello la magia dell'arte, della letteratura e della musica in una sapiente combinazione di cultura e spettacolo. 
 
  Tratto da: giornaledipuglia.com del 10/07//2019  
 

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