Agapimeni mou Kos
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Premessa
  
Agapimeni mou Kos
... alle sorgentidel sogno...

Signore e Signori, questa raccolta è stata composta nell’isola di Kos, l’isola di Ippocrate, padre della moderna Scienza Medica, e di Apelle, il più grande pitto­re ellenistico che dimorò a Kos per alcuni anni. Fu Apelle, pittore di Alessandro Magno, che per primo colse il senso del fare critica d’arte, ovvero la possibilità di riconoscersi nel punto di vista dell’Altro e così scoprire nuove inedite parti di sé, nella sospensione di ogni giudizio, ma nella luce dello svelamento proprio di ogni parola da noi pronun­ciata contenente immagini altre. Un dialogo vivo e fecondo. Nota è l’affermazione “Apelles post tabulam”: il pittore si nascondeva dietro l’opera per ascoltare i commenti. Così si legge nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, Libro 35: “Ma Apelle di Cos nella 112a olimpiade superò tutti quelli nati prima e quelli che sarebbero venuti dopo. Alla pittura da solo contribuì quasi più che tutti gli altri, anche con volumi pubblicati, che contengono questa teoria. Particolare bellezza ci fu nella sua arte, pur essendoci grandissimi pittori nella stessa epoca apprezzan­do di questi le opere, con lodi per tutti, diceva che mancava quel suo fascino, che i Greci chiamano grazia; e che avevano raggiunto tutte le altre cose, ma in questa sola nessuno uguale a lui”.

L’analisi della letteratura consente di acquisire una serie di preziose informazioni su un insieme di percezioni relative a quella che era defi­nita come l’arte medica.
Ad Ippocrate di Kos si attribuisce la nascita della medicina come scienza: ad Ippocrate si deve dunque quella frattura epistemologica che generò tutta la prassi medica occidentale e permise l’emergere di una diversa immagine dell’essere medico.

Di qui l’invito di Ippocrate, che dagli Cnidi anche aveva appreso tante cose, al massimo rispetto del paziente, alla rivalutazione del rap­porto umano tra medico e paziente, che si rende necessario in virtù di uno stato di malattia che necessita della più totale fiducia e profonda interazione.

Fu, dunque, la scuola Ippocratica di Kos ad umanizzare il medico, liberandolo dalla magica atmosfera taumaturgica, rendendolo scienziato. Altri medici da ricordare e anteriori a Ippocrate furono Nevros, Apollonide, Gnosifikos, bisnonno di Ippocrate e suo padre Eraclite che probabilmente gli insegnò ad essere medico. Si narra che Ippocrate fosse il XVIII o il XIX discendente di Asclepio e che viaggiasse moltissimo per apprendere l’arte medica e la cultura umanista in Atene, in Egitto, in Libia e cosi via. E fu Ippocrate nel 430 a.C., su invito di Pericle, a salvare Atene dal colera trasmettendo ad altri le sue conoscenze. Fu uno scrittore e delle sue opere ne sono giunte 57 contestualmente al suo “Giuramento” ancor oggi letto dai medici del nostro tempo. A Kos istituì la Scuola di medicina per consentire ai giovani di studiare l’Arte medica. Tutta questa straordinaria e rivoluzionaria storia in una isola non molto grande in cui le architetture, nonostante le devastazioni telluriche, ci raccontano dei fasti dell’Ellade con il tempio di Esculapio, della romanità con i suoi ruderi di archi trionfali e colonne, dei passi dell’Apostolo Santo, delle orme di Pietro, delle querce di Abramo, dell’Oriente con le sue moschee e le sue sapienze, del Ventennio italiano che vide a Kos ingegneri per la costruzione delle strade ma anche episodi dolorosi quale quello dei 131 ufficiali italiani trucidati a sangue freddo nel 1943 dai tedeschi mentre la Croce Rossa ellenica di Kos con il suo presidente riparava ciò che la distruttività umana è purtroppo capace di compiere.

Avevo solo ventuno anni quando con i miei genitori mi recai a Kos per una vacanza estiva e da allora sempre una sottile nostalgia mi ha accompagnato fino a quando qualche anno addietro decisi con mio marito Francesco di raggiungere amici a me molto cari, quali Nicola e Nelly Sbisà, in quell’isola della mia giovinezza, dove mi ero inebriata del profumo dei gelsomini, dei suoni e dei canti e dove presi l’unica mia insolazione non avendo mai avuto esperienza di quel caldo che poi ho sempre tanto amato e cercato in estate. È vero che nel nostro tempo siamo tentati di esporci eccessivamente con le parole, ma io ho sempre narrato anche per iscritto, ogni mio pensiero, ogni mia sensazione ed emozione. D’altra parte quando gli uomini cominciarono a scrivere nacque la storia, prima della scrittura c’era la preistoria. L’eccesso mediatico depriva la creatività: siamo dominati dal visuale al punto da rimanere accecati e non vedere più nulla della bellezza della natura, delle arti, dei cieli, della terra: l’eccesso di parole può confondere e frastornare. Consapevole di tale realtà ho scelto la forma poetica, quale estrema sintesi, per dire del mio amore per la vita. Sono le parole che inventano il mondo e innanzitutto il nostro mondo, laddove “inventare” sta per “trovare” ciò che esiste e restituirlo in una luce nuova.

Durante l’ultima mia permanenza a Kos ho scelto di raccontare in forma di poesia questo luogo meraviglioso e emblematico dell’integrazione delle culture. Il titolo della presente raccolta non a caso è Agapi-meni mou Kos. Un omaggio sentito come quello che anni addietro ho dedicato a Creta, la mia patria elettiva. Mi rivolgo ad un amore ideale, all’amore assoluto che mi par di intravedere in ogni pietra di questa isola, in ogni alba e in ogni tramonto consapevole che soltanto la parola poetica plasma le forme del mondo e della nostra mente dischiudendo nuovi orizzonti di senso. 
Santa Fizzarotti Selvaggi

.. L’amata Kos è nella realtà un’isola da sogno, ma è anche una splendida metafora, come lo era stata già Creta in Creta mia bella del 2006. E se la precedente raccolta era «canto continuo, un unico lunghissimo periodo senza nessuna interruzione neppure di punteggiatura», questa di ora è un canto discontinuo, sfaccettato, pensato come un assortimento dei tanti sogni sognati all’alba, al tramonto e sotto i bagliori del sole a Kos. L’isola è quella del grande Ippocrate e del platano sotto cui meditava, del pittore Apelle e dei tanti beni culturali, a partire dall’Asklepieion. Ma in questa raccolta l’isola da sogno diventa l’isola dei sogni.
dalla Prefazione di Francesco De Martino
Scheda bibliografica
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Autore Santa Fizzarotti Selvaggi 
Titolo Agapimeni mou Kos
Editore Levante editori - Bari
Prezzo 15,00 euro
data pub. giugno 2018
ISBN 978-88-7949-688-9
In vendita presso:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.: dell'autrice
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