Mio padre Angelo Fizzarotti

La passione per la politica e per la musica

vuoto

Premessa

  
Mio padre Angelo Fizzarotti
A mio padre,
nella mia mente e nel mio cuore
con amore e gratitudine.

Quando mio padre mi chiese esplicitamente, nel mese di marzo del 1995 e alla presenza di alcuni amici, di scrivere un libro sulla sua vita - il libro che forse lui avrebbe voluto scrivere ma per il quale ormai si accorgeva di non avere più tempo - io gli risposi subito di sì. Fu quello il momento in cui, purtroppo, mi resi conto di alcune intime sofferenze - spesso taciute per amore e solo per amore - che rattristavano l'anima e i pensieri del mio genitore. E, naturalmente, lo sollecitai a narrarmi della sua vita e della sua famiglia di origine. 

Fu così che mio padre, ogni pomeriggio, con mano purtroppo non più ferma e salda, incominciò a scrivere un diario, ad annotare riflessioni e pensieri, indicando chiaramente luoghi, uomini e cose. Tutto ciò fino a quando le forze glielo consentirono. 

Tuttavia, non è stato facile per me ricostruire la sua vita: non perché non disponessi di sufficiente materiale biografico o di adeguate informazioni storiche, ovvero di una ricchezza sconfinata di sentimenti ed affetti, ma perché in tale ricostruzione non sempre ho potuto evitare l'emozione che scaturiva dai ricordi che incessantemente affluivano in me nel ricomporre il mosaico delle "esistenze" dell'intera famiglia e della mia stessa esistenza all'interno di questa costellazione familiare in cui sono nata. Ho dovuto, perciò, faticosamente operare delle scelte, privilegiare alcuni aspetti e non altri. 

Ho cercato peraltro di usare un lessico semplice e di lasciare da parte, per quanto possibile la psicoanalisi e l’arte che il mio lavoro sottende - per lasciar affiorare la memoria e poter far parlare liberamente la mia anima. 

A questo punto è doveroso dichiarare con sentimenti di affetto, gratitudine e stima che la pubblicazione dell'intero lavoro è stata resa possibile grazie agli interventi critici di Francesco d'Itollo, che ha rivisitato totalmente il testo, controllato le varie notizie storiche, provveduto a gran parte delle ricerche e opportunamente moderato i toni emotivi che attraversano i miei pensieri e le mie riflessioni. In tal senso si potrebbe affermare che il libro è stato scritto a quattro mani, come una sonata per pianoforte. 

All'inizio di ciascun paragrafo ho citato alcuni versi del mio libro 11 giardino incantato: per me, infatti, è sempre l'atmosfera magica del giardino a condurre nei luoghi degli affetti più casti e segreti. È per questo che i sentimenti sono i veri protagonisti del racconto insieme con il mio sguardo di figlia, mentre le emozioni, determinate da varie vicende, costruiscono l'intreccio degli eventi familiari aperti alla dimensione sociale e civile. Naturalmente ho raccontato la storia della famiglia di origine di mio padre, il suo impegno sociale e le esperienze politiche precedute dalla lunga vigilia vissuta all’interno della F.U.C.I. insieme ad Aldo Moro, l'incontro con Francesco d'Itollo e con la Democrazia Cristiana. In mio padre c'era la passione della politica posta esclusivamente al servizio della città e dei cittadini. Integerrimo e a volte molto severo era dotato di grande lungimiranza: non si dimentichino mai l'istituzione dell'Orchestra della Provincia, ora Metropolitana, voluta fortemente da lui con Vitantonio Barbanente e Matteo Fantasia, l'Auditorium del Conservatorio sollecitato da Nino Rota, l'area pedonale di via Sparano, il decentramento con i Consigli di quartiere, la grande attenzione all'infanzia, alla cultura, alle arti. Il primo Convegno sull'Arte Moderna fu un'autentica sfida e tante tante altre sue intuizioni pienamente condivise con il suo grande amico Aldo Moro. 

È evidente che non è stato facile scrivere questo libro. Come non è stato facile scrivere Nel canto del sangue. Ode alla madre nel 2018 e Nel giardino del melograno, i segreti sogni della terza Fata nel 2019, entrambi Levante Editori a cui sarò sempre grata, dedicati a mia madre e zia Tina ora transitate in Cielo. Sono stati anni di intensa meditazione, oltre che di un acuto e silenzioso soffrire, misto alla consapevolezza di aver avuto dalla vita molte cose, entusiasmanti esperienze culturali e umane ma, soprattutto, di aver ricevuto tanto, tanto amore. 

Ed è sulla base di questi sentimenti che, venticinque anni dopo la dipartita del mio amato genitore avvenuta il 28 maggio del 1995, riaffido al lettore il racconto della vita di mio padre e, per certi versi, di quella di tutti coloro che gli furono vicini e parte della mia stessa vita. 

Mio padre aveva secondo me davvero le "mani magiche" grazie al suo orecchio assoluto, alla pari dei grandi musicisti, come anche affermato dal critico musicale e scrittore, suo caro amico, Nicola Sbisà nella Rubrica "Rondò capriccioso" ("La Gazzetta del Mezzogiorno", 3 gennaio 2006), ma aveva soprattutto un cuore generoso che esprimeva sempre pienezza di sentimenti buoni nei confronti di tutti coloro che erano in difficoltà, in condizioni di vulnerabilità e fragilità.

Santa Fizzarotti Selvaggi

Scheda bibliografica
vuoto
Autore Santa Fizzarotti Selvaggi
Titolo

Mio padre Angelo Fizzarotti

Editore Schena Editore - Fasano
Prezzo € 15,00
ISBN 978-88-6806-246-0
data pub.

maggio 2020

In vendita presso:
Libreria Roma - Bari
vuoto

Mostra posizione